ALLA GERMANI PIACE IL PROIBITO, MA CON MILANO NON BASTA

Contro ogni pronostico resta in partita per 35 minuti, limitando l’attacco dell’Armani, ma non trovando nel finale i punti per il colpaccio

Milano. Prendere, impacchettare, portare a casa e dimenticare. E’ un -14 (76-62), ma non è il -14 che temevamo. La Germani perde al Forum con uno scarto che in vigilia poteva anche essere firmabile, ma che non è il succo della partita per chi è a caccia di un articolo rapido da scorrere sull’i-phone. Se volete davvero sapere come è andata Armani-Germani dovete avere un attimo di pazienza e mettervi comodi. Basti pensare che a 4’ e 57” dalla fine sul 62-57 Cobbins ha avuto una comoda palla per continuare a tenere la scimmia sulla spalla dell’Armani Exchange: purtroppo le mani del pivot ogni tanto diventano ancora di pastafrolla e con quell’arancia persa la Leonessa ha lasciato sul parquet di Assago quel po’ di rimpianto che è giusto avere. Sul ribaltamento Pippo Ricci ha messo la tripla che ha fatto passare i titoli di coda. Già perchè a quel punto chi aveva avuto aveva avuto e chi aveva dato aveva dato. E Brescia non ne aveva più. E’ finita con la Germani che ha tenuto l’Olimpia sotto gli 80 punti in casa propria (desolante però il clima sugli spalti dove si sentivano più che altro i bresciani, presenti per altro in meno di un centinaio), ma è finita anche con Milano che in difesa ha fatto meglio del solito: viaggia a una media di 66,7 subiti.

Si lotta sotto canestro

A contatto. Tutto secondo pronostico quindi? Più o meno. Quel -14 finale temevamo infatti che fosse il leitmotiv della partita e invece Brescia è riuscita a stare sulla stessa pagina del libro, rientrando da un iniziale 9-0 che sembrava presagio di sventura. E’ stato Della Valle a togliere le ragnatele dalla retina di Milano poi ecco Mitrou-Long. Anche qui tutto come da copione. E’ stata una partita da punteggio molto basso e anche questo ha fatto la differenza per consentire a Moss e soci di restare attaccati. Milano ha cercato di prendere il largo sul 27-16, ma Brescia non gliel’ha permesso andando all’intervallo lungo 32-32, tirando meglio dell’avversaria da 2 e da 3, resistendo così al -11 a rimbalzo. “Ora sentirete Messina – dicevano in parterre – farà tremare i muri ed entrerà in campo un’altra Olimpia”. Al contrario: la Germani è riuscita a mettere il naso avanti per la prima volta sul 32-34 con Petrucelli (assist di Mitrou-Long). Nuovi tentativi di mini fuga interni sul 47-40 e sul 55-49. Da quel momento non si è più avuta davvero la sensazione che Brescia potesse strappare l’inerzia anche se dal 62-53 si è passati all’azione citata ad inizio articolo con quella palla che Cobbins non ha saputo mettere in fondo al cotone per dare un’ultima chance (illusione?) ai suoi. 

I tifosi bresciani presenti al Forum nel settore ospiti. Ce n’erano anche nella tribuna adiacente

Non lasciate soli quei due ! Magro ha detto che serviva la partita perfetta per fare il colpo, non farsi solo sedurre dal proibito, ma per coglierlo davvero. Noi aggiungiamo che oltre ad aver trovato un’anima difensiva (69 punti con Venezia, 79 con Milano) bisogna proseguire nella ricerca di altre punte offensive da mettere a fianco dei soliti noti Della Valle e Mitrou-Long: Moore di questo passo si candida per far parte del tridente. Ma ancora non basta: Gabriel, Burns se ci siete battete un colpo. E anche Eboua capisca che le chances vanno sfruttate. Perchè è un attimo passare da prospetto Nba a giocatore sopravvalutato. 

Giorgio Armani con Maria Paola Ferrari

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