Il tecnico della Germani s’immerge in un’attesa che si fa febbrile di ora in ora: “Siamo pronti ad affrontare anche la famigerata 1-3-1 di Milicic, in Polonia ho capito che è un santone. In difesa potremmo soffrire qualche miss match con Bilan, ma poi Miro andrà anche ad attaccare e a soffrire saranno gli avversari… La Gevi lascia tirare da 3, bisognerà avere pazienza per prendere i tiri giusti e segnarli. Gabriel sta un po’ meglio e non facciamone un caso. Massinburg diventerà la guardia di un top team. E domani è il mio compleanno…”
San Zeno. Germani Brescia-Gevi Napoli sta diventando un evento. A due giorni dalla partita tra due squadre che dopo due giornate sono imbattute e hanno dimostrato di saper giocare un bel basket, restano in vendita circa un migliaio di biglietti (escluso il settore ospiti che occupa circa 500 posti). Ci si aspetta molto da questa partita. Magro e i suoi boys sono pronti ad onorarla.
Coach, sensazioni?
“Siamo felici che già alla seconda giornata ci sia un grande pubblico a una nostra partita. Vogliamo portare sempre più gente al palazzo con la qualità del nostro gioco. Siamo consapevoli che con Pesaro non ci siamo espressi al 100% mentre a Treviso abbiamo fatto un passettino in avanti. Non voglio essere paraculo, ma il tifo dei nostri tifosi si è sentito tanto anche al Palaverde. Il campionato non è uno sprint bensì una maratona, ma con Napoli è già un match di cartello. La Gevi ha espresso il suo bel basket in un campo difficile come Sassari, e noi sappiamo bene quando sia difficile vincere lì, poi ha battuto Milano. Arrivano quindi con entusiasmo al Palaleonessa, sono una squadra nuova, data in mano a un coach che conosco bene perchè in Polonia è un santone: ha passaporto polacco, allena la Nazionale. Ha uno stile di gioco identificativo. Le altre squadre polacche si sono allineate al suo sistema, in particolare alle scelte difensive. Quando arrivai in Polonia mi accorsi mi fecero subito capire chi era”.
Che squadra è Napoli?
“Hanno scelto di allestire un roster non troppo profondo, ruotano ad 8, ma hanno giocatori esperti: Ennis è il play, Pullen la guardia, Zubcic il power forward titolare, che può giocare anche da cinque. Sokolowski è il soldato di Milicic, andò con lui anche al Besiktas. Hanno scelto giocatori con esperienza europea o italiana vedi Owens, uno che ha fatto molto bene a Varese. Tutto ciò ha accelerato il loro progetto di coesione, giocando con identità. Ancora non abbiamo visto la zona di Milicic, la famigerata 1-3-1, ma siamo pronti ad affrontarla. In attacco fanno tanto bene perchè da 3 tirano con percentuali quasi irreali, la squadra è sul 40%, Sokolowski ha il 70%. Lever cambia da 4 e 5, De Nicolao è come Cournooh per noi: modifica la faccia difensiva dalla panchina. Jaworski non è partito benissimo, ma è un ottimo tiratore. Hanno doppia dimensione offensiva: da sotto e da fuori con giocatori che nei momenti decisivi mettono canestri pesanti. Pullen ne ha messi due con Milano dal peso specifico alto. Ci aspetta una partita dal sapore speciale, a Treviso nonostante la bella vittoria ci sono state cose che non sono andate e vogliamo correggerle. Per noi è una sfida: fare bene in casa contro una squadra che già riuscita a grattare punti a roster che sulla carta potevano essere superiori a loro, sarebbe un bel segnale che daremmo a noi e agli altri. Ogni anno c’è una squadra che si lancia in corsa con le altre e in questo momento quella squadra è Napoli”.
La Germani come sta?
“Abbiamo affrontato una settimana positiva seppure con qualche acciacco fisico relativo a giocatori che cercheremo di gestire, sperando di avere tutti a disposizione. Domani compio gli anni, mi piacerebbe poter festeggiare domenica con una bella prestazione. Da quando sono capo allenatore a Brescia, non sono mai partito con tre vittorie di fila. Mi ricordo bene che il record societario è nove di fila, per attaccarlo bisogna cominciare con queste tre di fila…”.
Pensi che sia ripetibile la prestazione di Treviso?
“I bravi giocatori e gli allenatori esperti sono quelli che guardano sempre alla prossima partita. Le prime giornate sono insidiose per tutte le squadre. La gara con Pesaro rientra in questo discorso. Il match di Treviso non bisogna ricordarcelo troppo, ma se imponiamo un livello alto di difesa facciamo soffrire chiunque. Puoi lasciare anche dei tiri aperti agli avversari, ma è come entri sotto pelle all’altra squadra che fa la differenza nel ritmo in cui questi tiri vengono presi. Domenica dovremo saper alternare quintetti e difese, essere una squadra che prova a fare mini break da 3-4-5 punti di quarto in quarto. La parola chiave è consistenza. La partita però non è Magro contro MIlicic, così come non è non sarà mai Magro contro Messina, Magro contro Banchi… Per domenica ci interessa solo che alle 8 di sera la Germani possa avere sei punti in classifica”.
Vincere questa partita avrebbe il senso di un primo allungo sugli altri?
“Dobbiamo cercare di pensare partita dopo partita, sapendo che durante la settimana possiamo gestire le energie non avendo le coppe. L’anno scorso siamo arrivati in Coppa Italia con sette vittorie e grazie al risultato di un’altra squadra, ora vogliamo vincere più partite, possibilmente in casa, cercando di avvicinarci il prima possibile all’obiettivo. Anche perchè tra poco avremo la trasferta di Bologna, a Dicembre in serie Milano e Venezia proprio nelle ultime giornate di andata. Dobbiamo giocare sempre col fuoco dentro”.
Con Napoli potrebbero crearsi dei miss match sfavorevoli: uno su tutti la difesa di Bilan contro un lungo dinamico come Owens o uno atipico come Zubcic che si allontana anche da canestro per tirare… Come pensi di risolverli? Aiuti, cambi sistematici?
“Owens è giocatore da pick and roll, sappiamo che Bilan non è il top in questa difresa, ma possiamo dargli una mano. Poi però Bilan attaccherà e per Owens può essere un problema marcarlo, ma anche loro gli daranno una mano… Nessun allenatore può dire che una partita è o non è per un giocatore. Io se un quintetto rende lo faccio giocare, a meno che non mi rincoglionisca… Sarà la partita che ci darà segnali: magari Napoli farà 40’ di zona… Loro ad esempio quando giocano con Sokolowski da 4 si muovono con tre esterni. Come ogni partita dovrà essere considerato un ventaglio di ipotesi, che abbiamo noi come loro. Dovremo essere rapidi ed efficaci a prendere il file giusto. Loro ti lasciano tirare tanto da 3, ma Milano ha sbagliato tanti tiri quindi se ce li lasceranno, dovremo essere pazienti per metterli”.
Come sta Gabriel?
“Ha lavorato meglio di settimana scorsa. Se a Treviso vogliamo trovare un neo questo è nella sua prestazione, ma è un leader che ci aiuta nel progetto. Non sono due partite che mettono in dubbio la sua leadership. Come Petrucelli avevo bisogna di una partita come quella fatta a Treviso, così Gabriel avrebbe bisogno di una prestazione importante”.
Ma che problema ha esattamente?
“Il problema è al piede, non alla caviglia. Con Trento in pre-season ha subito una distorsione al piede, ogni volta che scivola sente delle fitte. Comunque sia ben chiaro: non c’è un caso Gabriel”.
Massinburg adesso è come te lo eri immaginato quando lo prendesti l’anno scorso?
“Spero sia anche meglio. L’anno scorso ci sono tanti mormorii, giustificati, attorno alle sue prestazioni. Sa passare, tirare, attacca il ferro, potrebbe andare anche spalle a canestro. Ha tante armi, avere lui dalla panchina è un bel vantaggio. Tenere lui e Petrucelli è stato un bello sforzo della proprietà, ne siamo felici e ringraziamo per questo. Non so quanto riusciremo a vedere Massinburg a Brescia, diventerà una guardia in una squadra top. In estate ha rifiutato offerte da team di Eurocup per rimanere qui come cambio, è consapevole che deve lavorare tanto in difesa come ha detto anche a voi (in trasmissione a “Basket time 2.0”), il fatto che sia rimasto sapendo che sarebbe rimasto anche Petrucelli vuol dire che si sente tutelato per la sua carriera futura. La città ci ha messo il resto: ha capito che vivere a Brescia con moglie e due figli lo fa stare bene. L’anno scorso sembrava spaesato perchè doveva capire tante cose nuove, si preoccupava molto dell’attacco, ora che ha capito che all’attacco ci possono pensare anche i compagni questo lo fa rendere di più in proprio attacco”.