Partita condotta dall’inizio e stavolta, pur non conservando margini anche ampi, portata a termine con il primo successo pre-season dopo cinque ko
Napoli. Alzi la mano chi non ha temuto di rivedere ancora una volta lo stesso film quando a 2 minuti e mezzo dalla fine la Gevi Napoli era ancora lì, minacciosa, a -6 con la palla in mano. La Germani aveva condotto per tutto il match (tranne che sul 28-27) andando subito a + 10 (8-18), toccando il + 11 (34-45) in chiusura di secondo quarto e addirittura il + 13 (45-58) a metà del terzo. Dopo quanto visto in gara 1 sabato al PalaLeonessa (dal 55-33 al 77-87) era doveroso tenere le antenne dritte e non c’era da vergognarsi se in pancia c’erano le farfalle dopo cinque sconfitte consecutive.

Un’altra faccia, un altro spirito. Stavolta però Brescia aveva proprio voglia di prendersi questa vittoria. Che conta nulla nell’ottica del passaggio del turno, che non serve nemmeno per evitare l’ultimo posto nel girone di Supercoppa (bisognava ribaltare la differenza canestri con i partenopei), ma che dà finalmente un po’ di morale in vista del campionato che inizia tra meno di due settimane. Anche se è pre-season, si sa che perdere abitua a perdere e quindi questi due punti servono per togliersi la scimmia dalla spalla. La Germani ha trovato continuità, buoni giochi a due sull’asse play-pivot tra Mitrou Long (24 di valutazione con 6 assist) e Burns (proposto anche in quintetto), di nuovo i canestri pesanti di Della Valle (5/8 da 3), le difese intense di Petrucelli (caldo per la buona gara di sabato si è preso anche tanti tiri, ma stavolta la mira non è stata precisissima), le penetrazioni di Moore e i canestri chirurgici nel finale di Gabriel. Si puo’ aspettare Moss, capire Cobbins (comunque 7 rimbalzi) mentre la sabbia nella clessidra non sarà ancora tantissima per Eboua (se fai la Summer League poi le aspettative sono inevitabilmente alte).

I numeri. Brescia l’ha vinta di volontà. Come dimostra la lotta a rimbalzo, stravinta: 24-37. Così come i tre palloni in più recuperati (3-6). Sì, questa era la sera della Germani. E anche per coach Magro, già bersagliato sui social e da qualche addetto ai lavori, a fine gara finalmente un’espressione meno corrucciata. Serviva.