IL PAGELLONE DI FINE ANNO: DELLA VALLE MVP, GABRIEL CONSOLIDATO, PETRUCELLI STABILIZZATORE, CAUPAIN BENTORNATO, MASSINBURG DA RIPROPORRE

Nikolic efficace, Cournooh reattivo, Cobbins travagliato, Odiase discreto, Burns gregario, Laquintana ai margini, Moss crepuscolare, Akele generoso, Taylor timido

Gabriel 7,5: la seconda stagione di Kenny in terra bresciana è stata certamente una tappa, speriamo non l’ultima, di grande consolidamento. E’ stato una mina vagante in numerose occasioni, una miccia offensiva portentosa, soprattutto dalla lunga distanza, senza far mai mancare un gran lavoro difensivo di contenimento e protezione di area e ferro. La sua stagione regolare finisce con una media di 26 minuti a gara, oltre 10 punti a partita, poco meno di 6 rimbalzi; media replicata in Eurocup e confermata anche alle Final Eight di coppa Italia. Rendimento complessivamente più che soddisfacente: molti i picchi verso l’alto con giocate capaci di cambiare esiti della gara arrivati dopo partenze o interi quarti sornioni. Grande capacità di non perdere fiducia nei propri mezzi, coraggio nell’assumersi responsabilità in momenti topici, atletismo esplosivo (caratteristica, quest’ultima, che KG non ha ancora sfruttato al massimo nell’uno contro uno, subisce infatti pochi falli e tira pochi liberi). Personalità aggregante e coinvolgente, estro cestistico capace di esaltare le masse. Lo Snoop Dog di Charlotte insomma, Kenny Master of Ceremony.

Massinburg 7 Sembra che molto del potenziale della guardia di Dallas sia rimasto inespresso; ci ha messo parecchio a spiccare il volo ed ingranare, ma quando lo ha fatto ha mostrato talento in quantità, concentrazione, buone doti difensive senza sprecare falli. Anche nei momenti più difficili non gli è mancato l’appoggio di coach e compagni e l’umiltà dimostrata lo ha fatto entrare nel cuore dei tifosi nonostante tante prestazioni inizialmente poco esaltanti. E’ stato protagonista in Coppa Italia con tre partite magistrali ed è stato una pedina estremamente importante nel finale convulso di stagione nel quale ha contribuito con buone prestazioni ad allontanare Brescia dalla zona di bagarre salvezza. Peccato per l’infortunio muscolare che lo ha costretto alla fine anticipata di coppa e campionato. Il paragone con il predecessore Naz Mitrou Long ha rappresentato un’eredità decisamente pesante, almeno agli occhi dei tifosi. Le caratteristiche di Cj sono diverse da quelle di Naz, la media punti in camiponato è stata sotto la doppia cifra (8,8) soprattutto per i magrissimi bottini di inizio stagione: a guardare solo i numeri il voto parrà a qualcuno generoso, ma la guardia ventiseienne ha mostrato prestazioni di buon livello in momenti importanti e resta interessante l’idea di poterne sfruttare la confidenza acquisita anche la prossima stagione.

Nikolic 7: arrivato alle porte dell’inverno dopo l’infortunio di Caupain, lo sloveno dagli occhi di ghiaccio si è inserito alla grande nel Magro system pur essendo , rispetto ad una comboguard in stile Caupain, più un play di tipo tradizionale capace di mettere in ritmo i compagni, gestire la regia senza sprecare palloni, colpire dalla media e dalla lunga. Si è rivelato un’arma difensiva estremamente efficace nel mettere pressione a tutto campo ,presenziare con personalità a rimbalzo, servire i lunghi, sebbene un po’ a corrente alternata. Gli auguriamo un finale di stagione di soddisfazione visto che si è accasato in fretta al Gran Canaria per dar man forte nei play off, ma se per la prossima stagione volesse preferire la nebbiolina padana alla brezza marina, inutile nascondere che ne saremmo ben lieti. 

Caupain 7,5: uomo di poche parole, ha impiegato un mesetto da inizio stagione a far vedere di che pasta era fatto e quando ha iniziato a dare gran belle soddisfazioni ha subito il grave infortunio che lo ha tenuto ai box per oltre 4 mesi. Quando Troy è rientrato a marzo, la stagione era ancora tutta da decidere sia in Eurocup che in campionato e sebbene per i tifosi questa sia l’ora di masticare amaro per i play off sfumati di un soffio, a quel tempo lo spettro della retrocessione era minacciosamente incombente. I minutaggi generosi delle prime partite concessi al rientro, per far rimettere benzina nel serbatoio sono serviti eccome perché dalla sfida con Milano in poi il ragazzone di New York ha offerto un rendimento clamoroso ed ha mostrato nuovamente di che pasta è fatto. La media dei suo tabellini parla di 26 minuti di in campo, con 11 punti, 4 assist, 3 rimbalzi. La principale caratteristica della sua regia è quella di non avere fretta. Se Eric Clapton ha il soprannome di Slowhand a Troy potrebbe star bene quello di Slowleg ma nessun timore: quelle gambe sanno anche partire veloci come saette e tagliare l’area in due appoggiando la palla nel cesto così come dare una spinta potente per tirare in controtempo anche da distanze siderali, preferibilmente al buzzer beater. A pieno regime “Big T” è un play pieno di risorse, capace di giocate illuminanti e trascinanti, una riconferma per ripartite con basi solide la prossima stagione.

Petrucelli 7,5 seconda stagione a Brescia per l’Arsenio Lupin di Long Island, la prima con passaporto italiano che gli è valso anche un paio di belle presenze in maglia azzurra nella nazionale del Poz. Annata senza dubbio positiva per l’italoamericano, che ha vissuto però un infortunio piuttosto antipatico che ha interrotto una fase di grazia della prima parte di campionato e coppa che lo ha fatto sembrare una perfetta macchina da guerra. Un paio di partite per ricarburare dopo il rientro e alla Final Eight John è stato uno stabilizzatore fenomenale ed è riuscito a dare in ogni fase di gioco un contributo determinante. Non si può dire esattamente lo stesso per l’ultima parte di campionato e coppa europea dove è apparso sovente meno brillante e con gioco più nervoso e meno mortifero. Il suo valore resta elevatissimo, fresco di titolo di miglior difensore del campionato e con i fari puntati da parte di squadre di elevato standing. Siamo tutti curiosi di capire che sviluppi avrà il mercato per provare a sognare un terzo anno di solidità ad alto valore aggiunto per le canotte biancoblu.

Cournooh 7: prima parte di stagione convincente nella quale ha sfruttato alla grande ogni minuto a disposizione e l’infortunio del play titolare a novembre sono i principali elementi capaci di dare una spinta decisa a David per ritagliarsi ottimi spazi nelle rotazioni. Un paio di vittorie portano deciso il marchio del play veronese che con gestione sicura della regia, palle rubate e triple coraggiose, non ha quasi fatto sentire la distinzione tra primo e secondo play. Il rientro di Caupain gli ha inevitabilmente tolto minutaggio, ma l’atteggiamento è sempre stato da buon soldato scelto. Le medie stagionali parlano di 19 minuti di media sul parquet con 7,4 punti a partita, 2 assist, 0.8 palle perse e 0.6 palle recuperate. Impegno in difesa sempre puntuale, discreta pericolosità al tiro dalla lunga e dalla media, buon coraggio nell’attaccare il ferro, ma appoggi a tabellone come punto di miglioramento su cui lavorare con Jenkins, se entrambi saranno ancora nel team 2023/24…

Della Valle: 8 l’anno scorso di questi tempi ADV era inevitabilmente il protagonista delle cronache cestistiche e il centro delle polemiche dei tifosi, molti dei quali anche alla notizia del ritorno erano talmente risentiti da dichiararsi pronti a tenergli il muso ad oltranza per la scelta dell’MVP 2021/22 di guardare altrove per il prosieguo della propria carriera. Alla notizia del ritorno avevamo scritto che la classe, la serietà e le doti cestistiche del giocatore avrebbero fatto sì  che dopo un paio di partite a suon di triple anche i più permalosi si sarebbero placati e così, in effetti, è stato. Se qualche frangia particolarmente risentita non si è fatta convincere fino a febbraio, beh  il capolavoro di Coppa ( MVP delle Final Eight e Mvp della finalissima)  ha fatto crollare qualsiasi resistenza. La stagione complessiva di campionato e coppa europea è stata di elevato livello sebbene, rispetto all’impeccabile annata scorsa, quella di quest’anno abbia visto qua e là qualche prestazione sottotono. Essere riuscito a proporsi ad altissimi livelli anche da osservato speciale numero uno delle difese, aver giocato con generosità servendo i compagni con una media di 4 assist a partita, aver fatto vedere importanti progressi anche negli sforzi difensivi ed aver confermato di essere il miglior tiratore di liberi della massima serie (94%), gli valgon bene una promozione a pienissimi voti.

Cobbins: 6.5 : stagione travagliata per big Mike che per ben due volte, prima per un paio di settimane per un brutto colpo al volto con danno alla retina e poi per  ben due mesi per un più pesante infortunio tendineo. Big Mike ha sempre fatto sentire la sua presenza ed il suo vocione ai compagni e per chi ha avuto la fortuna di osservarlo a bordo campo nelle Final Eight è stato impossibile non definirlo sesto uomo sul parquet, a testimonianza di un carisma dentro e fuori dal campo che lo fa essere elemento di grandissimo spessore e collante preziosissimo nel roster bresciano. In più di un’occasione ha predicato difesa e guidato serrate di saracinesche in area, sabotaggio di linee di passaggio anche in aiuto sui piccoli e non disdegnando di mettere parecchi granelli di sabbia anche negli ingranaggi ben oliati di signore squadre quali Milano, Bologna o Brindisi. Si ricordano anche dei picchi verso il basso a dir poco letal, però, quali ad esempio leggerezze difensive contro Venezia (il fallo antisportivo scellerato su tripla di Moraschini che è costato 4 punti + altri 3 su rimessa) oppure il carico di falli ad inizio di gara che ne hanno compromesso l’intera prestazione. Annata dunque complessivamente positiva, non senza difficoltà, ma con contributo sempre importante per il generoso (e non solo in campo) centro di Amarillo.

Odiase 6,5 il lungo naturalizzato Usa ha offerto prestazioni di buon livello con picchi di particolare eccellenza nei primi mesi del 2023, avendo come culmine del rendimento nel week end piemontese che in generale è stato particolarmente favorevole per quasi tutti gli elementi del roster. Complessivamente Tai ha dimostrato discrete doti difensive con buona tecnica nelle stoppate (la media dice almeno una a match),  velocità di piedi nella chiusure, buona predisposizione alle sportellate in area difensiva; meno efficace nel contrastare quelle ricevute, palla in mano, sotto il ferro amico, dove spesso si è incartato e dove peraltro segna di rado spalle a canestro o su movimenti diversi da pick and roll conclusi con sverniciatura di ferro (che pure non danno fastidio). La voce rimbalzi non ha particolarmente esaltato con una media sia in campionato che nelle coppe di 4,7 carambole recuperate (high stagionale di 10) . Discreto anche il contributo offensivo con media punti di 8,5 con numerosi picchi in doppia cifra alternati però a parecchie partite senza grandi bottini. Il ragazzone di Glenwood ha un’intelaiatura cestistica di tutto rispetto con doti fisiche  che offrono un potenziale a tratti impressionante; migliorabile la continuità e con qualche soluzione offensiva più efficace nel bagaglio tecnico, soprattutto quando servito non in movimento, può ambire ad un salto di qualità davvero rilevante.  

Burns: 6,5: ha giocato per buona parte di campionato in un ruolo da gregario;  seppur con la solita serietà ed impegno lo si è visto sovente fuori ritmo e meno capace di portare energia vitale a difesa ed attacco. Certo in alcuni frangenti, soprattutto sotto le plance, ha  giocato d’esperienza sporcando palloni e propiziando recuperi, ma spesso è stato solo il fratello più anzianotto del petardo scoppiettante visto negli anni passati. Il vestito megliore, però, Chris lo ha tirato fuori quando è scoccata l’ora di scrivere la storia e portare a casa la prima coppa per il club biancoblù. A Torino ha rispolverato con un brio contagioso le più apprezzate peculiarità mostrate negli anni: per le tre partite che tutto il tifo bresciano porterà sempre nel cuore, il centro di Trenton ha lucidato la carrozzeria, fatto il pieno di benzina ed è stato una scheggia positivamente impazzita in ognuna delle tre vittorie. Con determinazione da guerriero stampata sul volto sin dal riscaldamento, con precisione da squadra Swat movimenti puliti e controllati, ha lottato a rimbalzo , segnato dalla lunga e dalla media recuperato rimbalzi e palle vaganti. Non è ancora dato sapere se la prossima stagione il 38 enne italoamericano vestirà ancora la casacca bresciana, ma è difficile metter nella bacheca dei ricordi che lo riguardano un’immagine più bella della cavalcata coast to coast to coast , nel terzo quarto della finale di Coppa Italia, dopo aver recuperato palla vagante  dalle parti di Teodosic, il quale prova invano a star dietro alla locomotiva lanciata a bomba verso  una  schiacciata alta sopra il ferro che fa esplodere i tifosi a palazzo e sfondare decine di divani nelle case bresciane di chi non aveva trovato il biglietto.

Laquintana 6 il rendimento nella prima parte di campionato è stato obiettivamente sottotono per il play di Monopoli: forzature, basse percentuali al tiro, confusione ed in generale poca convinzione e poca precisione. Essere però lasciato sempre più ai margini delle rotazioni, ed entrare di tanto in tanto sul finire di secondo quarto per far evitare ai compagni accumulo di falli per poi non vedere più il campo, deve essere stato difficile da digerire per un ragazzo abituato a giocarsi le proprie chances almeno per 15’ a gara. Tommy è da sempre nel cuore dei tifosi bresciani e vale ad esempio di quanto se lo meriti la sua felicità genuina e profonda nell’alzare la Coppa, senza aver praticamente messo piede in campo, partecipando da vero membro di una squadra anche con il suo sostegno da non protagonista.

Moss: 6: il capitano, a stagione conclusa,  tutto sembra fuorché intenzionato ad appendere le scarpette al chiodo. Non temiamo di essere noiosi se ripetiamo che per questa società e per questa squadra è stato in questi anni monumentale: ha guidato la Brescia della palla a spicchi non solo a conquistarsi la massima serie, ma anche ad affermarsi come realtà solida e temibile da ogni avversario. Fatta la doverosa premessa sarebbe intellettualmente disonesto non ammettere che le lancette dell’orologio  girino inesorabilmente ed è evidente che esperienza, carisma, mentalità vincente a volte non bastino a compensare minor reattività,  diminuita pericolosità offensiva e le richieste prestazionali di potenza, velocità e atletismo che di anno in anno nella massima serie diventano più esigenti. Poche, per non dire pochissime,  le partite nelle quali non ci si è accorti che sul capitano si facevano sentire  i “ 20 anni densi di esperienza cestistica”. Non ci fosse il nodo del passaporto americano forse i ragionamenti potrebbero avere orizzonti più ampi, ma sembra quasi inevitabile, se le strade vogliono rimanere le stesse, che i codici di ingaggio vadano rivisti sensibilmente.  

Akele 6: a guardare unicamente le statistiche il bottino medio dell’ala trevigiana non appare esaltante: circa 14 minuti a partita , 2.4 rimbalzi di media , poco meno di 3 punti, 0.3 stoppate date , 0.2 subite. Non è andata molto meglio in Eurocup dove statistiche e memoria degli eventi  non restituiscono sensazioni molto diverse rispetto a  quelle del campionato.  Il ragazzo però ha sempre dato l’impressione di essere un gran lavoratore, un elemento ricco di positività nel gruppo, ma forse con necessità di rafforzare la convinzione nei propri mezzi. Piace pensare che il vero Nicola sia quello delle Final Eight, di quelle tre partite nelle quali ha mostrato faccia tosta, cattiveria e nessun timore reverenziale. Quel che serve per convincere davvero tifosi ed addetti ai lavori, nel caso in cui il contratto che lo vede in maglia biancoblù ancora un anno almeno sia confermato, è convincere dal punto di vista del “fatturato” perchè per quel che concerne il senso di appartenenza e lo star bene  sotto il colle Cidneo, dubbi non ce ne sono.

Taylor 5: arrivato di corsa da Patrasso per metter riparo agli infortuni abbondanti, la timida guardia stauniense ha illuso di poter dar soddisfazione nell’esordio in Eurocup con buona confidenza dalla media e prestazione convincente. Fuoco di paglia. Si è spento in un amen per non riaccendersi più manco con la diavolina. In fretta è arrivato e in fretta lo si è lasciato ripartire non appena Caupain ha potuto fare ingresso in campo, con tanti saluti e un grande in bocca al lupo per il proseguo di carriera. Ringraziamenti di rito, ma senza offesa… non che ci fosse granchè per cui ringraziare.