MAGRO: “BANCHI IL MENTORE A CUI DEVO TUTTO. MAURO FERRARI SPECIALE, ALTRI MI AVREBBERO ESONERATO”

Intervistato da Tuttosport, il coach della Germani si confessa: “Se non ci fosse stato il patron, dopo tante sconfitte, non sarei stato in Coppa Italia. Noi bravi a giocare ad un buon livello, ma dobbiamo tornare in palestra a sbucciarci le ginocchia per vincere anche in campionato”

Torino. Dopo il trionfo della sua squadra nella Final Eight 2023, il coach della Germani Alessandro Magro, intervistato da Piero Guerini di Tutto Sport, parla anche dei suoi mentore. Questo l’estratto dell’intervista.

Magro, venivate da 6 sconfitte in A, come siete riusciti a ripartire e trionfare?

“Non era scontato, né facile, ma credo che questa squadra abbia sempre avuto consapevolezza del suo potenziale. La chiave può essere stata interpretare la Coppa come una parentesi che ci togliesse da scorie e negatività che ci eravamo creati in campionato, provando a giocare la pallacanestro con mente un po’ più sgombra, partendo da basi di qualità tecnica e tattica. Affrontare subito Milano è stata una fortuna dal punto di vista motivazionale e mentale. Però siamo riusciti a giocare, soprattutto in difesa, con un’attenzione e un impegno fisico e mentale importante, raggiungendo vantaggi notevoli e, una volta ripresi, resistendo”.

Cosa significa per lei?

“Nel nostro lavoro, serve la capacità di farsi trovare pronti se capita l’occasione. Tante volte ci vuole fortuna, tantissimi bravi coach non l’hanno mai avuta. Io sono stato molto fortunato a trovarmi in un gruppo di lavoro in cui dovevo ascoltare per imparare con Pianigiani, Banchi e Crespi a Siena, mi sono forgiato, poi ho preso a camminare. E a Brescia ho un rapporto speciale con il presidente Ferrari. Nel 90 per cento dei casi non sarei stato in Coppa Italia dopo tante sconfitte… Questo dà molto valore a quello che stiamo provando a fare di squadra, di staff, una pallacanestro seria. Seguendo il modello che io ho avuto la fortuna di vedere. Quando si parla di Siena la gente storce il naso, io semplicemente, avendolo vissuto, ho sempre preso quel modello di lavoro”.

A chi deve di più?

“È banale ma vero, da tutti. Però avendo vissuto spalla a spalla per 8 stagioni dai 24 e ai 32 anni con Luca Banchi, tutto quello che ho imparato lo devo a lui. Poi con Crespi ho preso a vedere il basket con altre lenti. E ho ammirato la gestione del lavoro di Pianigiani”.

Brescia sembra pronta per i playoff, ma deve salvarsi.

“Qui dobbiamo essere ancora una volta molto bravi da un punto di vista mentale, a goderci il momento in questi 5 giorni, poi torniamo a sbucciarci ginocchia e gomiti. Abbiamo giocato una pallacanestro di buon livello, dobbiamo approcciare ogni partita di campionato ed EuroCup e poi se ci qualificheremo, proveremo a giocarcela”.

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