Germani sconfitta dalla Segafredo Bologna che non fa sconti. Gli uomini di Magro vanno fino a -21, a inizio ultimo quarto risalgono a -4 poi ci pensa Teodosic. Ora per la Coppa Italia non si può più sbagliare
Brescia. La bulimia della Segafredo Virtus Bologna si abbatte su una Germani non ancora pronta a reggere l’urto con corazzate che quando sono mentalizzate, come lo era stavolta la squadra di Scariolo, lasciano giusto l’onore delle armi. Magari tra due o tre mesi la profondità della panchina di Brescia consentirà di giocarsela alla pari, ma in questo momento c’è ancora da lavorare su un percorso che è diventato accidentato per gli infortuni di Caupain e Petrucelli e che deve portare Nikolic e Taylor al miglior inserimento. L’augurio è che tra un paio di mesi anche Odiase diventi finalmente un giocatore affidabile sotto canestro per competere con la fisicità di certe squadre, altrimenti la Germani è destinata a soffrire tanto, troppo nel pitturato. Non ci si può aggrappare sempre solo a un Cobbins che con le V nere a tratti è stato eroico per come cercava, riuscendoci, di tappare i buchi, anzi le voragini che si aprivano sotto canestro.
La legge del più forte. La capolista, tornata solitaria grazie al passo falso di Milano con Trento, che viceversa non fa bene alla classifica di Brescia in chiave Final 8 di Coppa Italia, passa più che meritatamente al PalaLeonessa strappando applausi ai 4.128 che fanno registrare il record stagionale. Già perchè poi quando sul parquet ci sono giocatori come Teodosic, l’uomo che con un ultimo quarto da antologia (8 assist a 40’) mette l’ombrellino nel long drink della vittoria bolognese, bisogna sapersi alzare in piedi, togliersi il cappello e riconoscere le qualità degli avversari. Tra le tante gemme che il serbo ha regalato, ci resta negli occhi soprattutto l’azione del 63-73 a 1’ e 56” dalla fine che spegne anche le ultimissime speranze bresciane: l’ex Clippers inizia una meravigliosa azione corale chiusa da un tripla di Weems. Basket paradisiaco. L’intensità, la rabbia, la ferocia con cui sono scesi in campo quelli in maglia bianconera non ha lasciato adito a dubbio. La Virtus è arrivata in via Caprera per cancellare la brutta figura casalinga in campionato della scorsa settimana con Scafati e per nulla sazia delle due vittorie in tre soli giorni con Alba Berlino e Maccabi in Eurolega. Con difese europee e circolazioni di palla da salvare nelle memorie di tutti i dispositivi possibili già a metà primo quarto era + 10 esterno: 6-16. Il 32-49 dell’intervallo era il frutto di un 65% da 2 (17/26) che può essere letto bene anche nei 24 punti a 10 in area: nel pitturato non c’è stata storia. Anche se Gabriel (capitano di giornata con Moss in tribuna) e compagni, dopo essere andati fino a -21, si sono inventati un gran terzo quarto da 26-18 e in apertura di ultimo tempino si sono avvicinati fino al 63-67. Lì però è salito in cattedra Teodosic e ha messo tutti a nanna.
Il punto. A quattro giornate dalle fine del girone d’andata, la Germani è ottava a 10 punti con Brindisi e Sassari (decima per la classifica avulsa) a due punti da Venezia settima e a 4 da Trento, Pesaro e Varese. Più su non ha senso guardare. Va da sè che per continuare a sognare le Final 8 di febbraio a Torino bisogna battere senza se e senza ma il fanalino di coda Reggio Emilia, ospite al PalaLeonessa la sera di Santo Stefano. Poi si potrà pensare ai due “spareggi” di Sassari e in casa con Trento per poi concludere la fase ascendente nel derby di Verona. Ma prima ancora bisogna raccogliere più energie possibile perchè martedi è già Eurocup e arriva Bursaspor per l’ultima del girone di andata e i due punti in palio valgono tanto nella corsa alle Top 16.
INCHINO ALLA CAPOLISTA
Germani sconfitta dalla Segafredo Bologna che non fa sconti. Gli uomini di Magro vanno fino a -21, a inizio ultimo quarto risalgono a -4 poi ci pensa Teodosic. Ora per la Coppa Italia non si può più sbagliare
Brescia. La bulimia della Segafredo Virtus Bologna si abbatte su una Germani non ancora pronta a reggere l’urto con corazzate che quando sono mentalizzate, come lo era stavolta la squadra di Scariolo, lasciano giusto l’onore delle armi. Magari tra due o tre mesi la profondità della panchina di Brescia consentirà di giocarsela alla pari, ma in questo momento c’è ancora da lavorare su un percorso che è diventato accidentato per gli infortuni di Caupain e Petrucelli e che deve portare Nikolic e Taylor al miglior inserimento. L’augurio è che tra un paio di mesi anche Odiase diventi finalmente un giocatore affidabile sotto canestro per competere con la fisicità di certe squadre, altrimenti la Germani è destinata a soffrire tanto, troppo nel pitturato. Non ci si può aggrappare sempre solo a un Cobbins che con le V nere a tratti è stato eroico per come cercava, riuscendoci, di tappare i buchi, anzi le voragini che si aprivano sotto canestro.
La legge del più forte. La capolista, tornata solitaria grazie al passo falso di Milano con Trento, che viceversa non fa bene alla classifica di Brescia in chiave Final 8 di Coppa Italia, passa più che meritatamente al PalaLeonessa strappando applausi ai 4.128 che fanno registrare il record stagionale. Già perchè poi quando sul parquet ci sono giocatori come Teodosic, l’uomo che con un ultimo quarto da antologia (8 assist a 40’) mette l’ombrellino nel long drink della vittoria bolognese, bisogna sapersi alzare in piedi, togliersi il cappello e riconoscere le qualità degli avversari. Tra le tante gemme che il serbo ha regalato, ci resta negli occhi soprattutto l’azione del 63-73 a 1’ e 56” dalla fine che spegne anche le ultimissime speranze bresciane: l’ex Clippers inizia una meravigliosa azione corale chiusa da un tripla di Weems. Basket paradisiaco. L’intensità, la rabbia, la ferocia con cui sono scesi in campo quelli in maglia bianconera non ha lasciato adito a dubbio. La Virtus è arrivata in via Caprera per cancellare la brutta figura casalinga in campionato della scorsa settimana con Scafati e per nulla sazia delle due vittorie in tre soli giorni con Alba Berlino e Maccabi in Eurolega. Con difese europee e circolazioni di palla da salvare nelle memorie di tutti i dispositivi possibili già a metà primo quarto era + 10 esterno: 6-16. Il 32-49 dell’intervallo era il frutto di un 65% da 2 (17/26) che può essere letto bene anche nei 24 punti a 10 in area: nel pitturato non c’è stata storia. Anche se Gabriel (capitano di giornata con Moss in tribuna) e compagni, dopo essere andati fino a -21, si sono inventati un gran terzo quarto da 26-18 e in apertura di ultimo tempino si sono avvicinati fino al 63-67. Lì però è salito in cattedra Teodosic e ha messo tutti a nanna.
Il punto. A quattro giornate dalle fine del girone d’andata, la Germani è ottava a 10 punti con Brindisi e Sassari (decima per la classifica avulsa) a due punti da Venezia settima e a 4 da Trento, Pesaro e Varese. Più su non ha senso guardare. Va da sè che per continuare a sognare le Final 8 di febbraio a Torino bisogna battere senza se e senza ma il fanalino di coda Reggio Emilia, ospite al PalaLeonessa la sera di Santo Stefano. Poi si potrà pensare ai due “spareggi” di Sassari e in casa con Trento per poi concludere la fase ascendente nel derby di Verona. Ma prima ancora bisogna raccogliere più energie possibile perchè martedi è già Eurocup e arriva Bursaspor per l’ultima del girone di andata e i due punti in palio valgono tanto nella corsa alle Top 16.