MAGRO: “ALTI E BASSI, TEODOSIC HA SPENTO IL SOGNO CHE VOLEVAMO REGALARE A UN GRANDE PUBBLICO”

Il coach della Germani sulla sconfitta con la capolista: “Bravi a rientrare, queste serate non devono lasciare scorie: subito testa al Bursaspor. Per le Final 8 di Coppa Italia potrebbero bastare due vittorie su quattro, se ne facciamo tre tanto meglio”

Brescia. Alessandro Magro si presenta in sala stampa per commentare la sconfitta in campionato con la Virtus Bologna: la rimonta della Germani dal -21 arriva fino al -4, poi la Virtus riprende il controllo. Ecco l’analisi dell’allenatore della Leonessa. 

“Intanto è decisamente bello giocare in un palazzetto con questa cornice e aver sentito il sostegno dei tanti tifosi. C’è grande dispiacere per non aver coronato questa giornata con una vittoria. Sapevamo il valore dell’avversario e avevamo preparato la partita, anche se con poco tempo, con delle idee e provando a limitare Shengelia, con l’idea che Mickey che non sarebbe stato della partita. Abbiamo provato a raddoppiarlo in post e sono arrivate 3 triple: abbiamo dovuto smettere di farlo e lui ha trovato il canestro. Abbiamo deciso di togliere la palla da Belinelli e lo abbiamo fatto a tratti bene: diciamo che il livello di attenzione doveva essere quello del momento della rimonta. Dobbiamo prendere energia dalla difesa, ma è chiaro che con la Virtus è molto difficile perché possono attivare i loro giocatori in svariati modi. La partita è stata di alti e bassi, ma siamo riusciti a tornare a -4, con un quintetto che riusciva a essere aggressivo sugli esterni: a quel punto Teodosic ha preso in mano la situazione e ha spento gli entusiasmi. Perché è un giocatore che è abituato a certe situazioni”.

Brescia cosa può salvare da questa partita?

“Quello che c’è da prendere di buono è l’essere rientrati bene in partita: per quel che riguarda i nuovi arrivati, Nikolic ha fatto meno fatica, Taylor oggettivamente ne ha fatta di più in difesa e in attacco non ha ancora fiducia per prendere certe iniziative. Pensiamo a Massinburg, che ci ha messo molto tempo per essere il CJ di questa sera. Abbiamo sofferto molto la loro scelta non di andare in box and one con Amedeo ma quella di andare a uomo e negargli le ricezioni, mettendo un giocatore con taglia fisica importante su di lui. Quello lo abbiamo pagato e siamo stati un po’ sterili in attacco: soprattutto per le perse non forzate, anzi un po’ stupide. Al netto del valore di questa partita, se l’idea è quella di staccare il pass per le F8 i prossimi incontri diventano molto importanti. Questo tipo di serate non devono lasciare scorie: domani saremo già a studiare il Bursaspor, prima della partita di martedì. Come per Bologna la disfatta con l’Olympiakos, queste sconfitte non devono condizionarci e dobbiamo continuare a lavorare”.

A questo punto si possono iniziare a fare i calcoli per la Coppa Italia?

“Pensare di fare tabelle non ha molto senso per noi: con 7 vittorie di solito si entra di poco, ma noi dobbiamo pensare di vincerne il più possibile. Se dovesse succedere che la qualificazione alla Coppa Italia salti, come era successo con Venezia, bisogna continuare a lavorare. Non è semplice, può anche succedere che gli scontri diretti dicano male anche per delle sconfitte punto a punto”.

Stasera è sembrato molto in difficoltà Odiase nella metà campo offensiva: solo 13 minuti, prima di lasciare il posto a Cobbins

“Difficoltà che sono anche da attribuire alla difesa della Virtus, che nei pick and roll rende molto difficile far uscire la palla dal portatore e servire il rollante: la volta che è entrata la palla in area con lo short roll, Tai ha fatto un buon tiro. Poi non ha visto un taglio di Gabriel e da lì si è perso: ha fatto degli errori difensivi che gli ho fatto subito notare. Mi prendo anche la responsabilità di averlo mandato un po’ in confusione. La scelta di mettere Cobbins e Burns era perché da loro c’era un po’ più di fluidità e mi aspettavo di muovere la palla più velocemente”.

Come riesce ad occuparsi anche dell’Under 20 in una stagione così dura?

“I raduni sono molto importanti: sono stato durante ala sosta alla Next gen e la struttura federale fa sì che ci sia tanta comunicazione tra gli allenatori. Nei 3 giorni di raduno a dicembre per me ci sarà un impegno notevole però potrò vedere giocatori diversi da quelli che già conosco e che ho portato all’Europeo: a quel punto avrò un quadro più chiaro. Poi ci sono persone nello staff che aiutano segnalando eventuali giocatori: è chiaro che non posso pensare di fare un lavoro capillare, ma c’è una struttura dietro che aiuta”

Martedì probabilmente ci sarà la metà del pubblico di oggi: secondo te, è possibile cambiare questa mentalità, non solo bresciana, per cui spesso si va a palazzo solo per vedere campioni come Teodosic piuttosto che stare sempre vicini alla squadra?

“Ci sono squadre e tifoserie diverse: ho avuto la fortuna di fare tanti anni di coppe e capitava di andare in posti in cui a prescindere il palazzo era sempre pieno. Questo però succede in alcuni paesi: pensiamo a Lubiana, che è una città di pallacanestro e c’erano solo mille persone. Quando ho chiesto all’allenatore mi ha detto che i tifosi vengono se vinci. In alcuni posti, tipo Milano, ci sono voluti anni per riempire i palazzetti. E’ ovvio che se questo è un appello io vorrei dire che vorrei sempre questo palazzetto gremito, anche se le difficoltà sono grandi, soprattutto nell’infrasettimanale. In ogni caso, in tante nazioni, c’è da registrare una grande differenza tra coppa e campionato”.