COURNOOH: “IN TANTI PARLANO DI NOI, SAPREMO GESTIRE LE PRESSIONI. IO MI AIUTO CON LA FEDE: SONO EVANGELISTA E LEGGO MOLTO LA BIBBIA”

Il play-guardia della Germani si è raccontato a “Basket Time 2.0”: “Quando ho iniziato non avrei mai pensato di arrivare a quasi 34 anni ancora in questo stato di forma. Aver allungato il contratto con la Germani mi regala belle emozioni. Quando smetterò potrei anche non rimanere nel mondo dello sport, al massimo farò il dirigente”

Brescia. Ospite a Basket Time 2.0”, andato in onda ieri sera su Teleleonessa (canale 119 del digitale terrestre), sulle pagine Facebook di Bresciacanestro e di Cristiano Tognoli e sul canale YouTube di Cristiano Tognoli, David Cournooh, play guardia della Germani Brescia, ha parlato del buon momento che sta vivendo e delle prospettive di squadra.

E’ il tuo magic moment, l’avresti mai detto visto che vai per i 34 anni e giochi ancora con un’energia incredibile?

“Sicuramente è un bellissimo momento, anche il fatto di restare un altro anno ancora a Brescia (è fresco di rinnovo fino al 2025, ndr) mi regala belle emozioni, è la prima volta in carriera dopo Siena che mi lego per così tanto tempo a un club”.

Recalcati recentemente ha detto che oltre Milano e Bologna bisogna tener conto anche di Brescia per lo scudetto, che ne pensi?

“Bello, però ci sono altre 11 partita e poi quando arrivi ai playoff ci sono squadre da battere tipo Bologna, Milano, Venezia: ci concentriamo di più su quello che sta accadendo ora e su quanto può accadere. Ci sono tante persone che parlano di noi e della nostra possibile corsa scudetto, ma siamo focalizzati su quello che dobbiamo migliorare, al momento dobbiamo rimanere con i piedi per terra”.

Amedeo Della Valle nell’ultima partita era in panchina, ma non ha giocato: passano quasi inosservate queste assenze?

“E’ il bello di questa squadra, siamo 10 giocatori veri e tutti possono stare in campo per più minuti”.

Avete sfatato i tabù di Trento e Pistoia, c’è un modo per sfatare queste serie negative?

“Che prima o poi si vince. Diciamo che è una cosa che prendi sul personale e quindi riesci a sfatarli. Anche chi non c’era in passato, ne sente parlare e si carica prima di scendere in campo”.

Dopo la partita con Napoli, Magro ha detto che la squadra non si è mai separata, cosa intendeva?

“Siamo rimasti compatti e anche nel momento in cui la Gevi ha iniziato a fare la zona press, che ci poteva mettere in difficoltà, l’abbiamo attaccata bene, eravamo pronti e siamo stati bravi, abbiamo cercato i tiri giusti”.

Con Napoli è stata la tua miglior partita stagionale?

“Si, come punti, ma anche in generale”.

E di CJ Massinburg cosa ne pensi, è in uno stato di forma impressionante? E’ già da Eurolega?

“E’ così anche in allenamento, ha alzato di molto il suo livello, già dalle prime partite, è arrivato con la giusta mentalità, da sesto uomo entra in campo con la giusta testa e spacca le partite. Se riesce a trovare la giusta sistemazione può essere un giocatore da Eurolega, deve trovare una squadra che gli dia l’opportunità giusta, che lo faccia entrare in campo e gli faccia anche commettere i suoi errori. Forse ancora un anno a Brescia gli converrebbe e avere John Petrucelli in allenamento lo aiuta di sicuro”.

E’ recente il tentativo di ritorno in campo di Ricky Rubio dopo la depressione, a volte la gente si dimentica che anche voi giocatori non siete dei supereroi, ma gente che deve convivere con equilibri mentali come tutti. Tu come gestisci le pressioni?

“Spesso si pensa solo che i giocatori guadagnano e fanno quello che gli piace, quello che è successo a Rubio dà il coraggio anche ad altri giocatori di parlarne. Io le mie pressioni le affronto con la famiglia, i miei amici, la mia ragazza e ripongo nella fede perché sono credente, sono Evangelista, prego e leggo la Bibbia, mi aiuta molto mentalmente”.

Cosa fa David Moss con voi durante la settimana?

“Lui è uno che ha vinto tanto, è sempre pronto con la parola giusta, ci stimola sempre a dare di più, non ci fa mai rilassare, è uno super competitivo anche nonostante non sia più un giocatore”.

Pensavi di arrivare a questo livello? Dalle tue prime stagioni tra i professionisti a oggi cosa è cambiato?

“Non mi sarei mai aspettato di arrivare a questo livello anche se ho lavorato duramente, sicuramente è cambiata la maturità. Ho sempre giocato a basket, ho iniziato a 7 anni”.

Quando smetterai di giocare cosa farai?

“Ancora non so se rimarrò nel mondo dello sport, se dovessi rimanere nel mondo del basket penso lo farò come dirigente.”

Tre consigli da dare ad un giovane che si sta avvicinando al mondo della pallacanestro?

“Il primo è allenarsi sempre duramente poi non accontentarsi, non sentirsi mai arrivati, ascoltare sempre l’allenatore”.