La Germani vince al PalaSerradimigni di Sassari al termine di un match al limite della perfezione. E’ una vittoria che conferma i progressi visti con Napoli
Sassari. Felicità è vincere al PalaSerradimigni di Sassari dove Brescia, considerando anche i tempi della Telemarket, tornando quindi indietro nei primi anni Novanta, aveva vinto solo nel 2018, l’anno magico della Germani, quello delle nove vittorie di fila iniziali, della finale di Coppa Italia e della semifinale scudetto con Milano. E’ il secondo successo in tredici partite ed è storico anche perchè il primo di Magro in trasferta da capo allenatore e di una squadra che fino a due settimane fa veniva data dai più pessimisti come una possibile candidata alla retrocessione. “State buoni se potete” ammonivamo su queste colonne, convinti che una svolta fosse dietro l’angolo. Avevamo visto una Leonessa ancora work in progress giocarsela comunque con la Treviso della quale tutti parlavano in termini entusiastici, perdere immeritatamente e solo per piccoli dettagli con Varese e Tortona, uscire sconfitta da Trieste dove pure non aveva demeritato. Serviva anche un po’ di aria buona, giusta.
Continuità. Quest’aria la Germani l’ha fatta girare con la seconda vittoria consecutiva, a tratti persino dominando (nel terzo quarto si è toccato il + 16) un Banco di Sardegna Sassari che alla vigilia – non dimentichiamocelo per cortesia – faceva paura, al punto dall’essere indicato come alternativa, insieme a Brindisi, all’inarrivabile duo Milano-Virtus Bologna. Che poi la sconfitta della Segafredo a Napoli dà un ulteriore significato, sempre più importante, alla vittoria di Brescia sui partenopei. Meglio non andare a rileggere certi commenti sui social, potreste anche trovare cattiverie del tipo: “Non so quante altre squadre batteremo oltre a Napoli…”. Speriamo che adesso a questa Germani venga data un po’ più di fiducia: una partenza da 2 vinte e 3 perse l’avremmo firmata nel pre stagione. E c’è pure il rammarico per quelle sconfitte di cortomuso. Ma evidentemente dovevano far parte pure quelle di un percorso che ha portato a queste due vittorie consecutive che ora ci auguriamo risvegliano una piazza chiamata a raccolta domenica per la sfida del PalaLeonessa con la Fortitudo Bologna. Una partita che non è mai come le altre…
Personalità. A Sassari abbiamo visto Moss e compagni giocare un match al limite della perfezione. In difesa hanno funzionato come un orologio svizzero: 32 punti subiti nel primo tempo, 33 nel secondo. Eccellenti. Intensità, anticipi, letture sulle linee di passaggio avversarie, voglia di comunicare, di aiutare il compagno: questa difesa non ha un nome tipo match up, zona mista, box and one o altro. Questa si chiama carattere, cuore, abnegazione, voglia di seguire il proprio allenatore, pronti a buttarsi nel fuoco per lui. Magro ha creato un’empatia con i suoi ragazzi. Che stavolta non hanno tremato quando all’inizio del terzo quarto hanno subìto in apertura un 9-1 che ha annullato il +8 con cui avevano chiuso un primo tempo dove erano stati sempre in vantaggio. La chiave è stata lì. Il gruppo non si è sciolto, anzi si è cementato. Andando ad aggiungere, con un terzo quarto da 14-22, un altro +8 per poi stare in controllo tutto l’ultimo parziale. Con tanti saluti al Banco di Sardegna Sassari. Ajo’.
SBANCATO IL BANCO, AJO’
La Germani vince al PalaSerradimigni di Sassari al termine di un match al limite della perfezione. E’ una vittoria che conferma i progressi visti con Napoli
Sassari. Felicità è vincere al PalaSerradimigni di Sassari dove Brescia, considerando anche i tempi della Telemarket, tornando quindi indietro nei primi anni Novanta, aveva vinto solo nel 2018, l’anno magico della Germani, quello delle nove vittorie di fila iniziali, della finale di Coppa Italia e della semifinale scudetto con Milano. E’ il secondo successo in tredici partite ed è storico anche perchè il primo di Magro in trasferta da capo allenatore e di una squadra che fino a due settimane fa veniva data dai più pessimisti come una possibile candidata alla retrocessione. “State buoni se potete” ammonivamo su queste colonne, convinti che una svolta fosse dietro l’angolo. Avevamo visto una Leonessa ancora work in progress giocarsela comunque con la Treviso della quale tutti parlavano in termini entusiastici, perdere immeritatamente e solo per piccoli dettagli con Varese e Tortona, uscire sconfitta da Trieste dove pure non aveva demeritato. Serviva anche un po’ di aria buona, giusta.
Continuità. Quest’aria la Germani l’ha fatta girare con la seconda vittoria consecutiva, a tratti persino dominando (nel terzo quarto si è toccato il + 16) un Banco di Sardegna Sassari che alla vigilia – non dimentichiamocelo per cortesia – faceva paura, al punto dall’essere indicato come alternativa, insieme a Brindisi, all’inarrivabile duo Milano-Virtus Bologna. Che poi la sconfitta della Segafredo a Napoli dà un ulteriore significato, sempre più importante, alla vittoria di Brescia sui partenopei. Meglio non andare a rileggere certi commenti sui social, potreste anche trovare cattiverie del tipo: “Non so quante altre squadre batteremo oltre a Napoli…”. Speriamo che adesso a questa Germani venga data un po’ più di fiducia: una partenza da 2 vinte e 3 perse l’avremmo firmata nel pre stagione. E c’è pure il rammarico per quelle sconfitte di cortomuso. Ma evidentemente dovevano far parte pure quelle di un percorso che ha portato a queste due vittorie consecutive che ora ci auguriamo risvegliano una piazza chiamata a raccolta domenica per la sfida del PalaLeonessa con la Fortitudo Bologna. Una partita che non è mai come le altre…
Personalità. A Sassari abbiamo visto Moss e compagni giocare un match al limite della perfezione. In difesa hanno funzionato come un orologio svizzero: 32 punti subiti nel primo tempo, 33 nel secondo. Eccellenti. Intensità, anticipi, letture sulle linee di passaggio avversarie, voglia di comunicare, di aiutare il compagno: questa difesa non ha un nome tipo match up, zona mista, box and one o altro. Questa si chiama carattere, cuore, abnegazione, voglia di seguire il proprio allenatore, pronti a buttarsi nel fuoco per lui. Magro ha creato un’empatia con i suoi ragazzi. Che stavolta non hanno tremato quando all’inizio del terzo quarto hanno subìto in apertura un 9-1 che ha annullato il +8 con cui avevano chiuso un primo tempo dove erano stati sempre in vantaggio. La chiave è stata lì. Il gruppo non si è sciolto, anzi si è cementato. Andando ad aggiungere, con un terzo quarto da 14-22, un altro +8 per poi stare in controllo tutto l’ultimo parziale. Con tanti saluti al Banco di Sardegna Sassari. Ajo’.