Dopo un pre-campionato di buon livello e la travolgente vittoria su Tortona, il fragoroso ko con la Virtus Bologna apre interrogativi anche sulla questione fisica già sotto la lente d’ingrandimento nella scorsa stagione
Brescia. Può una sola partita cancellare un mese e mezzo di lavoro e di prestazioni convincenti? Sembra assurdo e in parte lo è, ma lo sport è fatto anche di queste iperboli e la roboante sconfitta della Germani nella finale della Supercoppa con la Segafredo Virtus Bologna apre degli interrogativi proprio per come è maturata. Passano i giorni e la convinzione di tutti, anche all’interno della stessa Germani, è che “perdere si può, ma così no”. Coach Magro non ha cercato scuse come era ovvio che fosse nel dopo gara, ma non ne ha fatto un dramma perchè sa che il basket riserva spesso delle immediate seconde possibilità, preziose chances di riscatto. E visto che domenica comincia il campionato (ore 17 al PalaLeonessa contro Carpegna Pesaro) tanto vale spostare subito il focus.
Il doppio calo. E’ altrettanto ovvio però che in questi giorni di allenamento il coach torni su quello che non è andato domenica pomeriggio. Il crollo è stato troppo clamoroso per non essere messo in evidenza e tra i doveri di un allenatore c’è anche quello di non far passare lisce certe prestazioni. Dopo aver dominato con Tortona, ripetendo quanto per altro già visto con squadre di serie A come Varese e Reggio Emilia nella pre-season, Brescia nell’atto conclusivo si è sciolta come neve al sole già nei primi minuti senza riuscire mai a rientrare in partita dopo lo choc dell’iniziale 0-10. Il “-37” finale è una ferita che non si rimarginerà tanto in fretta e che rimarrà negli annali essendo una finale. Solo nel 2007 il Montepaschi Siena, che all’epoca era un tritatutto, rifilò un passivo peggiore nella finale di Supercoppa a Treviso: 46 punti di differenza. Con Bologna la Germani è apparsa scarica anche fisicamente non solo mentalmente. Difficoltà nei movimenti per Bilan, nel tiro per Gabriel e a tratti anche Della Valle, nella difesa per Petrucelli, nella regia per Christon. Come se mancassero le forze. Solo Massinburg e Burnell hanno dato l’impressione di avere delle forze da mettere al servizio della squadra. Eppure si sapeva da molto tempo che bisognava prepararsi per affrontare al top dell’energia due partite in due giorni. Così come l’anno scorso per altro si sapeva che un roster di 12 giocatori avrebbe dovuto sostenere il doppio impegno Lba-Eurocup, ma quante volte abbiamo dovuto scrivere e parlare di una Germani che non riusciva a recuperare per dare continuità alle prestazioni?
Quest’anno il doppio impegno non c’è, almeno fino a febbraio quando l’obiettivo è qualificarsi per la Final Eight di Coppa Italia e allora si giocherà (si spera) tre partite in tre giorni per cercare di ripetere l’impresa di sette mesi fa. Domenica con Pesaro è già il momento di scacciare via i primi dubbi. Almeno quelli relativi alla condizione fisica.