Il coach della Germani è pronto a voltare pagina: “E’ stata un’eccellente settimana di allenamenti, la partita con Pesaro mi preoccupa perché le ripartenze sono sempre un’incognita, ma l’atteggiamento dei giocatori mi è piaciuto. La battuta d’arresto in Coppa Italia per me è quella più cocente: continuare a ripensarci può essere pericoloso, ma a volte schiaffi del genere possono far bene. Dopo Torino ci sono stati diversi confronti con i giocatori. Non è Christon il responsabile della sconfitta con Napoli, anche da Bilan vorrei di più in partite come quella”
Brescia. Alla ripartenza del campionato, il ricordo della delusione in Coppa Italia contro Napoli è ancora fresco, ma ora bisogna ripartire per mantenere la meritata vetta della classifica, superando una trasferta carica di insidie. Coach Magro presenta così la partita di domenica contro Pesaro, sperando di voltare pagina nel miglior modo possibile dopo la sconfitta di Torino.
“Abbiamo grande voglia di ricominciare: avevamo bisogno di staccare, dato che la squadra aveva iniziato il lavoro molto presto in agosto. Avevamo bisogno mentalmente e fisicamente di riposo: abbiamo dato tutta la settimana libera dopo la Coppa Italia, poi abbiamo fatto un’eccellente settimana di allenamenti. Mi è piaciuto molto l’atteggiamento dei giocatori nel preparare questo rush finale: ci siamo guadagnati la possibilità di difendere il primo posto e sappiamo che tutte le squadre che troveremo proveranno a fare risultato contro di noi. La prima sarà Pesaro, che proverà a lottare fino alla fine per prendere punti importanti: loro sono in un momento difficile, vengono da tante sconfitte di fila e il cambio in panchina non ha sortito un cambiamento di rotta. Hanno deciso di cambiare qualcosa nel loro assetto cercando di sposare di più la filosofia di coach Sacchetti, con esterni con punti nelle mani: è in questo senso l’arrivo di Foreman, che è un eccellente giocatore di isolamento”.
“Mi aspetto da parte nostra che ci sia volontà di imporre subito il gioco nelle due metà campo – prosegue coach Magro -. Le squadre di Sacchetti sono abbastanza riconoscibili e sono votate all’attacco. Lo sarà anche questa Pesaro, che è pericolosa quando corre il campo. Hanno dimostrato di voler spesso abbassare il quintetto e andare con McDuffie da 4 e Mazzola da 5: nei minuti in cui non sarà in campo Totè, che sta vivendo una grande stagione, andranno probabilmente con questo assetto. Ora è tornato anche Bamforth che continua a essere il loro terminale offensivo principale: ci sono tanti motivi per cui dobbiamo rispettare questa squadra. Noi proveremo ad arrivare alle partite decisive contro le inseguitrici al meglio, senza perdere punti per strada: questa squadra ha la voglia di provare a giocarsi tutto nei playoff, possibilmente con il fattore campo”.
Le partite di rientro dopo 2 settimane di stop sono solitamente quelle più delicate e Pesaro si presenterà con una veste nuova: ci sono tante insidie per questa partita…
“Sì, ripartire non è mai facile: abbiamo visto anche delle partite di Coppa internazionali in questi giorni con tanti giocatori che non hanno avuto la possibilità di potersi allenare prima. Già l’anno scorso avevamo fatto un passo falso dopo la vittoria della Coppa: queste partite sono abbastanza un’incognita. Quest’anno abbiamo iniziato vincendo contro Pesaro proprio alla prima giornata grazie ad un loro tiro sbagliato nel finale: mi aspetto una partita combattuta. Le squadre dovrebbero arrivare a febbraio-marzo pronte a fronteggiare più soluzioni: è il momento in cui l’allenatore dovrebbe parlare meno in allenamento e i giocatori dovrebbero essere pronti. Ma finché non ti trovi in certe situazioni non sai quanto lo sei. Per questo è una partita che mi preoccupa, non per come si sono allenati i giocatori che hanno lavorato bene: ripartire dopo aver perso il ritmo può prendere un po’ di tempo, io mi auguro che nel caso possa essere una cosa di pochi minuti all’interno della partita”.
C’è ancora un po’ di delusione per la Coppa Italia?
“Mi sono fatto anche io questa domanda prima di rientrare: la delusione è sempre proporzionale alle aspettative. L’anno scorso le aspettative a Torino erano inesistenti e ce l’eravamo giocata, trasformando quella bolla in un evento storico: ora dobbiamo trattare quei giorni nel modo corretto, come una bolla che può dare tanta adrenalina positiva e a volte delusione. Noi non siamo riusciti a fare quello che volevamo fare, così come non ce l’hanno fatta le altre 3 squadre migliori del campionato: si sa che in quella competizione è difficile fare pronostici. Io ho chiesto alla squadra di dimenticare velocemente quella partita: potrebbe essere pericoloso tornarci mentalmente. In quella partita noi non abbiamo giocato, non siamo stati noi: più che amarezza e delusione (che possono essere negative) mi aspetto che ci sia la giusta rabbia per reagire. Spero che possa magari anche essere uno slancio per aiutarci in questa ultima parte di campionato”.
Negli ultimi 2 anni il bilancio delle ultime 10 giornate di campionato è stato 15-5. Quest’anno davanti alle sconfitte più brutte la squadra ha risposto bene: ti sei posto degli obbiettivi tecnici di crescita per queste giornate o avete già risposto un livello abbastanza alto?
“Il fatto che una squadra finisce la stagione con un record molto positivo credo sia figlio del lavoro durante l’anno: le stagioni sono maratone e non uno sprint. Devi cercare di mettere dentro più strumenti e più benzina per finire l’annata al meglio: se hai lavorato bene prima poi nella parte finale, quando conta, dovresti essere performante. Il nostro mese di marzo sarà molto difficile con 3 trasferte importanti: Pesaro, Sassari e Varese. Oltre a 2 partite in casa contro squadre da playoff. Mi aspetto di mantenere lo stesso livello di risultati in trasferta come abbiamo fatto finora. Mi aspetto di provare ad arrivare alla partita con Bologna nel miglior modo possibile”.
“Dal punto di vista tecnico la partita di Napoli è stata molto sotto ritmo: siamo stati colpevoli nell’addormentare il gioco e nel non avere flusso offensivo. Siamo ripartiti a lavorare da lì. Dico una cosa che magari farà sorridere: auguro a me stesso e a tutti qualche volta di fare schifo. A volte vale la pena fare prestazioni veramente brutte per avere la spinta di fare molto meglio, piuttosto di rimanere sempre piatti e mediocri. Ora noi veniamo da una prestazione che non ci è piaciuta e mi auguro che ci sia la voglia di riscattarsi”.
C’è stato un colloquio con Christon?
“Lui non è il responsabile della nostra sconfitta: siamo stati tutti insufficienti. Ogni scelta che l’allenatore fa sul giocatore è per il bene della squadra ed è tecnica: non va ad intaccare il rapporto personale con il giocatore. Non mi avrete mai visto fare un cambio punitivo verso la persona, ma solo verso il giocatore: è chiaro che se penso che una cosa non stia andando bene provo a cambiare. Ho avuto un confronto con lui, ma non solo: l’ho avuto anche con Miro Bilan da cui vorrei di più in partite come quella di Torino, poi con Della Valle, con Burnell… Il confronto ce l’hai sempre con tutti e a tutti ho chiesto quello che, secondo me, possono fare per migliorare il risultato. Non c’è stato un problema Christon: il fatto è che abbiamo giocato tutti male”.
La gara di Napoli, anche per te come allenatore, ha messo in discussione qualcosa? Hai pensato di dover aggiungere qualcosa dal punto di vista tecnico?
“E’ una partita che mi ha segnato molto. A questo punto è diventata la mia sconfitta più cocente, a livello personale: non voglio togliere meriti a Napoli, ma non è che abbiano fatto cose clamorose per ingabbiarci. Noi abbiamo sbagliato proprio i fondamenti del nostro sistema: riempire l’area, tenere gli 1v1, comunicare bene… rimangono negli occhi i canestri da fuori della GeVi ma noi abbiamo protetto male l’area. Il problema è stato che siamo stati lacunosi nei nostri fondamentali di gioco. Con questo non è che non voglio farmi un’autocritica: ora dobbiamo voltare pagina e dare il meglio fino a maggio”.