Dopo la sconfitta con Ulm (quarta sconfitta), il coach della Germani alla vigilia della trasferta di Varese: “Avversaria non così dissimile dai tedeschi”
San Zeno. Classico venerdì di conferenza stampa prepartita per Alessandro Magro, che nella sede della Germani Pallacanestro Brescia ha presentato la sfida di domani sera alle ore 19.30 al Palasport Lino Oldrini contro Varese. Una partita di fondamentale importanza per una Germani in crisi di risultati, reduce da 4 sconfitte consecutive e da sole 2 vittorie nelle prime 7 uscite questo inizio di 2023.
“Siamo pronti ad iniziare un ciclo di tre trasferte consecutive. Sarà un momento importante per la squadra non solo per i risultati in sé, ma anche per poter stare insieme e provare a riaccendere la scintilla per invertire la tendenza, visto che da Varese andremo direttamente in Francia per la partita di EuroCup. Contro Varese sarà una partita complicata, giocano una Pallacanestro in stile americano e sono la squadra che segna più di tutti in campionato grazie alla volontà di spingere sull’acceleratore e di prendersi un tiro anche dopo solo un passaggio. Fanno tanto uso del tiro da tre punti e hanno in Ross il giocatore che è il motore della squadra per la capacità realizzativa e di mettere in ritmo i compagni, che gli ha permesso di inanellare prestazioni da doppia-doppia. Non è l’unico giocatore pericoloso perché hanno ben 7 giocatori che vanno a referto con frequenza. Sulla carta non è una partita così diversa rispetto a quella contro Ulm. Dovremo essere in grado di limitare i contropiedi e fare doppiamente attenzione per evitare le tante palle perse di mercoledì. Il loro palazzetto è molto caldo, quindi anche il clima sarà particolare ed i nostri nuovi americani capiranno cosa vuol dire giocare a Varese in trasferta. Serviranno energie sia fisiche che mentali”.
Contro Ulm per la prima volta in stagione si è vista una Brescia quasi arrendevole. È stato un fatto mentale?
“Ho letto che la mia espressione fosse arrendevole. Personalmente ero contrariato e amareggiato di aver bruciato i timeout, che ci sarebbero stati utili nell’ultimo periodo. Abbiamo giocato meglio rispetto alle uscite precedenti però le palle perse sono state sanguinose. In questo momento abbiamo bisogno di una scintilla che possa farci vedere la luce in fondo al tunnel. Arrivare a 4 sconfitte consecutive con la coppa è molto più facile rispetto all’anno scorso quando non giocavamo in Europa. Contro Ulm abbiamo costruito buoni tiri che purtroppo non sono entrati, mentre gli avversari hanno segnato 7 tiri consecutivi, quindi questo può aver creato un minimo di arrendevolezza, anche se non è una giustificazione. Non si può però dire che i ragazzi o lo staff non ci tengano”.
Varese è in grado di stritolare gli avversari come un anaconda. Il primo obiettivo è evitare di farsi stritolare?
“La filosofia di Varese è quella. Giocano in quel modo dall’inizio alla fine e questo comporta vantaggi e svantaggi, perché li porta a subire parecchio in difesa. La nostra volontà è quella di recuperare il pallone il prima possibile così da poter contrattaccare. Loro sono in grado di piazzare dei break incredibili quindi dovremo avere la disciplina di costruire qualcosa a metà campo rinunciando a qualche contropiede. Hanno tanti giocatori in fiducia e per questo sono efficaci”.
Ti aspetti un passo in avanti da qualche giocatore in particolare?
“Mi aspetto da tutti un passo in avanti nella volontà di costruire insieme. Siamo dentro ad una nube nera, ma dobbiamo continuare a lavorare per migliorare e crescere insieme inseguendo i nostri obiettivi sia in campionato che in coppa. La squadra mi aspetto che percepisca l’urgenza di esprimere un basket migliore, al di là della vittoria o della sconfitta, perché il nostro modo di giocare è lo stesso di quando abbiamo vinto in casa con Badalona o in trasferta in Slovenia e in Germania. Chiaramente questa squadra è stata costruita in estate con degli equilibri ed incastri sia tecnici che di leadership che purtroppo sono venuti a mancare. Non è automatico che chi non era pensato come leader lo diventi solo perché manca chi doveva esserlo. Quando continui a cambiare uno o due giocatori, e di conseguenza le rotazioni, è come ricominciare ogni volta da capo”.
Certe volte sembra che la squadra non trovi soluzioni se Della Valle viene messo in difficoltà dai raddoppi degli avversari…
“Non credo che i tiri sbagliati da Gabriel o Cuornooh siano da collegare alle difficoltà che può avere Amedeo. Lui è un giocatore che deve avere palla in mano per attivare sé stesso e i compagni. Nelle ultime partite abbiamo provato a mettere quintetti con tre piccoli per togliere pressione dalle mani di Amedeo e farlo tirare più sugli scarichi. Purtroppo questi tiri non sono entranti. Una delle strade da percorrere può essere questa, come anche andare in post basso da Moss oppure Odiase, nonostante i risultati sono stati finora modesti. Ora che le cose non vanno bene le reazioni sono peggiori, ma non dobbiamo buttare via tutto. L’obiettivo è quello di ritrovare l’approccio giusto e di avere fiducia in ciò che facciamo. Se questa squadra gioca non trovando entusiasmo va in difficoltà. Quindi ben vengano i sorrisi contagiosi di Kenny Gabriel”.