CHRISTON: “CON VARESE ABBIAMO SPINTO FINO ALLA FINE PERCHE’ ANCORA ARRABBIATI DA BOLOGNA. ORA PERO’ PENSIAMO A SCAFATI: I MIEI COMPAGNI HANNO VOGLIA DI RIVINCITA DALL’ANNO SCORSO E ALLORA CE L’HO ANCHE IO. SONO PIU’ SREGOLATEZZA CHE GENIO, NON SO PERCHE’ MI FERMO SOLO UN ANNO IN UN CLUB”

Il play della Germani è stato ospite di “Basket Time 2.0” e ha dato spettacolo: “Il basket mi ha tenuto lontano da brutti giri. Giocare per me è divertimento, ma mi diverto solo se vinco”

Brescia. Ospite ieri sera a “Basket Time 2.0”, la trasmissione del mercoledì sera in onda su Well Tv (canale 176 del digitale terrestre e in streaming su www.welltv.eu), sulle pagine Facebook di Bresciacanestro e di Cristiano Tognoli e sul canale YouTube di Cristiano Tognoli, il playmaker della Germani Semaj Christon ha dato spettacolo. A cominciare dal suo nome: “Se vi viene difficile pronunciare Semaj, chiamatemi James, che va benissimo”.

Quanti meriti vi date come squadra nella vittoria di domenica, come spieghi la combinazione del punteggio della partita con Varese?

“E’ vero che Varese non è una delle squadre peggiori, noi però siamo arrivati molto più concentrati, venivamo dalla sconfitta con Bologna quindi eravamo molto motivati e abbiamo spinto sull’acceleratore fino alla fine”.

La partita con Bologna vi ha fatto molto arrabbiare?

“E’ stata una partita in cui tutti eravamo arrabbiati, io più di altri ed ho espresso la mia opinione anche sui social, sono uno diretto e quello che penso lo dico, io volevo vincere non si può giocare 8 contro 5, se la partita deve essere fisica deve esserlo per tutti”.

Lo sai che domenica con tutti i record fatti avete scritto una pagina di storia?

“In questo momento stiamo facendo bene, io penso alla gara successiva è inutile soffermarci su quello che abbiamo fatto”.

Varese ha cercato di correre domenica e di tirare come sempre tanto da 3, ma voi siete stati bravi a fermarli?

“Era proprio quello l’intento: fermare il loro gioco e rallentare il ritmo”.

Petrucelli e Akele sono in gran forma come primi stopper di squadra, sei d’accordo?

“Akele è migliorato tanto, tutti ci stiamo aiutando a crescere, il nostro pensiero è divertiamoci, rilassiamoci, giochiamo a pallacanestro e cerchiamo di vincere sempre”.

La cessione di Mike Daum di Tortona, uno con cui hai giocato l’anno scorso, quanto toglie alla squadra piemontese?

“Perdono una pedina veramente importante sia come giocatore che come persona, io a Tortona sono andato a giocare proprio perché c’era lui, la società ha dimostrato di essere un grande club nel lasciarlo andare”.

E’ cambiato il tuo  modo di giocare da Tortona a Brescia?

“Si, a Tortona segnavo di più sicuramente, all’inizio ho fatto fatica ad entrare in questa ottica, mi sto adattando e lo sto facendo per la squadra e i compagni facilitando il loro gioco; il coach mi ha chiesto di sacrificarmi per la squadra e lo sto facendo senza problemi”.

Ti hanno parlato della partita dell’anno scorso contro Scafati?

“Sarà una partita totalmente diversa, ne stiamo parlando da giorni in spogliatoio, chi c’era ha il dente avvelenato, la squadra dell’anno scorso però era diversa era meno esperta, quest’anno c’è più ordine ed esperienza; la nostra mentalità è vincere contro tutti, in allenamento durante la settimana ci alleniamo per non piacerci, per starci antipatici e per creare più competizione. Io quel giorno non c’ero, ma a forza di sentirne parlare ho grandi motivazioni per aiutare i miei compagni a prendersi una rivincita”.

Un giorno hai detto che hai iniziato a giocare a basket da piccolino per stare con gli amici e per tenerti fuori dai guai, cosa intendi esattamente?

“Ho iniziato a giocare a 6/7 anni, in certe città se non fai sport rischi di deviare, ma per me fortunatamente non lo è stato, con il basket sono rimasto fuori da quelle brutte strade”.

Nel mondo del basket dicono che sei genio e sregolatezza, una testa calda, ti rispecchia questa descrizione?

“Genio no, sregolatezza un po’, nella mia testa non c’è la sconfitta, non mi figuro un perdente”.

Segui l’NBA, che squadra tifi?

“Non seguo tanto l’NBA, guardo di più il basket europeo, qui la pallacanestro è completamente diversa, è un gioco fisico e mi diverto di più”.

Hai cambiato squadra molto frequentemente, non sei mai rimasto più di un anno nello stesso club, è una casualità?

“Rispondi tu Noemi che sei il mio agente …(ride, rivolgendosi a Noemi Zilioli dopo aver saputo che la nostra collaboratrice disse a Mauro Ferrari, ospite in studio ai primi di luglio di “Basket Time 2.0”, di volere proprio Christon come play, ndr), non lo so e non me lo spiego”.