MAGRO: “ABBIAMO DIMOSTRATO CHE SAPPIAMO VINCERE ANCHE SOFFRENDO”

Il coach della Germani si toglie qualche sassolino: “Felice dei cori e dei riconoscimenti. Non voglio fare polemica, ma non dimentico quello che è stato scritto e detto…”

Brescia. Alessandro Magro è l’uomo del momento. Dalla Curva degli “Irrducibili” è arrivato anche il primo coro tutto per lui. La Germani vola, anche se stavolta è stata decisamente meno semplice delle altre. 

Coach, altri due punti che fanno lievitare la classifica?

“E’ stata una partita complicata e difficile come ci immaginavamo. Tre partite in una settimana per adesso non sono la nostra consuetudine e inoltre dovevamo affrontare una squadra che gioca una splendida pallacanestro offensiva. All’inizio non abbiamo espresso lo stesso tipo di energia delle altre volte. Gara condizionata dall’uscita precoce di Gabriel per 2 falli. Non ho voluto rischiarlo per non perderlo su Bendzius, per quello ho ruotato Burns e Moss. Nel quarto quarto Kenny difensivamente è stato preziosissimo, anche se non ha segnato molto. Contributo prezioso anche quello di Laquintana in una serata in cui Mitrou Long ha fatto tanti punti, ma un po’ di confusione sulle scelte”. 

Quanto vale questa vittoria?

“Molto perchè rispetto alle altre volte quando avevamo abituato le persone ad andare all’intervallo con vantaggi ampi, stavolta c’è stato da soffrire. E’ stata una gara bella, non facile da allenare: canestri da una parte e dall’altra. Anche Robinson ha fatto 4/5 da 3, che non nelle sue corde. Diamo i meriti a Sassari. Quando vinci soffrendo giocando insieme c’è da battere le mani e dire grazie ai giocatori e al mio staff”. 

Tutti dicono che siete i più in forma, che effetto ti fa?

“Chi è addetto ai lavori e ci vede giocare si diverte per quello che facciamo sui due lati del campo. I complimenti me li avevano fatti già prima del match e non sono tutti miei amici come Banchi a farmeli… Non siamo Milano o Bologna, ma se prima eravamo Brescia che giochicchiava e un po’ vinceva e un po’ perdeva adesso siamo una squadra contro la quale bisogna preparare delle grandi partite. Non ho mai fatto polemica e mai la farò, ma ho letto e sentito tutto e mi ricordo quello che si diceva fino a qualche tempo fa. Ora siamo nel gruppo delle terze… Non avrei fatto nulla senza uno staff che mi sosteneva e giocatori che credevano in me. Era importante vincere con Sassari perchè ora ci aspettano due trasferte consecutive e abbiamo visto com’è facile in questo campionato vincerne tre o quattro di fila così come perderle. Guardate cosa è successo a Napoli”. 

Perchè hai detto che non era facile da allenare questa partita?

“Il carico di stress esiste perche abbiamo deciso di fare questo lavoro e lo facciamo molto volentieri. Sapevo che non avremmo vinto dilagando come nelle ultime uscite. Il ruolo dell’allenatore è questo: la vera differenza non è giocare lo schema giusto, ma tenere unito il gruppo. Questo serve per capire cosa succede in campo. Siamo una squadra che cresce come un bambino, un po’ alla volta. Ognuno quando entra dimostra di aver piacere a giocare sia in attacco che in difesa. Abbiamo variato tanto nei ruoli in questa partita. Quando allenavo le giovanili a Siena ai miei giocatori dicevo che non deve interessar cosa c’è scritto dietro la maglia, ma davanti: questo significa giocare di squadra”.  

E’ arrivato anche il primo coro dalla Curva tutto per te…

”Mi fa molto piacere. A un certo punto ho fatto quello che di solito non faccio, chiedendo alla gente di farsi sentire. Il fattore campo deve essere importante. Mi ricordo com’era il PalaGeorge, vorrei vedere così anche il PalaLeonessa. So che più di tanto la gente non può entrare e allora dico che, pur rispettando quello che va rispettato ovvero vaccini, green pass, mascherine e controllo della temperatura, sarebbe ora di togliere certe limitazioni nei palazzetti”.

Il momento in cui Alessandro Magro ha chiesto l’aiuto del pubblico

condividi news

ultime news