A prescindere dalla partita vinta con la Dolomiti Energia Trento e dall’avere una Germani Leonessa sempre più matura nella sua mentalità di gioco, assistere ad una competizione come la Coppa Italia nutre cuore e spirito. Il Principino alla Rai: ”Giochiamo un basket aperto e divertente, anche se non possiamo paragonarci alle big”
Pesaro. Con la vittoria al primo turno la Germani Leonessa, pur faticando non poco con una Trento in cerca di segnali positivi in un periodo di magra sia in campionato che nella coppa europea, in un certo senso si è riscattata anche dalla sconfitta del girone di andata in cui la mela era risultata proprio avvelenata. La squadra di Magro sta esprimendo tecnicamente livelli elevati di gioco producendo una pallacanestro a tratti anche molto divertente, deliziando anche un pubblico, il proprio, che, come sempre, non si tira indietro, soprattutto quando la squadra porta a casa bei risultati (ma anche quando perdeva più partite di seguito boccheggiando a inizio campionato). Assistere ad una competizione come la Coppa Italia nutre cuore e spirito indipendentemente dai risultati che si possono verificare.
Dentro o fuori. Si sa queste partite secche hanno un’alta componente di crudeltà perché è inevitabile: se vinci vai avanti, se perdi riprendi il pullman di ritorno lo stesso giorno della gara. Per cui il mix di sensazioni che ognuno porta con sé partecipando a questo evento, giocatore o tifoso che sia, non è mai così banale né tantomeno scontato. C’è chi dice che è come la notte prima degli esami, chi salta sul divano ad ogni azione sprecata, ad ogni canestro fatto o subito. Sei orgoglioso anche di riprendere la tua squadra e il coach mentre con la musica di “Rocky” escono carichi dallo spogliatoio per il riscaldamento, incontri tanti volti del presente e del passato che hanno calcato parquet di tutto il mondo e ci scatti un’istantanea sentendoti quasi importante, tifi anche la squadra per cui simpatizzi dopo quella del cuore, vedi visi distesi e felici di essere in un palazzetto e godersi 10 uomini che vanno avanti e indietro in un rettangolo per cercare di infilare in una retina una palla e per tentare di accedere alla finale che potrà far loro abbracciare l’ambito trofeo. Partecipare a questa competizione ha tutta l’aria di essere un privilegio e un onore: è una grande opportunità vincere un trofeo che porterà lustro al club, che lo potrà esporre nelle proprie teche. Per dirla alla Sandro Gamba, elettrizzato più che mai nell’intervista a Repubblica di qualche giorno fa: ” la Final Eight è questione di prestigio e vetrina e anche fonte di critiche se una favorita cade anzitempo; tocca giocarsela ai veterani, non è tempo di esperimenti o di far rifiatare qualcuno, e, come si addice ad un grande club, ogni occasione per arricchire la propria bacheca è buona per cui l’orgoglio e il prestigio della propria storia va onorato”
Protagonisti. Mentre scriviamo passa la seconda partita dei quarti che vede in campo la Vitrus Bologna di Sergio Scariolo e del recuperato Teodosic contro l’Happy Casa Brindisi del neo acquisto Alessandro Gentile, e che ci sta offrendo uno spettacolo esaltante; certo vedere gli assist di Milos Teodosic “il mago” appena recuperato dall’infortunio al ginocchio e i tiri acrobatici da tre di Belinelli (che con Amedeo della Valle già si contende il titolo di miglior marcatore con i suoi 23pt) con una Brindisi che si spende a non mollare un punto e un centesimo di secondo (peccato l’infortunio di Wes Clark nel finale dopo una gara intensa), è veramente delizia degli occhi ed esaltazione dei sensi, che ti fa pensare che sia un vero peccato non trovarsi sotto i canestri a fotografare le prodezze e a registrare con gli occhi le fluttuanti evoluzioni della palla, come il giorno prima del resto. Giocate che sono poesia, pennellate degne di un’espressionista e giocatori che accarezzano l’arancia gustandone lo spinning e il rumore quando arriva nelle mani e ne accarezza i palmi. Partecipare attivamente ad una manifestazione così importante da ex-giocatrice è un premio impagabile, quello che sognavi da giovane, essere a bordo campo per vedere il meglio possibile ogni movimento sul parquet. C’è tanto talento in questa Coppa, tanto amore per la pallacanestro, tanta bella e sana competizione.
Germani presente e protagonista. E c’è Amedeo della Valle (MVP contro Trento) che, nell’intervallo di Bologna-Brindisi, viene intervistato da RAI SPORT ai microfoni di Sandro De Pol e Maurizio Fanelli ed è capace di affermare che Teodosic e Belinelli, così come Jahitier e Weems sono spaziali. “La Virtus è una squadra fortissima anche se Brindisi è riuscita a fare 42 punti, loro ne hanno fatti 51. Noi abbiamo meno talento ma presentiamo la stessa filosofia, cerchiamo di proporre un basket aperto e divertente anche se non possiamo paragonarci a loro”.
Alla domanda dei due cornisti sulle sue sensazioni a Brescia ADV dice : “Sono orgoglioso e contento di dare il mio apporto a Brescia. A Milano è stato il mio primo vero anno in Eurolega ed è stato difficile. Poi le nostre strade hanno preso un percorso diverso. Lì ho imparato anche ciò che fa di me il giocatore che sono oggi. Vale il detto “impara l’arte e mettila da parte” e conclude: “Coach Magro mi da’ tanta fiducia, pensavo fosse uno step ulteriore il mio miglioramento anche in difesa per aiutare i miei compagni e sono contento di portelo fare a Brescia”.
E intanto si attende un week-end che potrebbe essere storico per tutta Brescia che in semifinale incontrerà l’armata quasi invincibile di un’Olimpia Milano in super forma e molto in scioltezza, vincente con Sassari nel primo turno, che in campionato occupa il primo gradino, e in Eurolega sta collezionando ottimi successi. Tuttavia è bello sentire che Brescia (nella foto di Sebastian Ronzani in evidenza, Gabriel nella sua consueta esultanza) viene citata come tra le big del campionato insieme alla bella sorpresa Tortona.
Godiamoci il sapore della vittoria di mercoledì e assaporiamoci l’attesa della partita di domani dove la Germani potrebbe aggiungere un passo verso il sogno.