La Germani perde a Verona un derby giocato in tono minore e si qualifica per la Coppa Italia solo grazie alla sconfitta di Brindisi a Sassari. L’andata si chiude con più sconfitte che vittorie
Verona. Non resta che prenderne atto e registrare: esiste una Germani da Eurocup, che gioca intensa, cattiva, affamata e una che in Lba continua a perdere partite alla portata. E’ il momento di chiudersi in spogliatoio e capire il perchè. E’ la Germani che acciuffa comunque le Final Eight di Coppa Italia con 14 punti: alla pari di Sassari, risulta quindi decisivo il successo del 2 gennaio dopo un supplementare al PalaSerradimigni. L’anno scorso all’ottavo posto chiusero in quattro a 14 e questo forse basta per spiegare un po’ di cose. Finire l’andata con più sconfitte (8) che vittorie (7) non rende onore al tipo di roster costruito in estate dal trio Ferrari-De Benedetto-Magro. Sia ben chiaro: il primo obiettivo stagionale è stato raggiunto e non siamo tra coloro che sostengono che andare a Torino dovendo affrontare subito Milano non ha senso. Ha senso eccome: consente di mettersi comunque una stellina sul petto (è la quinta Final Eight in sette anni), di maturare nuova esperienza ad alti livelli e al club di veicolare il proprio marchio e il merchandising in una kermesse dove ci sarà la crema del basket italiano, un numero impressionante di addetti ai lavori e tanti, tanti tifosi. E poi chissà, in una partita secca può davvero succedere di tutto. Si giocherà quasi certamente mercoledì 15 febbraio, giorno di San Faustino e Giovita, e magari i Santi Patroni della città faranno il… miracolo.

Fatal Verona. Non si può sfuggire però al racconto e all’analisi di questa nuova, fastidiosa sconfitta in campionato, la quarta nelle ultime sei giornate. Brescia arriva al giro di boa con il fiato corto. Così com’è stata nel match di Verona. Senza Massinburg (“problemi muscolari”), ma anche Verona non aveva Bortolani e ha giocato e vinto in 8 (più 5’ di Rosselli), i biancoazzurri hanno iniziato puntando più sugli errori degli avversari (11-18) che su una vera e propria energia che non sono davvero mai riusciti a prendere nel match. Già nel secondo quarto (parziale di 10-0 in apertura per gli scaligeri) si era visto che qualcosa non funzionava nei “germanici” nonostante un Gabriel in serata extra lusso (20 punti e 6 rimbalzi, top in tutto). Eppure fino all’intervallo lungo la Leonessa dei canestri non aveva realmente sbandato (36-38). Anche se nel pitturato era un supplizio: 24-12 per gli uomini di Ramagli (38-26 alla fine e tre rimbalzi in meno per Brescia). Anzi: il terzo quarto è sembrato andare pure meglio: 40-47, 43-51 a -2 e 30”, ma lì si è acceso Anderson che con 13 punti di fila ha ribaltato l’inerzia: 56-55 al 30’. L’ultimo giro di valzer, quando ormai era ufficiale la sconfitta di Brindisi a Sassari e quindi l’approdo alle finali di Torino, è così iniziato con la Germani in balia dell’avversaria, che ha allungato fino al + 6 (64-58, 67-61). Il canto del cigno è stato il rientro a -4’ e 36” (69-68, gancetto di Odiase) e poi sul 74-73 (bomba della disperazione di Della Valle a -2’ e 32”), ma una persa sanguinosa di Gabriel (tu quoque?) e un rimbalzo offensivo concesso sul 76-73, convertito a canestro per il +5, hanno chiuso i conti.
Giornataccia per i tifosi bresciani sulla Brennero, parecchi dei quali hanno anche fatto “doppietta” recandosi al palasport di Verona dopo aver assistito alla demoralizzante prestazione del Brescia sconfitto a Bolzano dal Sudtirol. Come non sono bastati i 1200 al seguito delle Rondinelle, così non è stata sufficiente l’energia degli oltre 500 che hanno accompagnato gli uomini di Magro in un derby particolarmente sentito. Mercoledì sarà di nuovo Eurocup: Germani a Riga, in Lettonia, con gli ucraini del Prometey. Eurocup, basterà (anche stavolta) la parola ?

