FERRARI: “GATTONAVAMO, STIAMO CAMMINANDO, QUANDO INIZIEREMO A CORRERE CI SARÀ DA DIVERTIRSI”

Il patron della Germani ospite a Basket Time 2.0: “Nelle ultime tre gare di andata possiamo finire terzi come andare in zona retrocessione. Diciamo grazie ai tifosi: siamo a +50% dell’anno scorso. Lavoro con uomini che possono essere i miei figli, ma mi trovo benissimo. Magro può diventare anche meglio di Messina. Con Della Valle nessun litigio, è stato onesto e l’abbiamo ripreso volentieri. De Benedetto bravissimo sportivamente, deve migliorare nella gestione del personale. Patuelli gran lavoratore, anche se con un carattere particolare. Esposito è andato fuori equilibrio, non credo allenerà più. Spero di poter fare basket a lungo, ma come voglio io e non sarà per sempre”

Brescia. Mauro Ferrari è stato ospite ieri sera a “Basket Time 2.0” la trasmissione del giovedì sera in onda su VideoBrescia Sport (canale 118 del digitale terrestre) e sulle pagine Facebook di Bresciacanestro e di Cristiano Tognoli. Tantissimi gli argomenti trattati, che abbiamo riassunto in questo articolo

“Abbiamo iniziato questa stagione gattonando- ha iniziato ad argomentare Ferrari – ora stiamo camminando, quando cominceremo a correre vediamo cosa potremo fare anche con Nikolic, Petrucelli e poi anche con un Caupain in più. Sono convinto che possiamo divertirci, ne vedremo delle belle. Facciamo parte di una classifica dove, nelle prossime tre partite e quindi in chiave Final 8 di Coppa Italia, ti puoi ritrovare terzo in classifica come in zona retrocessione. Con Tortona, che è terza, siamo gli unici in vantaggio: ora loro hanno Varese, che non è una passeggiata, poi Milano e Bologna. Noi dobbiamo affrontare la trasferta di Sassari con i cerotti per le tante influenze e l’assenza di Nikolic, ma se riusciamo a superare questo scontro diretto anzi direttissimo poi con Trento e Verona ce la giochiamo riuscendo anche a recuperare al meglio tutti i giocatori”. 

Intanto i tifosi stanno rispondendo alla grande: con Bologna e Reggio Emilia al palazzo c’erano 4000 persone…

“Come numero di tifosi siamo +50% rispetto all’anno scorso. In parte è dovuto al buon lavoro che stiamo facendo e in parte al fatto che, nonostante quello che si dice, il prezzo medio dei nostri biglietti è il più basso della serie A. Stiamo facendo tante promozioni, i biglietti di Eurocup in accoppiata con quelli di campionato sfiorano l’omaggio e questo ci consente di avere sempre quasi circa 2000 persone anche in Europa. Altrimenti capisco che le famiglie non potrebbero seguirci. Siamo molto soddisfatti di come ci segue la gente. E poi per fortuna (dice Mauro Ferrari con amara ironia, ndr) c’è il governo che ci aiuta e ci supporta con i ristori. La Federazione fa quello che può, ma non può fare i miracoli”.  

Con Reggio Emilia avete fatto registrare il terzo pubblico di giornata e c’era più o meno lo stesso pubblico delle partita giocata alle 12.30  Brescia-Palermo di serie B di calcio…

“Ringrazio la gente, la Curva era sold out e portare 4000 persone al palazzo in una giornata dove tanti bresciani erano anche fuori città non era scontato. Abbiamo un equipe di 30 persone che sta sul campo sei giorni su sette più una squadra fantasma che lavora ogni giorno e con la quale abbiamo formato una struttura importante. I nostri impegni sono sia economici che di organizzazione e logistica, ci siamo pianificati per gestire ogni impegno al meglio. Vogliamo mettere tutti nelle migliori condizioni per rendere, così nessuno può avere nulla da ridire. Magro e De Benedetto sono bravi a fare gruppo, nelle vittorie come nelle sconfitte. Abbiamo leader come Gabriel, Cobbins e Della Valle mentre Massinburg lo diventerà. E ci mancano ancora i 15-18 punti a partita di Petrucelli”.

Come spiega la rinascita della squadra nelle ultime partite e in coincidenza anche quella di Massinburg ?

“Quest’ultimo non era guardabile, come non lo era Caupain nelle prime partite, ora CJ è un giocatore affidabile che segna e difende pure. Merito del programma di lavoro di Magro. I nuovi hanno bisogno di entrare in sintonia poi i risultati arrivano. Non sono riuscito a vedere la gara con Bursaspor perchè ero fuori per lavoro, ma tutti mi hanno detto che siamo stati perfetti. I primi 35’ con Venezia in campionato sono stati i migliori della mia gestione a livello di gioco poi inspiegabilmente si è spenta la luce. La squadra adesso sta capendo come portare a casa il risultato. Se uno come Cournooh, che quest’estate ho voluto a tutti i costi, pur lasciando l’ultima parola a Magro e De Benedetto, dato che mi aveva colpito molto vedendolo giocare con Cremona, sta facendo così bene è perchè si sente al posto giusto. Abbiamo un roster importante: se riusciamo ad andare avanti nelle varie competizioni possiamo divertirci. Stando sempre con i piedi per terra perchè basta poco per scivolare indietro: Reggio Emilia non ha un roster e un budget da ultima in classifica eppure è in quella posizione”.

Lei come si trova con allenatori e dirigenti che potrebbero essere suoi figli?

“Benissimo perchè sono ragazzi seri. Devono crescere, gli abbiamo dato fiducia due anni fa. Nel campionato scorso quando tutti mettevano in discussione Magro, io gli dissi di non preoccuparsi e che se dovevamo retrocedere saremmo retrocessi insieme poi avremmo deciso cosa fare. A lui e agli altri ricordo sempre di lavorare con il massimo dell’impegno: prima di tutto per loro stessi e per le famiglie che devono mantenere, anche perchè lo sport dall’oggi al domani può lasciarti senza lavoro, e poi per il nome che portano sulle maglie. Per dare sempre un’immagine pulita e di serietà”.

Come sono andate esattamente le cose in estate con Della Valle?

“E’ un bravissimo ragazzo, molto intelligente. Non è vero che abbiamo litigato. Aveva delle opportunità o gli sono state promesse e come si fa in questi casi a un ragazzo che ha delle opportunità si dice di andare; gli spiegai che se per caso le cose non fossero andate come sognava, la porta era aperta per tornare. Gli dissi anche che sarei andato a vedere la sua prima partita in Eurolega. E’ stato onesto con la società: poteva starsene zitto e andarsene all’ultimo minuto come fanno tanti mancando di rispetto invece ci ha avvisati per tempo. Mi ricorderò sempre il suo viso quando andammo a salutare il sindaco, era davvero dispiaciuto. Come io sono stato uomo con lui, lui lo è stato con noi e ci ha dato priorità per tornare. In due minuti prima e in due minuti dopo abbiamo fatto quello che c’era da fare”. 

Come sta Nikolic?

“Ha passato tre giorni in ospedale per una lesione alla gola dopo una brutta botta presa in allenamento, un po’ quello che era già successo a Moss. Ora è a casa anche perchè nel frattempo ha dovuto fare la quarantena perchè era in stanza con una persona che aveva il Covid. A Sassari sicuramente non ci sarà, potrebbe farcela per la gara con Trento del 7 gennaio al PalaLeonessa. Non è stato facile prendere un giocatore bravo come Nikolic, in questi casi è più facile sbagliare. Si è inserito bene negli schemi e già ci manca”. 

Cos’è Graziella Bragaglio in questo momento per la Pallacanestro Brescia?

“E’ una clessidra che non finisce mai. E’ brava, è tosta, adesso è riuscita a trovare anche più tranquillità dopo le pressioni che ha avuto negli anni scorsi. Qualcosa le sfuggiva proprio per queste pressioni e lo stress, adesso è fondamentale con la sua esperienza e come tutte le donne sa guardare più lontano di noi uomini”. 

Ha più sentito Vincenzo Esposito?

“Adesso è un po’ che non lo sento. Mi ha detto che voleva studiare per diventare motivatore in Nba. L’ho stimato molto, lo stimo tuttora. Con noi ha iniziato molto bene poi come capita ogni tanto a noi uomini, che siamo più fragili rispetto alle signore, è subentrato un qualcosa che ha alterato il suo equilibrio, la sua visione della vita, dello sport e del confronto. Ci siamo lasciati bene. Non penso che tornerà più ad allenare, anche se mi piacerebbe molto. Vidi giocare a Brescia la sua Sassari e m’incantò, sembrava una PlayStation. Ho fatto di tutto per recuperarlo, non ce l’ho fatta, ma non sono queste le cose gravi della vita”.

Lei è sempre convinto che Magro diventerà come Messina?

“Anche meglio, dato che è ancora molto giovane. Ci vuole un po’ di fortuna, ma se perdi come con Pesaro all’ultimo secondo non è solo sfortuna perchè non devi arrivare lì. Sono sicuro che sentiremo parlare di Magro a livelli molto più alti di dove è adesso. Io non so quanto potrò ancora fare pallacanestro a Brescia, mi auguro per tanto tempo, ma non può essere per sempre come voglio io, sono comunque sicuro che lui farà una grande carriera perchè è un perfezionista che cura benissimo i dettagli. Ha solo un difetto: non ha il dono della sintesi (ride, ndr)”. 

Beniamino Gavio è un amico, un competitor o cos’altro per lei?

“Il 10% del suo business è il 110% del mio. Lui viene da una storia famigliare incredibile, fantastica, hanno proprietà agricole, gestiscono le autostrade, hanno un migliaio di camion, non può essere un competitor, sarei presuntuoso se pensassi questo. Abbiamo delle buone collaborazioni, degli scambi. A Tortona sta facendo cose incredibili, con una vera e propria cittadella dello sport. Questo è il bello degli imprenditori e dello sport. Gli faccio tanti complimenti”. 

Marco De Benedetto cosa rappresenta per lei e la società?

“Ha lo sguardo di uno che la sa lunga. E’ un ragazzo fantastico, grande lavoratore. Io sono affezionato a Sandro Santoro, ma come impegno orario un giorno di De Benedetto è una settimana di Santoro. Sandro ci arriva di esperienza, Marco deve ancora farsela per questo deve lavorare di più. Se vuole crescere ancora, De Benedetto deve imparare a dedicarsi di più a questioni societarie. Sul piano sportivo è fantastico, è appena tornato da un viaggio negli Stati Uniti dove ha visto partite di Ncaa, ora deve perfezionarsi su come gestire il personale. E’ una persona onesta, va molto d’accordo con Magro, anche troppo. A volte gli dico: fate finta di bisticciare…”. 

Marco Patuelli invece?

“E’ una di quelle persone che sono fondamentali per una società o azienda. Alla Germani Trasporti ho la fortuna di avere tanti Patuelli e questo ci permette di dedicare fondi alla pallacanestro. Come tutti quelli che lavorano tanto, Patuelli ha un carattere particolare: con lui è difficile avere un confronto dialettico perchè è abituato a lavorare 18 ore al giorno e se non la pensi come lui puoi avere degli scontri frequenti. Ma non tutti sono abituati a lavorare quanto lavora lui”. 

Gianni Petrucci è ancora l’uomo giusto per il basket italiano?

“E’ uno degli ultimi veri. Chi dice che è troppo attaccato alla poltrona è solo invidioso. Dobbiamo ringraziarlo perchè se c’è Pallacanestro Brescia è grazie a lui, con il “lodo salva città” ci ha permesso di fare un’operazione tecnico-fiscale-giuridico-sportiva con cui abbiamo creato per la prima volta in Italia il passaggio del titolo sportivo. Sa come muoversi e dove arrivare per il risultato finale”.

Negli anni lei è diventato amico di Massimo Cellino, pensa che venderà il Brescia calcio?

“Ha la mia massima stima, ha idee incredibili, è un intenditore di calcio e una rapidità mentale notevole. Gli auguro ogni bene. Ultimamente non gli sta andando proprio bene tutto, ma è importante che sia al meglio per fare il bene del Brescia calcio. Non so e non voglio dire cosa farà del club, sarebbe irrispettoso da parte mia verso di lui, il Cda e i tifosi delle Rondinelle. Solo Cellino sa come stanno realmente le cose”. 

Faustino Ferrari quanto è vicino e importante per la Germani Pallacanestro Brescia?

“Mio padre ci sta dando una grossa mano con le sue attività e le società della famiglia Arcese. A livello economico è impegnativo tenere questo club, da solo non ce la farei. Faustino si vede poco o niente, ma c’è sempre ed è fondamentale”. 

Capitolo Eurocup: si ricomincerà il 10 gennaio con Badalona al PalaLeonessa. Partitone?

“Sì e mi piacerebbe portare 3-4000 spettatori al palazzo. Perchè affrontiamo una grande squadra, perchè ci sarà spettacolo e perchè è un match spartiacque. Sono convinto che se vinciamo poi il nostro cammino in Europa si farà molto, molto interessante”. 

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