Quarta partecipazione in sei anni di militanza in serie A: una semifinale, una finale e un’eliminazione al primo turno il bilancio al quale mancherebbe solo un’ultima soluzione per essere perfetto…
Brescia. Dici Final Eight di Coppa Italia, chiudi gli occhi, e ti appaiono dei flash mentali ancora ben scolpiti nella memoria. Già perchè il rapporto tra la Germani e questa manifestazione è stato finora molto intenso. Siamo alla quarta partecipazione in sei anni di militanza in serie A. Un bilancio che già così sarebbe più che significativo. Nel palmares di Brescia ci sono una semifinale (al primo anno), una finale (nella seconda partecipazione) e un’eliminazione al primo turno (due stagioni fa). Verrebbe da dire che questo club ha provato di tutto e che manca un’unica cosa, la cigliegiona, l’alzata della Coppa… Va sottolineato che il livello quest’anno è molto alto con una Milano che a tratti pare ingiocabile e una Virtus Bologna che, ha annunciato, si presenterà a Pesaro al gran completo, ma il bello delle manifestazioni con partite senza domani è che tutto può succedere. Proprio come ha sperimentato la stessa Germani sulla propria pelle. Nel bene e nel male.
Stagione 2016-17. Brescia fu la grande sorpresa di quella Coppa Italia. La squadra di Diana, neopromossa, che aveva iniziato il campionato con una vittoria e cinque sconfitte mettendo in serio pericolo la panchina dello stesso tecnico, acciuffò le Final Eight con uno strepitoso finale di girone d’andata, vincendo tre delle ultime cinque partite (in casa con Cremona e Pistoia e a Torino). Il match giocato in un PalaGeorge sold out l’8 gennaio 2017 con Pistoia fu uno scontro diretto: la Germani vinse 97-79 strameritando quindi di accedere alla kermesse di Rimini; dopo i primi due quarti equilibrati, uscì la classe di Luca Vitali e Landry, il talento di Michele Vitali e Moore e per i toscani non ci fu nulla da fare. Brescia chiuse addirittura settima, venendo accoppiata all’Umana Reyer Venezia giunta seconda a due soli punti da Milano. A fine gara Graziella Bragaglio dichiarò: ”Siamo orgogliosi di aver scatenato la basket-mania”. Venerdì 17 febbraio sugli spalti del PalaFiera di Rimini ci sono oltre 600 bresciani e anche questo contribuisce a portare la Germani all’impresa: 76-68 su una Venezia che a fine stagione diventò campione d’Italia, cinque uomini in doppia cifra e il duo Landry-Burns (19+15) una spanna sopra tutti. In una gara condotta a lungo (25-15 già al 10’), Brescia ha sempre tenuto la barra dritta. “Il segreto è che siamo come una famiglia e non ci poniamo limiti” disse Landry. ”C’è una chimica pazzesca” la spiegazione di Bonetti. Nemmeno il tempo di godersi l’impresa e la sera dopo la Germani era già in campo per una storica semifinale contro Sassari, da cui aveva perso nettamente alla terza di andata, ma che aveva battuto al ritorno con un incredibile 56-48. La Leonessa rimase in partita fino a 7” dalla fine quando, sul 72-70, Stipcevic sganciò la tripla che chiuse i conti (finì 77-70) dopo che nell’azione precedente il ferro aveva sputato la tripla del sorpasso a Luca Vitali. Amarezza anche per un arbitraggio non certo favorevole. Così a fine gara Andrea Diana: ”Ne usciamo con tanto rispetto da parte di tutti”.
Stagione 2017-18. Un anno dopo la Germani che si presentò alle Final Eight di Coppa Italia era una squadra decisamente più matura. Partita con nove vittorie nelle prime nove giornate, qualificata con quattro giornate d’anticipo alla manifestazione in programma stavolta a Firenze, si presentò come testa di serie numero 2. Al primo turno il match con la Segafredo Virtus Bologna (venerdi 16 febbraio 2018) fu poco più di una passeggiata: 97-83 con i fratelli Vitali e Moore in evidenza, gara chiusa già nel terzo quarto. Non tutti diedero credito a quel successo, ricordando gli infortuni dei felsinei (Aradori e Alessandro Gentile). In semifinale, il giorno dopo, con Cantù fu una battaglia: i brianzoli avevano appena eliminato Milano e pur senza Culpepper e Crosariol (ma anche Brescia dovette fare i conti con un Moss a mezzo servizio, impiegato solo 15’ per una guaio a una coscia) riuscirono a portare la Germani al supplementare vinto poi dagli uomini di Diana 87-82. Nel frattempo i tifosi al seguito erano diventati 2000 e a fine gara tutti in piedi ad urlare: ”Fino alla fine forza Leonessa”. Domenica 18 febbraio la finalissima con Torino. In un clima pazzesco. E fu sconfitta beffa: 67-69 dopo aver condotto per 36 minuti e aver subito a 2” dalla fine il contropiede decisivo di Vujacic (2 anelli con i Lakers) servito da Washington che si ritrovò in mano un rimbalzo schiaffeggiato da Hunt e non tenuto da Moss. Una Germani che deve battersi il petto per aver tentato due volte (sbagliandolo) il tiro da 3 con Landry e Luca Vitali per vincere dalla lunga distanza, anzichè sporcarsi le mani nel pitturato. Una delusione atroce per i quasi 4.000 bresciani al ”Mandela Forum”, trasformato in un altro PalaGeorge.

Stagione 2019-20. Solo un giretto nella terza esperienza in Coppa Italia, nella prima stagione con Enzo Esposito in panchina. Chiusa l’andata al terzo posto, già qualificata alle Top16 di Eurocup, la Germani venerdi 14 febbraio 2020 esce subito al cospetto della Fortitudo Bologna: 73-76, colpita al cuore dal bresciano Aradori (16 punti). Il teatro era lo stesso che aspetta la Leonessa da dopodomani: Pesaro. Fu anche la penultima partita della stagione, che venne poi bloccata per il dilagare della pandemia. Brutti ricordi. Ma c’è sempre un domani per provare a cancellarli e quel domani forse è già oggi…