La Germani sogna a lungo il colpaccio con Milano, ma si deve arrendere negli ultimi istanti. L’Armani in finale con la sorpresa Tortona
Pesaro. Non è solo una sconfitta onorevole. E’ molto, molto di più. E’ una prova di maturità superata, è la certificazione chiusa in una busta con la ceralacca che quanto sta dicendo il campionato non è frutto del caso. La Germani gioca la semifinale di Coppa Italia da vera terza forza del campionato e fa vedere sorci verdissimi alla corazzata delle corazzate perché, come ha dimostrato anche la netta vittoria di Tortona sulla Virtus Bologna, c’è una sola squadra sopra le altre nel campionato italiano: è l’Armani Milano. Quella Milano che forse valeva la pena evitare in semifinale (meglio un sesto posto che un quinto…), ma queste sono considerazioni che non hanno nulla di sportivo e quindi le derubrichiamo così come le abbiamo scritte di getto sull’onda emotiva di un rammarico che è naturale avere dopo essere arrivato a giocartela alla pari a un minuto o poco più dalla fine contro i marziani.

Impresa solo sfiorata. E’ stata una partita da coperta corta, come purtroppo spesso accade quando un underdog sfida la testa di serie numero uno. Brescia ha difeso molto bene, ma ha tirato con il 37% dal campo e il 19% da 3, non è mai riuscito a controllare i rimbalzi (ha finito a -6 dopo essere andata anche sotto in doppia cifra), ha avuto un buon contributo da Della Valle in attacco (19 punti seppure il 2/7 da 3 non sia certo il suo standard), ma per la terza partita di fila è mancato il gemello del gol: che sta succedendo a Mitrou-Long (3/13 dal campo con 1/8 da 3)? Anche qui viene naturale pensare che con il Naz di un mese fa questa partita si poteva portare a casa, ma poi ti ricordi della mostruosa prestazione di Rodriguez nel terzo quarto e capisci che contro certi “mostri” c’è anche poco da fare. Insomma: giusto avere rimpianti, ma nemmeno troppi. Doveva essere una festa e festa è stata. E la vittoria più bella è aver portato, in questi tempi di pandemia non ancora del tutto sconfitta, oltre 500 tifosi a quasi 400 km da Brescia.

Partenza falsa. Milano parte avanti 3-6 (6 punti di Hines tutti nel pitturato e bomba di Della Valle) al 3’, è 8-6 il primo vantaggio Brescia con Mitrou-Long e un gioco da 3 di ADV, che diventa 10-6 grazie a un pick and roll Mitrou Long-Burns a -5’ e 37”. Messina è già nervoso chiede un time out. L’Olimpia reagisce alle sollecitazioni del proprio coach e piazza un 5-0: tripla di Bentil e canestro in giravolta di Datome (10-11). Milano difende già come se fossimo agli ultimi possessi di una gara punto a punto e il muro nella propria metà campo dà energia in attacco: tripla di Datome, penetrazione e bomba di Hall mentre per Brescia segna solo Mitrou Long e Magro richiama in panchina un Della Valle un po’ teso (nonostante i 6 punti) dopo giorni nei quali si è parlato solo della sua sfida personale contro la squadra dove per due anni non ha trovato grande spazio. A -2’ e 15” il punteggio dice 12-19. La Germani sbaglia tanto, troppo e non sfrutta nemmeno un antisportivo (dubbio) di Hines: Cobbins fa 0/2 in lunetta, Mitrou Long prende il ferro da tre. Milano spopola sotto canestro con 10 punti in area e 10 rimbalzi a 4. Percentuali da brividi per gli uomini di Magro: 29% da 2 (2/7) e 14% da 3 (1/7): la difesa di Messina si dimostra ancora una volta impenetrabile. Al mini intervallo Brescia è 12-21 (Della Valle 6, Mitrou Long 4; Bentil, Hall e Datome 5).

Secondo quarto sontuoso. La Germani riesce a costruirsi il primo tiro aperto della partita solo all’11’: Burns dai 6.75 prende il ferro. Ci vuole Laquintana per tornare a muovere il punteggio: due gol del play di ricambio per il 16-21. Già perchè anche Brescia sa difendere forte e l’ingresso di Moss in questo senso è tanto per cambiare determinante (il capitano va a difendere anche su Melli e vince il duello). Bruttissimo fallo di Ricci su Laquintana: antisportivo, stavolta nettissimo (sportellata che rischia di far uscire la spalla di Tommy). Dalla lunetta l’ex Capo d’Orlando e Trieste completa la striscia con 6 punti di fila. A metà quarto Brescia è a un solo possesso con due penetrazioni di Petrucelli (20-23 e 22-25). Della Valle ha già due falli e Magro lo richiama un’altra volta accanto a sè. Milano hai i nervi a fior di pelle: tecnico per Delaney. Ricci non riesce a tenere un eccellente Petrucelli: 2 +1 per l’ex Ulm e Brescia a -2 (25-27 al 16’). Brescia è sul pezzo e con i primi 3 punti di Gabriel segna il sorpasso: 30-29 a -2’03” con 18-8 di parziale. Adesso sono i biancoverdi (più bianchi che verdi rispetto alla maglia usata con Trento) a difendere in modo pazzesco. Petrucelli è anche uomo assist e regala a Burns il pallone del 32-29. Gabriel ci prende gusto da 3: 35-31 a 1’ dall’intervallo lungo. Petrucelli (grande protagonista con Laquintana di questo secondo quarto) dalla lunetta ridà il + 4 sul 37-33, ma a -6” una bomba magistrale di Rodriguez consente a Milano di andare al riposo sotto solo di uno anche perchè gli ultimi due tiri, di Mitrou Long e Gabriel, sono corti. (Della Valle 8, Petrucelli 6; Hall e Rodriguez 7).
Lo show del ”Chaco”. Brescia rientra forte dagli spogliatoi: 41-37 e 43-39 con i canestri da sotto di Burns (il secondo in campo aperto dopo palla rubata da Petrucelli) e Della Valle. Rodriguez sale in cattedra ubriacando Mitrou Long prima con un canestro in faccia da giravolta e poi rubandogli palla: 43-43. Il canadese si prende la rivincita nell’azione successiva mettendo la bomba del 46-43 al 24’. Un minuto dopo Della Valle commette anche il terzo fallo. Rodriguez segna il canestro del pareggio a quota 46 e con un canestro in penetrazione (ma sbagliando il tiro libero aggiuntivo) riporta avanti i suoi come non succedeva da 8 minuti: 11 punti in 5’ per il Chacho. Le difese si fanno decisamente preferire agli attacchi: Milano è avanti 48-50 a -2’ e 30”. Brescia sbaglia a ripetizione da 3 (4/19), ma il coraggio di Petrucelli viene premiato con il coast to coast del pareggio. John difende in modo impeccabile eppure Hall riesce a segnargli in dribbling allo scadere dei 24”: in questi casi bisogna solo dire bravo all’avversario. Finale di terzo quarto con Laquintana che scivola su una chiazza di sudore mentre Datome è glaciale in lunetta: 50-54. (Della Valle 10, Mitrou Long e Petrucelli 9; Rodriguez 19, Hall 9).
La legge del più forte. La forza di Milano sta nella clamorosa solidità della panchina: Ricci commette il quarto fallo e Messina mette Melli. Serve altro? Moss però è un capitano bidimensionale: difende fortissimo su Hall e poi va a mettere il canestro del -2 (55-57). Milano ha il controllo dei rimbalzi, ma Della Valle da 3 segna il -1 (58-59) con il suo sedicesimo punto. A -6’ e 18” dalla fine l’intensità sui due lati del campo è pazzesca. Pazzesca ! A metà quarto Petrucelli fallisce la tripla del sorpasso con chilometri di spazio e Laquintana commette fallo in attacco. Errori imperdonabili che Milano sfrutta con la classe dei campioni: bomba di Rodriguez (22 punti) e 1 libero di Hall per il 58-63. Si alza forte il coro: “Brescia, Brescia”. La difesa della Germani si dimentica però Hall su una rimessa e a -4’ e 13” sono 7 i punti da recuperare. Il continuo controllo a rimbalzo (+ 9 a -3’ e 33”) consente a Milano di entrare nel rush finale con l’inerzia a favore. Della Valle dà ancora speranza con 3 punti (sanguinoso però un errore in lunetta): 61-65. Milano va sul sicuro andando sotto da Hines: 61-67 quando mancano meno di 2’. Ed è il canestro sentenza. Brescia non ne ha più (finisce 63-69), ma ne ha avuto per tantissimo. E non è solo una sconfitta onorevole. E’ molto di più.
