Un inizio da predestinati, la maglia azzurra poi errori, delusioni, panchine e ora a Brescia e Varese la chance di un rilancio alla soglia dei 30 anni
Brescia. Domenica Openjobmatis Varese-Germani Brescia sarà una partita matrioska. Tante sfide nelle sfide, come nella bambolina russa che ne contiene altre sempre più piccole. A fare da copertina c’è sicuramente il duello Amedeo Della Valle-Alessandro Gentile. Storie parallele, sulle montagne russe, due talenti del basket tricolore in cerca, alla soglia dei 30 anni, di un rilancio per poter dimostrare che quanto si diceva fino a qualche anno fa di entrambi non erano valutazioni da lucciole per lanterne.
Partenza a razzo. Entrambi figli d’arte, Della Valle e Gentile junior (Alessandro anche fratello d’arte) hanno iniziato ad attirare le attenzioni degli addetti ai lavori fin nelle giovanili. Per il piemontese di Alba (11 aprile 1993) dai 14 ai 18 anni l’apprendistato nello Junior Casale Monferrato. La chiamata nell’High School di Findlay Prep e poi quella nel College di Ohio St Buckeyes gli hanno conferito un’aurea da giocatore che in Italia avrebbe dovuto dominare per poi spiccare il salto in Eurolega. Per lo scugnizzo di Maddaloni (12 novembre 1992), al quale papà Nando mise fin da piccolo una palla in mano ricevendone dapprima un rifiuto, la formazione è avvenuta nei settori giovanili di Virtus Bologna e Benetton Treviso. Dicono che il play della Caserta scudettata con Vincenzo Esposito e Sandro Dell’Agnello (due ex allenatori di Brescia) e della Nazionale, sia da sempre molto vicino ad Alessandro. Pure troppo. Meno pressione metterebbe invece all’altro figlio Stefano, che seppure dotato di meno talento sta facendo una carriera più regolare.
L’ingresso tra i pro. Della Valle ha scelto Reggio Emilia per maturare e ha fatto bene perchè nei quattro anni con la Grissin Bon ha giocato due finali scudetto, viaggiando a quasi 13 punti di media a partita che nel basket moderno sono una cifra non banale. La chiamata di Milano poteva e doveva essere il vero trampolino di lancio, a 25 anni nel pieno della maturità. Ma non sono stati i due anni che tutti si aspettavano: più panchina che campo. Saluti, sipario. E nel frattempo ha perso anche la maglia della Nazionale indossata per ben 70 volte dal 2014. Il “marchesino”, dal soprannome del padre chiamato “Il Marchese”, bandiera di Torino negli anni ‘80-90, la scorsa stagione è emigrato all’estero: Gran Canaria e Buducnost. Ma il suo chiodo fisso è tornare a far bene in Italia e Mauro Ferrari alla Germani gli ha dato probabilmente l’ultima chance: un triennale per sentirsi ancora importante e riprendersi quella maglia azzurra numero 00 che il patron ha già fatto indossare alla figlia Matilde in una delle ultime partite casalinghe, giusto per far capire quanto lo si aspettasse. Ora tocca a lui. La pre-season di Amedeo è stata da più luci che ombre. Secondo molti addetti ai lavori che abbiamo sentito in questi giorni “un buon campionato della Germani passa da una stagione importante di Della Valle”.
Gentile dopo un paio di stagioni a Treviso in prima squadra utili per farsi conoscere, è esploso a Milano dove dal 2011 al 2016 ha vinto due scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa, da giovane capitano. Dopo essere stato 53esima scelta assoluta al Draft NBA dei Minnesota Timberwolves, che hanno subito ceduto i diritti agli Houston Rockets, qualcosa tra lui e Milano si è rotto. Gentile, che in NBA non è poi mai stato chiamato a giocare, è andato in crisi anche con la maglia dell’Italia, ha cominciato a cercare fortuna all’estero (Panathinaikos, Hapoel Gerusalemme ed Estudiantes) provando qualche rientro in Italia (Virtus Bologna e Trento) senza però grande fortuna. Dicono che abbia “un grande futuro alle spalle”. Gentile (81 presenze con l’Italia dove vuole tornare a farsi considerare) è convinto di aver scelto con Varese il trampolino di rilancio.
Della Valle vs Gentile. A Masnago, domenica ore 17.15, ci aspetta una sfida all’ Ok Corrall. Chi sparerà per primo o comunque al momento giusto?