GERMANI A 100 ALL’ORA TRAVOLGE PESARO: IN FINAL 8 CON UNA TRA TRIESTE E TRENTO

Brescia da subito padrona del match, vince con cinque uomini in doppia cifra e tre a quota 18 chiudendo l’andata al quinto posto. Ora aspetta l’avversaria per il primo turno di Coppa Italia

Brescia. Tutti in piedi per la Leonessa. Come ai bei tempi. Sì perchè questi sono bei tempi. La Germani derubrica la quarta vittoria consecutiva, quinta nelle ultime sei (l’unica sconfitta a Milano in un match giocato a lungo alla pari con i campioni d’ Italia) e chiude al quinto posto il girone d’andata. A soli due punti dalla terza. Che a ripensare a come si perse con Varese e Tortona nelle prime due giornate viene da mangiarsi mani e gomiti… Ma è un risultato sensazionale e come tale va goduto. Spazzati via definitivamente i dubbi (eccessivi e a tratti veramente cattivi) che c’erano sul progetto Magro-De Benedetto. Non è bello dire “noi lo avevamo detto”, ma ci sono editoriali, trasmissioni, interventi che testimoniano di come su queste colonne e a “Basket Time 2.0” chiedessimo tempo dopo lo 0/3 iniziale, stupendoci della fretta che c’era nel giudicare questa squadra così nuova, al contrario della pazienza che ci fu in passato con altri allenatori e giocatori.

Splendida inquadratura dall’alto di Kenny Gabriel mentre va a schiacciare

Verso la Coppa. Alessandro Magro ora non è più “un coach inesperto, inadatto, da cacciare”, ma “il profeta del nuovo basket dove si gioca anche senza play e senza pivot puri”. Ci vorrebbe sicuramente più equilibrio. Anche perchè questa Germani è persino sorprendente per come ha ribaltato l’inerzia del suo girone d’andata. Alla kermesse di Pesaro (16-20 febbraio) si comincerà contro una tra Trento e Trieste (sono a pari punti ed entrambe devono recuperare un match) giocando subito il giovedì e quindi avendo un giorno di riposo nel caso in cui si dovesse accedere alla semifinale. Perdere con Pesaro e arrivare settimi avrebbe fatto tutta la differenza del mondo: in campo il venerdì e contro la Virtus Bologna. Vuoi mettere?

Gabriel Cobbins si appena al ferro e lascia di stucco Jones

Un dominio. Aver saputo il giorno prima della vittoria di Brindisi su Napoli, che aveva quindi già portato la Germani alle Final Eight, non ha tolto un grammo di concentrazione agli uomini di Magro. Sono entrati in campo duri, attenti, concentrati. E dopo meno di 5’ erano già 13-4. Prima della metà del secondo parziale sul 36-20 la sensazione era netta: partita chiusa, lungo garbage time con il + 30 toccato già nel terzo quarto e mantenuto fino alla fine nonostante negli ultimi 10’ abbia giocato il secondo quintetto. Pesaro, la Pesaro che solo domenica aveva schienato Milano, aveva capito che non c’era trippa per gatti. La banda biancoazzurra stava dominando in ogni angolo del parquet: dai 6.75 con Mitrou Long e Gabriel, sotto canestro con Burns e Cobbins a spazzare via Camara e Jones. E Delfino ? Raramente pervenuto. Gli esterni biancorossi hanno segnato a babbo morto mentre la Germani ha chiuso con tre uomini a 18 (Cobbins, Della Valle e Mitrou Long), anche Burns e Petrucelli in doppia cifra, dieci uomini a segno, in dodici sul parquet con un alley-oop tra baby Mobio e Cobbins che ha fatto saltare in piedi i 1.133 del PalaLeonessa così come in precedenza quello tra Mitrou-Long (da fermo) e il miglior Cobbins della stagione. Con un 110-78 che non ammette repliche.

Un’altra ottima prestazione di Petrucelli

Domenica per non voltarsi indietro. Per la prima volta assisteremo a una settimana vecchia maniera, quelli in cui c’era l’Eurocup: tre partite in otto giorni. Domenica alle 20.30 arriva Sassari per la terza gara interna di fila. Vietato voltarsi indietro e pensare che sia il momento di rifiatare dopo aver conquistato le Final Eight con un quinto posto eccellente. Si riparte da una difesa intensissima (la seconda migliore del campionato dopo Milano) e da un attacco che arriva fluido e preciso come conseguenza di tutto ciò. Già perchè il segreto del basket sta anche in questa semplicità.

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