MAGRO: “ORGOGLIOSO DEI MIEI, MA IL NOSTRO LAVORO NON E’ ANCORA SUFFICIENTE PER BATTERE UNA SQUADRA COME BOLOGNA. GLI ARBITRI? NON POSSIAMO CONTROLLARLI”

Il coach della Germani riconosce la superiorità avversaria: “Hanno giocatori con cui indirizzare la partita e nel turnover hanno rinunciato a Cordinier, questo dice tanto. Prima o poi però riusciremo a batterli anche in campionato”. Sulla direzione arbitrale: “Per vincere queste partita non possiamo non poter disporre di Gabriel e veder uscire Christon in un momento importante…”

Bologna. Alessandro Magro è sospeso tra orgoglio e rammarico. La sua squadra ha ridotto il distacco dalla Segafredo rispetto alla debacle di Supercoppa, ma ancora non basta. Anche il coach della Germani, così come il suo collega e amico, non può inoltre esimersi dal commentare una direzione di gara che ha lasciato in certi tratti interdetti. 

“Sono estremamente orgoglioso di come la squadra si è preparata durante la settimana – dice Magro -. La scoppola presa in Supercoppa ci ha dato una motivazione in più per venire qui a Bologna e giocarcela con il giusto spirito. Bisogna ripartire da questo livello di intensità e concentrazione perchè la pallacanestro e la vita ti danno sempre una seconda possibilità. Bologna si prende meritatamente la testa della classifica, ma noi vogliamo continuare a fare quanto stiamo facendo, che è un lavoro più che sufficiente. Non è sufficiente però per vincere con la Virtus: nonostante le loro assenze, giocare contro questo livello di fisicità per noi diventa complicato. Dobbiamo lavorare di più e non farci innervosire dagli arbitri perchè non li possiamo controllare. Dobbiamo portare i blocchi giusti, mettere i tiri quando siamo liberi. Per battere Bologna, Milano o anche Venezia non possiamo pensare di avere Gabriel che gioca poco, Christon che esce dalla partita nel momento importante, Della Valle e Bilan che soffrono la loro fisicità. Dicono che chi perde impara e allora proviamo a imparare. Dispiace non aver sfruttare questa che poteva essere un’occasione. Ho chiesto ai giocatori come si sentivano, mi hanno risposto con uno slang americano (il cui significato è più o meno “incazzati”, ndr). Ora dobbiamo battere Varese e vincere a Scafati per poi una volta di più provare a battere Bologna partendo stavolta da -12 e non da -37”. 

Pensate di aver riconquistato il rispetto di uno squadrone come Bologna?

“Sia io che Banchi abbiamo chiamato un time out nel finale perchè c’è anche la differenza canestri e quindi c’è rispetto. Alcuni giocatori oggi ci sono mancati, ma Massinburg ha fatto una partita incredibile e quindi è giusto sottolinearlo. Stiamo lavorando bene, ma non sufficientemente per vincere contro Bologna, che in campionato non riusciamo mai a battere. Se inizi frenetico poi concedi i contropiede e il 62% da dentro l’area a una squadra come Bologna. Sul 52-50 abbiamo perso pallone sanguinoso dopo su Petrucelli c’è stato un contatto considerato di gioco, la partita si fa anche in momenti come quelli”. 

Ci hai creduto davvero sul 52-20 o subito dopo sul 57-56?

“Io ci credevo già prima della partita, ma Shengelia non ce l’hanno tutti. Sta facendo lo Shengelia come quando giocava in Nba. Abbiamo provato a cambiare, a stargli sotto, ma non c’è stato nulla da fare. Bologna ha fatto il turnover  tenendo fuori Cordinier e questo dice tanto, hanno giocatori con cui indirizzare la partita. Belinelli per una sera ha passato il testimone a Lundberg e quest’ultimo non se l’è fatto scivolare. Nell’ultimo quarto loro erano sulle gambe per le tante partite noi perchè avevamo rotazioni ridotte. A un certo punto abbiamo fatto un po’ acqua in difesa, ma loro hanno giocatori di qualità”. 

Nel momento in cui hai provato Akele da 5 e Burnell da 4 non è andata malissimo, riproporre quello small ball era un rischio troppo grosso?

“Ho provato a togliere Bilan dalle grinfie di Dunston per rimetterlo quando c’era Cacok, ma Dunston ha giocato quasi 33’ e c’era sempre lui quindi non mi sono fidato a riproporre quella soluzione”.