La Germani, dopo aver toccato il + 14 a inizio secondo quarto, deve arrivare fino alle ultime due azioni per avere ragione di Pesaro alla prima di campionato: 81-79. Decisivi un canestro in penetrazione del play e una difesa di Akele. Tutti e dieci i giocatori a segno. E in tribuna si rivede il feeling tra Ferrari e De Benedetto
Brescia. Se nel quinto canto del Purgatorio, Dante fa sì che Bonconte da Montefeltro possa salvarsi “per una lagrimetta” versata in fin di vita, nella prima giornata di campionato la Germani viene salvata da un canestro in penetrazione di Christon e dalla successiva difesa di Akele su Bamforth. Brescia batte così 81-79 una Carpegna Pesaro le cui qualità sono state probabilmente sottovalutate quando Della Valle e compagni avevano toccato il + 14 a inizio secondo quarto (34-20). Eppure già in quel frangente si era vista la squadra di Buscaglia capace di tirare da tre come se non ci fosse un domani (4 triple di Bluiett nel primo quarto): con il passare dei minuti la sfacciataggine dei pesaresi, inferiori sulla carta come budget e quindi organico a Della Valle e compagni, ma con tanto coraggio, ha portato il punteggio a ribaltarsi fino a un pericoloso 56-61 al 27’. Siamo solo al Primo ottobre, e in una giornata dove anche Milano e Bologna non sono riuscite a passeggiare con Treviso (attenzione: prossima avversaria della Germani !) e Scafati, forse è quasi un bene che siano state evidenziate certe lacune in casa biancoblù. Quest’anno che non c’è più l’impegno europeo, in settimana lo staff tecnico saprà bene dove e come andare a lavorare.
Le chiavi. Di positivo, oltre ai due punti che in queste partite illuminano la scena e le conferiscono una definizione più netta, c’è il dato dei dieci giocatori utilizzati e tutti andati a segno. Vuol dire che la costruzione di squadra ha una razionalità e, almeno contro avversario non da four parade, e forse nemmeno da primi otto posti, come va considerata per adesso la Carpegna Prosciutto, può uscire sempre un coniglietto dal cilindro. Stavolta ha il profilo di Cournooh. Già, perchè oltre a quelle due giocate determinanti di Christon e Akele, c’è stato ovviamente anche molto altro. Cournooh ci ha messo tre bombe in una serata dove il tiro da 3 dei biancoblù è stato un pianto (4/16 contro il 12/27 ospite), Massinburg è piaciuto nel secondo tempo anche in difesa dove altre volte ha lasciato invece a desiderare, Akele pur giocando solo 5’ è stato una di quelle persone che se entrano nella tua stanza vorresti non uscissero mai. Second unit quindi fondamentale, anche se poi il canestro partita l’ha firmato il play titolare Christon e sia Bilan che Gabriel, pur non nella loro giornata ideale, hanno segnato 10 punti a testa. Con 26/50 da 2 (13/27 per Pesaro), Brescia ha confermato pure stavolta di essere una squadra molto più interna degli altri anni.
(Lo spettacolo della Curva Nord del PalaLeonessa)
Si può fare di più. Tra i dati su cui riflettere ci sono il differenziale a rimbalzo (+ 5 con una squadra come Pesaro è un po’ pochino), le quattro palle perse nel solo terzo quarto (erano state 3 nei primi 20’) e un 17/27 ai liberi (Bilan ancora in crisi) senz’altro migliorabile. Va però anche sottolineato come sia stata una vittoria di voglia (leggasi i 16 rimbalzi in attacco) e di estrema concentrazione negli ultimi possessi, senza dimenticare che alcune triple di Pesaro sono state irreali. Aver saputo spegnere nel momento chiave il fattore Bluiett (21 alla fine con 5/8 dai 6.75) è un altro merito da ascrivere a Magro e ai suoi. Esistevano partenze migliori, ma poteva anche andar peggio. Per ora va bene così. Con Christon, per Christon e in Christon.
(Colloquio pre partita tra Di Benedetto e Ferrari: il rientro nei ranghi dell’ex direttore generale dovrebbe avvenire già nei prossimi giorni)
(Esplode la gioia della panchina della Germani)