“Affrontiamo una squadra… americana, non dobbiamo farci ingolosire dal correre troppo. Le pressioni? Ce le mettiamo da soli. E domenica subito in palestra per preparare Badalona”
San Zeno. Alla vigilia del debutto casalingo di domani sera alle 20.30 contro la Openjobmetis Pallacanestro Varese, il coach della Germani Alessandro Magro ha parlato dei temi caldi della sfida, nella consueta conferenza stampa tenutasi nella sede di San Zeno.
“Sarà sicuramente molto emozionante tornare davanti al nostro pubblico per la prima partita ufficiale della stagione. Con l’aiuto dei nostri tifosi vorremmo far diventare il PalaLeonessa un fortino difficile da espugnare per tutto l’arco dell’anno, in un’annata che ci riserverà grandissime sfide. Domani sarà una partita completamente diversa rispetto a quella di domenica a Milano; Varese è una squadra molto più leggera, che gioca una pallacanestro veloce e frizzante, fatta di tanti possessi e di molti tiri dall’arco dei tre punti, con 4 esterni e un solo centro di ruolo. Un gioco più simile al basket americano che europeo, con un’identità già ben precisa data dalla filosofia loro nuovo allenatore. Li abbiamo già affrontati qualche settimana fa al torneo di Parma, in quella gara tirarono ben 40 volte da tre punti, mentre in campionato vengono dall’ottima vittoria contro una squadra ostica come Sassari. Domani saranno al completo, come noi. Ci aspetta sicuramente una sfida molto impegnativa”.
In questa settimana hai percepito nei tuoi ragazzi più orgoglio per aver giocato alla pari con Milano o più dispiacere per come poi è finita la partita?
“Non parlerei di dispiacere. Non mi piace che il nostro lavoro venga analizzato per un tiro che entra o che esce. Anche se il tiro di Petrucelli fosse entrato non saremmo diventati la squadra più forte del campionato. Allo stesso modo, non è tutto da buttare per colpa di un errore. Usciamo dalla partita di Milano con la consapevolezza di potercela giocare, anche fisicamente, per 40’ contro tutti, sia in casa che in trasferta. Abbiamo commesso errori che ci possono stare a stagione appena iniziata, ma mi aspetto dei miglioramenti su questo frangente già dalla partita di domani. L’unico sbaglio che i miei ragazzi non devono commettere domani è quello di pensare che sarà una partita facile, ma sono sicuro che non sarà così”.
Facendo due passi indietro, l’anno scorso di questi tempi,l’atmosfera intorno alla squadra era ben diversa, con tante critiche sia all’allenatore che ai giocatori. Quest’anno, al contrario c’è grande fiducia. Non esiste il rischio di sentire meno pressioni e rilassarsi?
“Le persone devono capire che un gruppo ambizioso come il nostro si mette da solo le pressioni. È vero, lo scorso anno di questi tempi si chiedeva la testa di Gabriel, Cobbins e Mitrou-long. Poi il tempo ci ha dato ragione. Anche quest’anno, con 5 giocatori nuovi ci sarà bisogno di tempo perché la squadra giri come lo scorso anno. Dobbiamo però di essere performarti velocemente e lo sappiamo. Rispetto alla passata stagione, dove si giocava per non retrocedere, oggi l’obiettivo è un po’ più alto e di conseguenza la pressione cresce sempre più. L’obiettivo del nostro programma resta quello di vincere e crescere insieme. Quello che sta al di fuori per noi conta il giusto”.
Le piace l’approccio all’americana di Varese? E come si affronta questo tipo di squadra?
“Sono affascinato dalla pallacanestro d’Oltreoceano, anche noi lo scorso anno abbiamo proposto qualcosa di simile. Non mi piace però la scelta drastica di abusare del palleggio, preferisco che ci si passi di più la palla. Tirando molto da tre punti ovviamente si ha un impatto maggiore in termini di possibilità di vittoria, quando i tiri entrano. Per giocare contro Varese serve limitare le palle perse, produrre un buon attacco con buone scelte, per avere poi un bilanciamento difensivo equilibrato. Contro di loro c’è il rischio di farsi ingolosire e correre troppo, e noi non siamo il tipo di squadra che vuole ammazzare il ritmo di gara. Dovremo tenere bene gli uno contro uno e stare attenti a rimbalzo. contro una squadra molto aggressiva e dinamica. Serve grande concentrazione e umiltà.
Dopo la sconfitta di Milano e la difficile trasferta di Badalona in programma martedì, sentite l’esigenza di rompere il ghiaccio davanti al vostro pubblico con una vittoria?
“Vogliamo provare a vincere in casa, ci siamo già andati vicini a Milano. Ricordiamoci però, come ha detto Scariolo, che la stagione non è uno sprint, ma una maratona. Ci teniamo a vincere, ma se dovessimo perdere le prime tre partite per poi vincerne tante quante lo scorso anno, io ci metterei subito la firma. Nonostante questo, proveremo a vincere subito”.
Nelle rotazioni dei giocatori, avete già deciso il minutaggio di Laquintana per domani, dato che lo abbiamo visto in panchina contro Milano per quasi tutto il tempo? Può essere utile per dare respiro a Caupain?
“Certamente, in ogni partita io ho in mente delle rotazioni. Poi, durante il match, è il giocatore stesso a decidere quanto sta in campo in base a come risponde e a come si è allenato. Le alternative ci sono, con il roster così profondo serve essere performanti da subito, non ci sono i tre minuti di adattamento che avevamo l’anno scorso. Se non sei pronto, dopo due minuti probabilmente sei già seduto in panchina. Questo sarà lo step che i miei giocatori dovranno fare partecipando alla coppa. Quest’anno, inoltre, avendo più possibilità di scelta aumentano anche le possibilità che il sottoscritto sbagli”.
Avete già iniziato a programmare la partita contro Badalona?
“Se ci sono punti in comune tra i due avversari di solito si lavora già su principi da tenere sulle due gare. Comunque, non vogliamo correre il rischio di pensare già alla partita successiva, quando non si è ancora giocata quella di domani. Il nostro mirino è solo su Varese. Dopo quella, rispetto all’anno scorso non ci saranno giorni liberi. Domenica saremo in palestra e lunedì già in volo. Uno dei due assistenti ovviamene ha già finito di preparare Badalona e pensa a Scafati, io e i giocatori no”.
Andrea Cugola