PARRILLO: “ERO UN RAGAZZO NELLA MEDIA, MA CON IL LAVORO….”

La guardia della Germani si è raccontato a “Basket Time 2.0”. Dopo tanta panchina, con Cremona è partito in quintetto: “L’affetto dei tifosi è una grande vittoria. Sono cresciuto ispirandomi a mio padre, anche lui giocava”

Brescia. Salvatore Parrillo, play-guardia classe 1992 della Germani Brescia, ha rilasciato un’intervista a “Basket Time 2.0” su VideoBresica Sport.
Il beneventano, dopo tanta panchina, è partito in quintetto contro Cremona anche per via dell’assenza di Petrucelli, e ha risposto alla grande.
La grintosa guardia della Leonessa è canestri è ormai un idolo per i tifosi.
Parrillo ha voluto mandare un abbraccio virtuale a tutti i tifosi e non che sono stati colpiti dal covid, invitando chiunque a non arrendersi mai, proprio come ha fatto lui costruendosi una carriera fatta di grandi sacrifici, di attese, di pazienza ora anche ripagata.

Parrillo, il covid si sta diffondendo un’altra volta e lo sport ne risente: Milano è stata bloccata fino al 27, Venezia e Cremona hanno positivi, voi idem. Cosa pensi di questa situazione? C’è il rischio che venga bloccato tutto di nuovo?
“La situazione è spiacevole, oltre a quello che dobbiamo sopportare noi giocatori tra tamponi e campionati bloccati, il mio pensiero è rivolto a tutte le persone che stanno male e soffrono in questo orrendo periodo. L’unica speranza è il vaccino, non abbiamo altre possibilità se non quella di vaccinarci e seguire le regole dettate dagli esperti con il buon auspicio di concludere l’era del Covid il più velocemente possibile”.
Ha senso per te continuare a giocare se molte persone per malattia o per paura non verranno al palazzetto?
“Si, è da due anni che il Covid si è imposto nelle nostre vite e l’unica soluzione è procedere a testa alta. Tutti sono a rischio e andando avanti col tempo questo problema diventa sempre più pesante, ma credo che fermare la vita quotidiana delle persone voglia dire arrendersi ed è sbagliato poiché dobbiamo combattere per vincere anche questa partita”.
Alessandro Magro nel post partita contro Cremona ha detto che seguire le regole è giusto ma il rischio è quello che i campionati vengano falsati poiché vengono tolti dei giocatori asintomatici e dunque il piano partita deve essere ridimensionato senza il tempo per farlo. Cosa ne pensi?
“Sono completamente d’accordo con il coach, ma è il secondo anno che ci stiamo adattando a questa situazione. Dobbiamo essere bravi a reagire agli imprevisti e anche un po’ fortunati. I campionati possono essere falsati, c’è variabile che può distruggere una squadra ma con molta concentrazione e dedizione, nel limite del possibile, ci impegneremo a far in modo che non ci ostacoli troppo questo problema”.

Sei un esempio di professionista esemplare con molta pazienza e resilienza. Hai giocato poco quest’anno, ma hai dimostrato con Cremona di saperti far trovare pronto, marcando e pressando tutti…
“Cosa bisogna fare per tenere alta la concentrazione e la speranza?
Io lavoro per farmi trovare pronto in ogni situazione. Ammetto che ci sono molti momenti in cui non è semplice, avendo pochi minuti in campo, reagire, ma questa è la mia forza, lavorare a testa bassa e apprezzare ogni istante che questo bellissimo sport mi concede e senza pretendere mai nulla. Voglio mettere sempre la squadra al primo posto e il mio unico obiettivo è far vincere il mio gruppo, non bisogna mai mollare poiché tutto verrà ripagato”.
Hai mai avuto dei momenti in cui hai pensato di mollare tutto e andartene?
“Sicuramente non è semplice poiché tornare a casa dopo essere rimasto a secco lascia dell’amaro in bocca ma il mio carattere e, soprattutto, la mia famiglia mi aiutano a capire di non arrendermi mai perché è una parte della mia mentalità. Sono contento delle possibilità che mi sono state concesse e le sfrutterò sempre”.
Il tuo discorso sulla pazienza e la dedizione è l’esempio perfetto per chi vuole essere un professionista nel mondo dello sport?
“Il mio compito è quello di lavorare molto e migliorarmi. Ero un ragazzo nella media e ho dovuto faticare tanto per ottenere i risultati che tutti potete vedere ora, nonostante io creda di non essere ancora al top. L’unico modo per poter guadagnare potere e forza è abbassare la testa e lavorare”.
Il tuo carattere ti ha fatto diventare un idolo della tifoseria bresciana. Cos’hai provato domenica quando la gente ha scoperto che partivi in quintetto e ti ha dedicato subito un coro?
“Queste sono le mie vittorie più grandi. È raro che mi capiti di fare tanti punti o giocare molti minuti, ma quando ho questa gratitudine dai nostri tifosi vuol dire avercela fatta”.
Hai un idolo, o un modello a cui ti ispiri, che sia italiano o straniero, che interpreta come te il tuo ruolo?
“Sono cresciuto guardando mio padre, che è un ex giocatore, era un pivot. Lui ha sempre vissuto lo sport in questo modo dando il massimo per raggiungere i suoi obiettivi, dunque la mia mentalità è di famiglia. Sicuramente ci sono molti campioni che mi piace imitare e che seguo ma il primo nome sulla lista è quello di Adolfo Parrillo”.
In che categoria ha giocato tuo papà? Andavi a vederlo?
Lui ha giocato in molte squadre (anche a Caserta, ndr), arrivando fino in serie B. Si andavo sempre a vederlo ovunque, con mia mamma e mio fratello. Sono cresciuto a pane e basket”.

Ti senti un giocatore che più utile per amministrare un vantaggio, per alzare il ritmo o per marcare un esterno esplosivo?
“Preferirei lasciare la risposta agli allenatori. Potrei azzardare di essere un giocatore importante sotto l’aspetto difensivo in quanto cerco di aumentare l’intensità della difesa, allo stesso tempo provo anche a mantenere un vantaggio poiché ho l’abitudine di ragionare molto ed evitare forzature.
Sono gli allenatori che decidono quale sia il miglior compito per me”.
L’anno scorso c’erano molte aspettative su questa squadra, cosa è andato storto per te?
“I fattori sono molteplici, abbiamo avuto un cambio di allenatore e alcuni giocatori sono stati sostituiti per fare spazio ad altri, tutto questo oltre al Covid.
Non sono solito avere alibi, ma i motivi sostanzialmente sono questi. Quello, però, è il passato. Ora dobbiamo cancellare la stagione dello scorso anno e fare tesoro degli errori per poterci migliorare facendo in modo di dimostrare il nostro valore durante questo campionato”.
Lunedì, se non ci saranno stop improvvisi, c’è la trasferta a Treviso. Lo consideri uno spareggio per le Final Eight?
Sicuramente è una partita importante, mancano tre match e dobbiamo impegnarci per vincerle tutti. Nessuno vuole rimanere fuori dunque non sono certo che la partita di lunedì sia quella decisiva, ma è nostro dovere provare a vincerla”.
Parlando di Final Eight, ricordiamo quando giocavi a Cantù e contro Milano segnasti da tutte le parti…
“Arrivavamo alla Coppa Italia con tante assenze e molti giocatori che giocavano meno hanno avuto il loro spazio. Poi ci siamo fermati proprio contro Brescia, ma è stato bello lo stesso”.

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