Pesaro. Dopo la chiacchierata con le due punte di diamante della Germani, è il turno del coach di rispondere alle domande del proprio ufficio stampa sulle aspettative della partita di domani.
Naz ha detto di essere un rookie, Amedeo tra le esperienze vissute non è mai riuscito a vincere la Coppa Italia, tu, che invece hai grande esperienza di Coppa, che sensazioni provi alla vigilia della partita con Trento, ma in generale su questa competizione?
“Ho avuto la fortuna di far parte di diverse edizioni di Final Eight di Coppa Italia, finite in maniera diversa ogni volta; sono capitato con formazioni che sono uscite al primo turno, al secondo, che sono andate in finale e vincere la Coppa, un po’ come David, siamo un po’ i veterani di questa edizione, ma tutte le volte è una sensazione sempre molto particolare, intanto perché questo è un gruppo nuovo e si è guadagnato sul campo la possibilità di partecipare a questo evento che è l’unico durante la stagione che permette a tutte le otto squadre di trovarsi in un’unica location, si ha la possibilità di condividere anche i momenti fuori dal campo, di incontrare tanti allenatori, i giocatori incontrano quelli delle altre squadre; in un momento in cui le altre otto squadre sono ferme per il lungo stop della Coppa Italia e poi della Nazionale, noi abbiamo avuto la possibilità di allenarci e preparare una partita che sarà molto dura. l’obiettivo è quello di viverlo con la massima serenità e gioia, e il bello nel nostro caso, e lo dico con piacere, è vedere che tutto il reparto invisibile della squadra sia qui e credo che sarà una esperienza ancora migliore in quanto condivisa tra staff, giocatori e componenti del club, è un premio che ci prendiamo e che ci godremo in ogni istante, e cercheremo di lottare perché questo momento si prolunghi fino al week end”
Entrando un po’ più nel vivo dell’aspetto tecnico, che partita ti aspetti domani? Brescia e Trento sono due squadre dai percorsi agli antipodi; Trento allo stesso tempo non è la stessa squadra incontrata nella gara di andata. Come avete preparato il match?
“Intanto tornando sul discorso del format, sappiamo che stiamo vivendo e abbiamo attraversato un momento particolarmente positivo, a tratti magico. Arriviamo a questa partita con un enorme carico di fiducia e consapevolezza nei nostri mezzi. Non è la stessa cosa per i nostri avversari che, dopo un inizio migliore e più solido del nostro, hanno avuto delle difficoltà sia in campionato che nel doppio impegno europeo. Ma arrivando qua sappiamo che questo non conta nulla, tutto si azzera e per quel che riguarda Trento questa potrebbe essere un’occasione per cercare di invertire la tendenza del cercando di riprendere il ritmo con una vittoria e una bella manifestazione per poi portarla in campionato per dare nuova spinta. Chiaramente in partite come queste del “win or go home” l’aspetto mentale conta. Abbiamo preparato la partita sapendo che Trento è una squadra completamente diversa rispetto a quella incontrata nel girone di andata, sia per struttura fisica che per qualità del roster così come per gioco sia offensivo che difensivo. Il Palazzetto di Pesaro, mi dicono, sia un palcoscenico fantastico e un contesto strepitoso e daremo tutto quello che abbiamo per arrivare al week-end e dare modo ai nostri tifosi di raggiungerci per sostenerci”
Nell’ultima conferenza stampa hai parlato di un invito al ballo che ci siamo meritati e ora siamo venuti qui per ballare. La Final Eight era un obiettivo anche se non c’era l’urgenza di raggiungerlo visto il progetto nato da poco. Con tutte queste premesse è possibile affrontare una manifestazione del genere con leggerezza o è la chiave con cui molte squadre poi sono riuscite ad arrivare fino in fondo?
“Direi di sì nel senso che nessuno aveva mai chiesto di mettere negli obiettivo della stagione la Final Eight; è una cosa venuta col tempo dopo un primo periodo in cui si percepiva che questa era una formazione che avrebbe lottato per salvarsi fino alla fine, visto l’inizio con qualche ingranaggio da oliare. Abbiamo poi trovato la continuità giusta per qualificarci, frutto del lavoro che si è fatto e del fatto che la squadra, che oggi è la terza forza del campionato, non ha mai smesso di crescere. La consapevolezza e gli obiettivi poi te li dai da solo e il gruppo ha fatto questo, vedendo che il lavoro che si fa durante la settimana porta a determinati risultati per cui i ragazzi sanno e credono di poter fare una bella prova contro Trento. Dal momento che si ha la possibilità di ballare bisogna cercare di farlo seriamente e il più possibile. I primi due o tre minuti per entrambi le squadre saranno particolari e per rompere il fiato e per cercare di capire dove sei e quello che puoi fare e non sempre si ha la maturità di farlo. Sicuramente le squadre che hanno giocatori che hanno esperienza di questo tipo di partite sono più avantaggiate. Noi abbiamo un bel mix, abbiamo dei rookie e dei giocatori di esperienza per cui cercheremo di mettere in campo non tanto leggerezza ma il nostro modo di giocare a pallacanestro che in questo momento, senza arroganza, sta portando risultati postivi”
Nelle ultime settimane l’entusiasmo della città intorno a questa squadra è esploso, lo si è visto anche sabato scorso al PalaLeonessa. Naturalmente i risultati positivi aiutano molto ma è segno che questa squadra, il gruppo proprio così come lo staff ha raccolto l’amore del pubblico con l’intento di creare un legame solido. Si percepisce anche sui social e c’è un feed-back a doppio senso.
“Credo che se facciamo tutto quello che facciamo, e parto dalle parole di Mauro Ferrai, lo si fa nel migliore dei modi possibili e per provare a raggiungere dei traguardi importanti. Lo facciamo, a 360° per tutto il popolo biancoblù (che in questo caso sarà bianco-verde) e non possiamo farlo se lo facessimo solo per noi stessi. All’inizio credo che la squadra abbia sofferto un po’ questa diffidenza, questa sensazione di dubbio nei confronti di alcuni giocatori nuovi e dello staff tecnico e la sensazione più grande è stato riuscire a conquistarsi, sempre col duro lavoro e un atteggiamento “operaio” sporcandoci le mani, anche l’amore dei nostri tifosi e ne siamo orgogliosi perché sappiamo quanto sia importante avere intorno a noi un pubblico e dei tifosi che ci sostengono. Ci tengo anche a sottolineare un aspetto (, avendo io anche fatto parte di tante altre squadre), il fatto di apprezzare non solo quello che succede sul campo ma anche quello che fanno i giocatori che non sono sul parquet. Sono orgogliosissimo del mio gruppo e dell’unione che c’è con tutti anche coloro che non giocano tanto, sono sempre pronti ad incitare i compagni e credo che si respiri anche guardando la partita da fuori. Il gruppo è molto unito e questo contribuisce molto a costruire i risultati che stiamo avendo”
Anche tu sei un rookie da capo allenatore in Coppa Italia. Che sensazioni provi come uomo e come allenatore?
“Nonostante l’esperienza, ogni volta che ti presenti davanti ad una nuova sfida, devi ricominciare daccapo. Sei forte dell’esperienza che hai fatto, c’è grande orgoglio ed emozione e aspettativa, ci tengo e ci terrei che questa squadra faccia una buona partita domani per dare la possibilità anche ai tifosi di venire nel fine settimana e a loro per giocarsi qualcosa di speciale. Non voglio usare il termine pressione, anche se penso che sia positiva perché se non hai pressione vuol dire che non hai aspettative e non vali niente per poter ambire ad un risultato . Io e i mei giocatori siamo i primi che si mettono pressione, quella sana addosso, quella che aiuta a far vedere che possiamo dire la nostra. Sono felice e orgoglioso anche dell’opportunità che mi è stata data da Mauro Ferrari, di fare il capo allenatore e con le mie idee, accompagnato in questa avventura con Marco de Benedetto con cui siamo molto in sintonia sull’idea di pallacanestro. Quest’estate abbiamo messo giù delle idee sul foglio di carta e alla struttura che potesse avere la squadra (siamo partiti da Amedeo della Valle) e i valori che i giocatori dovessero avere, che potesse essere una squadra frizzante che facesse anche divertire. C’è sempre stata grande consapevolezza di quello che potevamo essere. All’inizio c’è stata un po’ di frustrazione ma capivamo che i valori c’erano. E così abbiamo costruito sui due pilastri che ci contraddistinguono, la fiducia e la pazienza che io e Marco de Benedetto abbiamo trasferito alla squadra. E il nostro orgoglio sta nel vedere che queste idee sulle carta e scelte che sembravano impopolari piano piano sono arrivate a dare i risultati. La fortuna più grande di un allenatore è avere un gruppo che ti permette di essere allenato. Tutti hanno rispetto e fiducia in quello che proponiamo. Quello che deve fare un allenatore è mostrare la via da seguire”
Si può e si deve sognare in grande qui a Pesaro? L’ashtag Dream Big sarà valido anche a Pesaro?
“A prescindere dai colori, sono i valori che contraddistinguono quello che facciamo. E quindi sì sognare in grande si può fare. Dream Big era valido anche quando il record era zero zero. Il valore del Dream Big è che ognuno di noi sia sempre la versione migliore di sé stesso, di no adagiarsi dentro alla propria comfort zone e cercare sempre di migliorarsi lasciando il segno e costruendo qualcosa di solido che possa far crescere tutti coloro che ne fanno parte. Questa penso che sia la vittoria più bella”
Domani alla Vitifrigo Arena ci sarà uno stand “Casa Brescia”, un posto dove potranno passare i tifosi (anche delle altre squadre) , i giornalisti e gli addetti ai lavori e gli stessi sponsor. Lì faremo una diretta con te prima dlela palla a due. Questo per noi rientra nel Dream Big di cui parlavi, nel lasciare il segno come squadra, staff e ufficio …
“Assolutamente e colgo l’occasione per ringraziare tutti gli sponsor che hanno voluto accompagnarci in questa esperienza. Credo che lavorare bene sia anche un modo per attirare sempre più persone che vorranno fare parte del nostro mondo. E quale modo migliore per farlo avendo uno stand per farsi conoscere”