MAGRO: “POSSIAMO GIOCARE MEGLIO, MA LASCIATE A ME EVENTUALI PREOCCUPAZIONI. A TREVISO PER UN’ALTRA VITTORIA”

Il coach torna sulla partita con Pesaro e analizza il match di domani al Palaverde: “I tifosi sostengano la squadra, mi prendo la responsabilità delle scelte anche cambiando il piano partita come accaduto domenica. I liberi di Bilan non devono essere un problema, l’inserimento di Christon chiede tempo e intanto ha messo i tiri decisivi. La squadra di Vitucci corre bene il campo, ha realizzatori importanti e l’asse Booker-Paulicap già funziona”

San Zeno. Pur essendo solo alla seconda giornata di campionato, la Germani domani sera a Treviso è attesa a una prova di maturità. Dopo la sofferta vittoria con Pesaro, nella prima trasferta della stagione gli uomini di Magro affrontano una squadra reduce da una sconfitta a testa altissima nella gara inaugurale sul campo dei campioni d’Italia di Milano.

“Siamo pronti per questa prima trasferta – esordisce il coach di Brescia -. Dopo tre anni siamo riusciti a vincere finalmente la prima di campionato. A prescindere da come sono maturati, i due punti con Pesaro ci serviranno molto lungo il percorso. Abbiamo fatto una buona settimana di allenamenti, analizzando cosa è andato peggio con la Carpegna quando avevamo forse qualche scoria della Supercoppa, ora mi auguro che queste tossine siano state smaltite visto che siamo al 100% nel mood del campionato. Sappiamo quanto è difficile giocare in trasferta in questo campionato. Treviso l’anno scorso ci ha battuto due volte su due: loro sono anche più rinnovati di noi, a cominciare dall’allenatore. Quando li abbiamo battuti in pre season a Trento erano orfani di Bowman, Young e Camara e quindi quella gara è poco significativa. I due americani sono quelli su cui hanno fondato la squadra. A Milano hanno condotto a lungo e vinto bene, segnando addirittura 80 punti a una squadra che punta molto sulla difesa, nonostante percentuali non eccelse da tre (7/29). Vitucci è un allenatore che fa esprimere al meglio i propri realizzatori. Booker e Harrison, oltre a Bowman e Young, mettono tanti punti a referto, è una squadra votata alla corsa. Quattro giocatori sono dei fedelissimi di Vitucci (Bowman, Harrison, Zanelli e Mezzanotte) vuol dire che c’è anche un fattore umano oltre che tecnico ad unirli. Il Palaverde sa dare tanta spinta alla squadra di casa quindi siamo curiosi di vedere cosa riusciremo a fare. Il fatto che siano andati bene gli allenamenti significa tutto o nulla, quello che conta è il risultato alla fine. Dovremo fare un’ottima partita sui due lati del campo”.

In mezzo a tante cose che già funzionano, ci sono i liberi di Bilan e il non ancora perfetto inserimento di Christon da sistemare?

“A Miro stiamo facendo tirare una valanga di liberi ogni giorno. Idem a Cobbins. Miro però in carriera ha sempre tirato sopra il 70% in lunetta quindi non deve diventare un problema. Tenendo a lungo in panchina Della Valle, e rischiando, con Pesaro ho deciso di usare tanto Bilan proprio per servirlo con il bonus: purtroppo per due volte consecutive ha fatto 0/4, ma ad oggi non voglio che si prenda questo come un problema. Ne tira tanti in allenamento perchè sa che può andare spesso in lunetta. Prima di quello 0/4 aveva comunque fatto 6/6. L’inserimento di Christon è sotto gli occhi di tutti, è una situazione che richiede tempo. I tre innesti che abbiamo fatto in estate sono pochi, ma hanno spostato molto il senso dei nostri quintetti. Semaj non ha mai avuto problemi a fare canestro, sta provando a capire come giocare in modo meno individualista del solito. Se fosse già al 100% non andrebbe bene, ma è anche vero che nel finale quando c’è stato da segnare due canestri decisivi lui li ha fatti. Non siamo una squadra monocorde durante la partita quindi deve ancora capire i ritmi. Sono estremamente contento di come Christon ha approcciato la settimana di allenamento. Diversi giocatori che hanno dai 30 anni in su sanno di non aver giocato una partita eccellente con Pesaro, è positivo che ne siano consapevoli”.

(Magro tranquillizza il play Christon, che è ancora alla ricerca del miglior inserimento in squadra)

Gabriel come sta?

“L’abbiamo gestito, ma sarà della partita”.

Come ha reagito la squadra al fatto che avete cambiato in corsa il piano partita per vincere? L’ultimo tiro a Christon, l’ultima difesa ad Akele…

“I giocatori sono molto legati e focalizzati sull’obiettivo per crescere insieme. Ho visto che è stata fatta tanta distinzione tra first e second unit, ma siamo un’unica squadra dove c’è una sana competizione. Siamo tutti parte della stessa squadra. Mi prendo le responsabilità delle scelte e delle gerarchie, ma ce ne fossero di problemi così: siamo una squadra con tante opzioni ed è mio dovere cavalcare i giocatori che stanno meglio. Tutto va sacrificato sull’altare della vittoria: se c’è da tenere seduti alcuni giocatori e farne giocare altri in momenti chiave, ben venga”.

Negli ultimi anni la Germani ha fatto paradossalmente meglio quando attorno c’era un po’ di sfiducia, com’è affrontare la stagione adesso che siete considerati una delle meglio attrezzate almeno in partenza?

“Di sicuro nessuno farà l’errore di sottovalutarci. Magari il mio primo anno da capo allenatore può essere successo, l’anno scorso non credo perchè eravamo un roster profondo anche per fare la coppa. Tutto passa dalla qualità morale dei giocatori che alleni: se hanno chiaro il quadro completo visto da lontano e l’obiettivo finale allora giochi ogni partita con una determinata intensità e così deve essere anche in allenamento. Non lo dico solo io: quest’anno, ancora una volta, il livello in A è alto con americani e italiani forti e campi caldi su cui giocare. Vincere non è mai scontato. In alcune griglie di partenza per alcuni siamo terzi, per altri quinti, per altri settimi. Tutto questo lascia il tempo che trova. Conta rispettare il gioco e gli avversari e vincere il più possibile, in casa come fuori. Non ho mai visto una squadra giocare soft contro Milano, quando affronti le più forti hai le motivazioni a mille e spesso fai la tua miglior performance. Dobbiamo avere la capacità di sapere che tanti ci aspettano al varco. Siamo reduci da una settimana in cui abbiamo visto dal divano le partite delle coppe europee e in tutti noi c’è il dispiacere per non poter più giocare due partite a settimana: vogliamo riguadagnarci l’Europa e tutto questo passa da quello che sapremo fare in campionato. Possiamo giocare meglio di quanto fatto con Pesaro, ma lasciate a me il lavoro di essere preoccupato: una vittoria è sempre una vittoria, i tifosi sostengano la squadra. Non faremo mai mancare il fatto di essere orgogliosi di questa squadra, ve lo garantisco”.

A Treviso affrontate una squadra guidata da due giocatori nuovi del campionato come Booker e Paulicap che hanno portato a casa tanto dal pick and roll poi sono molto sbilanciati sugli esterni come talento, possono avere problemi sotto canestro con i vostri varieagti quintetti?

“Booker ha dimostrato a Milano di saper mettere in ritmo i compagni, ma anche di produrre e la sua connection con Paulicap è andata molto bene. Vitucci cerca spesso giocatori lunghi di taglia undersized, ma che sanno correre bene il campo. Ricordate John Brown? Fu il primo a dargli la possibilità di mostrare il suo talento. Paulicap sarà una spina nel fianco, è aggressivo anche per come nega le ricezioni in pivot basso. Sarà una partita molto interessante anche sul piano tattico. Dovremo cercare di trovare qualche soluzione tattica per limitarli e avere i nostri vantaggi. A Trento non c’era Young, uno che sa creare dal nulla. Bowman mi piace tanto, ha fatto molto bene a Brindisi. L’anno scorso abbiamo perso anche a Brindisi da un + 9 a 5′ dalla fine quindi abbiamo vari motivi per volerci riscattare”.