DELLA VALLE: “GIOCHIAMO TROPPO A SPRAZZI. PER ELIMINARE LA TENSIONE NON RESTA CHE VINCERE”

La guardia della Germani a “Basket Time 2.0” ha raccontato il momento difficile: “Vivo male la distonia tra i miei bottini e le sconfitte della squadra”

Brescia. Ieri sera nella trasmissione di VideoBrescia Sport “Basket Time 2.0” è stata proposta un’intervista ad Amedeo Della Valle effettuata nel pomeriggio, nella quale la guardia della Germani ha analizzato la brutta partenza della squadra (tre sconfitte nelle prime tre partite) rispondendo anche ad alcune domande dei tifosi che avevamo raccolto proprio su Bresciacanestro.com.

Amedeo, inutile negarcelo: attorno alla squadra c’è tensione. E’ così anche all’interno? Come ci si rialza da questo 0/3?

“Quando perdi si crea tensione ed è inevitabile, si tratta di una pressione extra che va tolta e l’unico modo per farlo è vincere le partite. Questa cosa è chiara a tutti e spero che domenica riusciremo a toglierci questo peso perchè ne abbiamo proprio bisogno tutti per il morale”.

Una partenza così a Brescia non si verificava da 34 anni. Giocava tuo papà e aveva solo 25 anni…

“Sicuramente è tanto tempo… Non importa però perchè la stagione è lunga. Sicuramente qualcosa dobbiamo cambiarlo. Mi era già successo comunque a Reggio Emilia di partire così male, anzi peggio: 0/6 poi però facemmo le Final Four di Eurocup ed arrivammo a due punti dai play off. Gli stimoli per me sono sempre gli stessi: curare gli errori per arrivare la domenica cercando di farne il meno possibile. E’ così anche per i miei compagni”.

Pensi che gli americani debbano ancora ambientarsi al modo di giocare europeo/italiano?

“Per il campionato italiano abbiamo quasi tutti americani rookie: per loro non è facile ambientarsi. Tempo o non tempo la differenza viene fatta dal gioco che abbiamo fatto finora troppo a sprazzi. Sembra quasi che dobbiamo andare molto male per poi rimetterci insieme. Dobbiamo essere più costanti”.

Potrebbero esserci dei giochi migliori per farti uscire dai blocchi senza forzare?

“Il punto chiave è la costruzione del gioco in generale, non appena riusciremo ad averne una migliore, non solo per me, sarà tutto più chiaro. Abbiamo un play come Mitrou Long che non ha mai giocato in Europa e questo ci dà qualche problema in più però è un processo naturale e siccome lui è un ragazzo intelligente e lavora bene confidiamo che possa fare un passo in avanti per il bene suo e della squadra”.

Cosa provi ad essere tornato leader in una squadra?

“Mi piacerebbe essere leader di una squadra che vince piuttosto di una che perde… Vivo male il fatto di essere il secondo miglior marcatore del campionato se non abbiamo ancora vinto una partita. Certo cercavo un ruolo da giocatore importante e mi fa piacere ora però servono anche le vittorie. Metterei la firma per aver fatto dieci punti in meno e avere punti in classifica. Non credo comunque che a fine stagione sarà ancora in vetta tra i marcatori”.

Che differenza c’è tra giocare in una grande squadra o in una di provincia?

“Non cambia molto. Il campo è lo stesso, il pallone idem. Io mi diverto dove gioco e quindi dove vivo durante l’anno”.

Dalla Nazionale si sta facendo sentire qualcuno?

“Non mi sono mai sentito fuori dal giro. Con Sacchetti ho un ottimo rapporto. Mi ha sempre chiamato, tranne quest’estate in cui ha fatto altre scelte per le Olimpiadi. Ora è presto però per parlare di Nazionale per me. A maggior ragione, dopo aver perso tre partite, il mio focus deve essere solo sulla Germani”.

Domenica arriva Napoli, che gara ti aspetti?

“Nervosa. O almeno noi dovremo giocare sui nervi. Dopo tre sconfitte sentiamo il bisogno di rialzarci. Ci serve qualcosa di emotivo e questo nel bene o nel male sono certo ci condizionerà”.

Domanda vezzosa: hanno un significato i due orecchini che porti?

“Sono un regalo di mia madre”.