Bologna. La Virtus Bologna è da settimane in blackout, alle prese con una questione che aleggia da mesi sotto le due torri dopo l’incredibile sprint autoritario di inizio stagione, quella della sentenza anagrafica di alcuni suoi eccellenti ultratrentenni, Belinelli, Dunston, Hackett e Shengelia, prigionieri delle fatiche e dei tempi di recupero, giocano in media 20 minuti a partita. Figuriamoci questa settimana con un durissimo concentrato di tre match in 7 giornid a togliere il respiro, tutti lontano dalla Segafredo Arena e di alto concentrato agonistico, Zalgiris, Stella Rossa e Germani e con giorni precedenti da incubo.
In primis l’overtime thriller di una grintosa Pesaro a due passi dall’abisso, una mazzata che ha visto le V nere senza gambe cadere nuovamente poche ore dopo lo schianto con i fenomeni del Real Madrid. Insomma, c’è chi dice che a Bologna sponda Virtus la spia della riserva è accesa e da tempo, palpabile dagli affanni dei terzi e quarti tempi quando subentra la stanchezza e si rotola nelle sabbie mobili di una difesa non pervenuta. Ma lunedì sera sul parquet bresciano si sfideranno due brillanti realtà della palla a spicchi “Made in Italy” con un roster d’eccellenza e chi ha in tasca il biglietto ha fatto un ottimo investimento. Molto dipenderà da quanto le due giovani “menti” in panca Magro e Banchi saranno in grado di pianificare per trovare la quadratura del cerchio almeno sulle lavagne, il parquet e gli atleti faranno il resto, come ogni volta. E proprio la voglia di vittoria e primato potranno essere l’ antidoto. Aria di crisi per le V nere?
Assolutamente no e ci ha messo del suo una Eurolega dal calendario a dir poco snervante. I fenomeni fronte Virtus non sono una rarità, dagli esplosivi Cordinier a Lundberg, quest’ultimo resuscitato con Banchi dopo essere finito nei bassifondi nella gestione precedente (così come Abass) e all’ala grande Jordan Mickey, a volte abulico ma altre volte decisivo. Coach Banchi ha avuto il merito di aver trovato dell’oro lavorando in un gruppo che soltanto 12 mesi fa pareva bollito. Spremuti si, ma cotti direi di no. A lunedì al Palaleonessa la prima sentenza, seppur la stagione rimanga lunga. Godiamoci quindi lo spettacolo e occhio a mano calda Belinelli, uno che dieci anni fa in Louisiana vinse la gara dal tiro da tre punti nell’All Star Game Nba e se lui la buca, ti ribalta in un amen.
Luca Cuni