All’edizione bresciana del Corsera, racconta della sua passione per la difesa e annuncia che per il passaporto mancano pochi documenti.
Milano. Intervistato da Pietro Pisaneschi per l’edizione bresciana del Corsera, John Petrucelli, il Marbleman della Germani, commenta subito l’andamento della propria squadra. “Una stagione fantastica. Abbiamo avuto alti e bassi, ma i momenti negativi vissuti ad inizio stagione ci hanno permesso di dimostrare quello che siamo realmente: una grande squadra e, prima di tutto, un grande gruppo. So che abbiamo eguagliato il record di nove vittorie consecutive che resisteva da cinque anni. Siamo consapevoli della sua importanza, ma dobbiamo restare umili”.
In merito alla sua difesa: “Credo di aver avuto una passione per la difesa fin da bambino. Mio padre mi racconta sempre che volevo pressare a tutto campo anche nelle Youth League, dove invece vigeva la regola per cui si poteva difendere solo dentro la propria metà campo. Nell’anno da senior al college, ho guidato l’intera Division II per palle rubate. Il vero cambio è però arrivato durante la stagione in Israele all’Hapoel Be’er Sheva. Coach Remi Hadar mi chiedeva di difendere a tutto campo e di pressare continuamente anche in allenamento: è stato massacrante ma adesso gli sono grato per gli insegnamenti”.
E sulle sue origini italiane: “Grazie a queste origini ho potuto fare richiesta per il passaporto italiano! Sembra quasi tutto fatto, mancano solo alcuni documenti che sto aspettando da New York. I miei tris-nonni lasciarono l’Italia nel 1911 per emigrare in America. Parte della mia famiglia è originaria di Orta di Atella in Campania. L’altra parte è siciliana. Mio zio mi ha raccontato che tra i nostri antenati figurano un cantante d’opera e un pugile piuttosto famosi in Sicilia”.