Il pivot della Germani si è confessato a “Il Corriere dello sport”: “Non è giusto definirmi un pivot vecchia scuola, nel basket ci sono tanti modi per fare la propria parte. Con Brescia vogliamo competere insieme alle migliori e io in questo momento mi sento benissimo”
Milano. Intervistato da Francesca Castagna su “Il Corriere dello Sport”, Miro Bilan, protagonista della ultima gara vinta con la Gevi Napoli con 15 punti 14 rimbalzi e 4 assist ha fatto il punto sulla nuova Germani Brescia: “Come squadra stiamo bene. Lavoriamo duro e competiamo con le squadre migliori, tenendoci nella parte alta della classifica. Direi che non ci si può lamentare. Fisicamente? Mi sento benissimo. Il merito va al coaching staff, giocando una volta a settimana fanno in modo che tutto sia sotto controllo, a livello di preparazione quotidiana. Io un centro “vecchia scuola”? Forse perché atleti come me giocano da più tempo, ma alla fine non sono d’accordo con questa definizione. Non penso che sia un modo di giocare vecchio, e alla fine non importa: perché nel basket ci sono molti modi in cui puoi fare la tua parte. Puoi essere uno che corre tanto, che ha un tiro precisissimo, ma alla fine quel che conta è metterla nel canestro”.
Come si definirebbe Bilan?
“Dico sempre che ho un ottimo quoziente intellettivo nel basket. Se non avessi questa comprensione del gioco non giocherei perché sono alto, ma non velocissimo, né molto atletico. Con un corpo come il mio devi avere intelligenza e visione”.
Ci sono giocatori in Serie A con le tue stesse caratteristiche?
“No, non credo ci sia qualcuno che si possa paragonare a me. Mi piace moltissimo Kyle Hines: è un modello per chiunque. Ha avuto una carriera incredibile, eppure rimane molto umile e lavora sodo, aiuta la sua squadra con tutto sé stesso, per questo lo rispetto”.
A proposito di Gianmarco Pozzecco, suo allenatore al Cedevita Zagabria e a Sassari…
“E’ stato un fattore decisivo nella mia carriera, siamo ancora grandi amici”.
Cosa ne pensa del campionato italiano?
“E’ il secondo migliore campionato dopo quello spagnolo, per la qualità delle squadre e l’entusiasmo dei tifosi”.