Brescia. Se Bresciacanestro.com esiste e viene alimentato ogni giorno con news, interviste, approfondimenti è anche e soprattutto perchè un direttore come il sottoscritto ha la fortuna di avere tre eccellenti collaboratrici quali Noemi Zilioli, Laura Ferracin e Denise Premoli. Tre ex giocatrici della Pallacanestro Brescia, tre prodotti di Marisa Zanardelli, che un anno fa, quando nacque questo quotidiano on line, non appena le raccontai chi mi avrebbe supportato ogni giorno nella difficile ripartenza da free lance dopo 30 anni di carriera giornalistica nel primo gruppo editoriale della città, mi disse: “Avrei voluto aiutarti io perchè non è giusto che tu debba ripartire da zero, ma ormai non ho più la forza e se vicino a te ci saranno tre delle mie ragazze allora sono più serena. A loro ho insegnato a combattere e a non arrendersi mai, a vincere le partite anche quando sembrava che l’avversaria fosse nettamente più forte. Insieme farete grandi cose”. Marisa mi vide 18enne fare le prime telecronache della Cagi Brescia, la squadra ”nemica” della Pallacanestro Brescia, eppure mi ha sempre seguito con simpatia, affetto, consigli, sprone. Ero il telecronista che non aveva mai avuto, ma che tanto avrebbe voluto vicino a sè come mi confidò un giorno, il giornalista che scriveva poco della sua squadra (non per scelta, ma per sliding doors della vita professionale) eppure che sentiva così suo. Grazie Marisa di avermi lasciato in dote tre indomite moschettiere che nel momento del saluto definitivo desiderano ricordarti così.
Noemi Zilioli: “Arrivai da Manerbio alla Pallacanestro Brescia a 14 anni come “scambio” della campionessa ex Pejo di serie A1 nonché giocatrice della Nazionale di quei tempi: Silvana Pezzotta, mia compaesana fortissima. Marisa fu la prima persona ad accogliermi nella palestra di Via Emiliani quando mi presentai con la mia nonna che quel primo giorno di allenamento in assoluto nella squadra cittadina aveva voluto accompagnarmi da conoscitrice della città, per indicarmi il percorso e assicurarsi che arrivassi a destino. Da quel giorno e per i successivi 18 anni trovai la mia seconda famiglia di cui Marisa è stata proprio una chioccia. I nostri genitori non dovevano minimamente preoccuparsi perché eravamo in buone mani, a quell’età io mi dividevo tra il liceo a Cremona, gli allenamenti e 3 campionati di pallacanestro a Brescia. Ricordo le volate (letteralmente si volava perché Mario Zanardelli il coach, nonché suo fratello, ci autorizzava la fine dell’allenamento sempre sul filo di lana e noi si doveva correre in doccia, non c’era tempo di rifarsi la piega perché il treno non ci avrebbe aspettate) in macchina quando ci riaccompagnava in stazione per prendere il treno di ritorno a Manerbio e per non rischiare di perderlo sapeva perfettamente gestire l’ “onda verde” , quella dei semafori che da Viale Europa dovevamo oltrepassare fino alla stazione e che grazie alla sua guida sprint Marisa riusciva a prendere (eravamo super sincronizzate), sempre sul pezzo. Ed era pronta anche a riaccompagnarci a casa (se non era lei lo faceva Franco, il marito , che ci ha lasciati meno di due mesi fa) quando il treno lo perdevamo! Tanti i viaggi, tante le emozioni e le soddisfazioni condivise, nonché i legami che tuttora persistono grazie al fatto di essere entrata a far parte della famiglia Pallacanestro Brescia. Perché la palla a spicchi era il collante, ma poi la Pallacanestro Brescia era anche il ritrovo estivo sul lago, le grigliate, le melanzane alla parmigiana della Marisa, i ritrovi in palestra con tanto di teatrini, l’andare ad ascoltare musica al “Rototon” o al “Donne e motori” con il gruppo della squadra maschile. Una palestra di salute fisica e mentale e anche di vita, grazie a Marisa a cui tutto diede inizio”.
Laura Ferracin: “Il sentimento che prevale in queste ore pensando a Marisa è senza dubbio la gratitudine per gli anni spensierati e di grandissimo divertimento, ma anche e soprattutto per come veniva insegnato questo meraviglioso sport alla Pallacanestro Brescia. Si respiravano passione, dedizione, una grandissima cura per i giovani , per lo più le giovani; perchè il bello era che tra l’Emiliani di viale Europa e il palazzetto di via Nullo il rosa era più importante e prestigioso dell’azzurro.!!! Ma in tema di preparazione tecnica no, lì vigeva la par condicio e si insegnava il basket ad alto livello sia ai i maschietti che alle femminucce. Chi è cresciuto cestisticamente alla Pallacanestro Brescia di Marisa ha un grande marchio di fabbrica e si riconosce al volo anche oggi, anche tra i /le quarantenni o cinquantenni che nonostante l’età si ostinano a sfidarsi in palestre e campetti”.
Denise Premoli: “ Cara Marisa, ti voglio ricordare coma ai vecchi tempi, sulla porta della palestra Emiliani, sorridente ad aspettarmi agli allenamenti, perchè di tempo ne abbiamo passato tanto insieme. Ho imparato grazie a te ad amare il basket, ho imparato che non è solo uno sport, ma è una casa dove vivere e crescere; uno sport pieno di emozioni e valori che tu hai saputo trasmettere egregiamente; splendide amicizie che nascono e ricordi indelebili che rimangono.
Ricordi… i mitici derby con la CA.GI., la promozione in serie A2, le code in autogrill dopo le trasferte per mangiare insieme un toast, le delusioni e gli infortuni, ma soprattutto le tue melanzane alla parmigiana… Si perchè alla fine eri come una mamma per noi.
Oggi è un triste giorno per me, ho perso davvero una persona speciale, ma non perderò mai quello che mi hai insegnato.
Grazie di tutto”.