GABRIEL: “QUANDO APPROCCIAMO COSI’ BENE POI GIOCHIAMO ANCHE UN GRAN BASKET. SCUDETTO? SE CONTINUEREMO A ESSERE QUESTI, POSSIAMO PROVARCI”

L’ala e leader della Germani: “Porto in spogliatoio le mie esperienze, in Turchia e Grecia ho vinto giocando in grandi squadre e con grandi campioni, ma anche qui c’è la consapevolezza di poter vincere. Aiuti i miei compagni in vari modi: c’è chi ha bisogno di essere sfidato, quasi provocato e chi deve essere tranquillizzato”

Brescia. Dopo Alessandro Magro si presenta in sala stampa un Kenny Gabriel fresco del record di punti stagionali (20). Con lui l’argomento della conversazione si sposta velocemente dalla partita di Reggio Emilia e dalle ambizioni di questa Brescia al suo ruolo e alla sua leadership nella squadra. E quando un giocatore con quelle qualità e quella carriera alel spalle inizia a spiegare come essere un leader nello spogliatoio non si può far altro che ascoltare e prendere appunti.  

“Volevamo approcciare la partita con una grande mentalità, sapendo che sarebbe arrivato un altro appuntamento importante giovedì: volevamo giocare per 40 minuti la nostra pallacanestro e l’abbiamo fatto. Se pensate alle partite che abbiamo perso e pensi ai primi minuti di quelle partite non erano come questi: trovi delle grosse differenze all’inizio della partita. Molto dipende dal nostro approccio e non importa se entri dalla panchina o titolare: io voglio aiutare anche dalla panchina e facendo tante cose, che sia fare un fallo, un passaggio o un tiro. Abbiamo fatto il nostro lavoro molto bene e nelle ultime partite abbiamo giocato un gran basket”.

“Scudetto? Non mi piace guardare così avanti, ma se vedi il modo in cui stiamo continuando a giocare e se continueremo a giocare così avremo delle possibilità. Sarà una stagione lunga e avremo le nostre chance. La cosa importante è rimanere solidi e positivi: anche se sbagliamo dei tiri possiamo e dobbiamo sempre rimediare in difesa, la chiave è restare concentrati. Un possesso alla volta, una partita alla volta”.

Hai già vinto dei campionati, in Grecia e in Turchia: trovi delle analogie tra quelle squadre e questa? O delle sensazioni simili?

“Se penso alla vittoria in Turchia, ero in una squadra veramente importante: arrivammo a quella stagione subito pronti, nonostante dovessimo ancora conoscerci bene. Abbiamo perso forse 3 partite nei playoff: fu tutto perfetto. Persino nella prima partita della stagione avevamo vinto la Supercoppa, nonostante fossimo insieme da poche settimane. In Grecia giocavo con Mike James, Singleton, Calathes… Ero in mezzo a delle superstar, a giocatori che guardavo già prima di diventare professionista e con cui poi mi sono ritrovato a giocare. Cerco di trarre spunto da tutte le esperienze, anche da quegli anni in cui ho vinto e cerco di trasmettere a questa squadra la consapevolezza che possiamo vincere, ma dobbiamo essere pronti a fare qualunque cosa sia necessario fare”.

Vedendo giocare questa squadra ci si accorge di come tutti siano sulla stessa pagina e del tuo ruolo come leader: come ci riesci? Hai tratto tanto dai tuoi anni in Eurolega?

“Giocare in palazzetti come quelli di Eurolega è stato pazzesco, soprattutto in Grecia e Turchia con dei tifosi incredibili. Quando giochi in questi ambienti sei motivato a dare ai tifosi qualcosa di speciale e il mio approccio è proprio quello di cercare di dare il massimo per loro. Per i compagni cerco di essere un leader, in vari modi. Si può esserlo motivandoli: per esempio, andando da Miro e “sfidandolo” a schiacciare un paio di volte durante la partita e oggi lo ha fatto. Oppure cercando di mantenere la calma, chiedendo a John in alcune situazioni di continuare a fare ottime difese senza eccedere nell’aggressività, giusto per fare un paio di esempi. 

“Ora è un momento in cui siamo tutti sulla stessa pagina e questo è fondamentale. La mia leadership viene dagli ambienti in cui ho giocato, dalle vittorie che ho vissuto e cerco di parlare in modo diverso a tutti i compagni, magari anche scherzando nel pre-partita e cercando di farli sorridere. Quando sorridi ti stai divertendo e quando ti diverti giochi una gran pallacanestro: per questo mi piace vedere e aiutare a sorridere e a stimolare l’atteggiamento giusto prima e durante la partita”-