Dulcis in fundo?
Sono tutti comprensibilmente amareggiati per l’esito finale della partita con Sassari. Le dichiarazioni di coach Magro sono anche insolitamente più critiche del solito. Non capisce le ragioni. Un’ipotesi: i giocatori hanno cominciato a “vedere” la vittoria, non ne potevano più di ottenerla dopo un percorso difficile e si sono lasciati ingannare da questo miraggio costruito nella propria testa. Hanno abbandonato la realtà, accelerato gesti tecnici consueti e affrettato scelte, soprattutto negli ultimi minuti. Hanno perso la concentrazione sul presente e pensato troppo al futuro.
Poi ci saranno anche motivazioni più tecniche emerse nel corso della partita. Il quintetto basso ha impedito che gli avversari continuassero a punire con il pick and roll e successivo passaggio sul lato debole per tiri comodi. Difficile del resto per Bilan avere una velocità adeguata per impedire queste soluzioni, forse sarebbe stato preferibile per lui lasciare spazio senza uscire.Ha provato un un paio di volte e Diop, decisivo per tutto l’incontro, l’ha imbucata anche da fuori…
Nota a margine : difesa significa aggressività e non farsi battere. A volte si eccede con la prima mettendo a rischio la seconda, anche in zone troppo lontane dal canestro e su giocatori esplosivi difficili da contenere se non con falli che possono pesare.
Non dimentichiamo però quanto di buono fatto. In certi frangenti erano tutti sul pezzo con buona intensità, attitudine ed energia. In tutti ho visto miglioramenti pur con qualche evidente errore, poi decisivo. Pesaro ha vinto contro Bologna con il Foreman che non dimenticheremo facilmente, che ha quasi giocato per loro.
Brescia ha “quasi” vinto con Sassari buttando una grande opportunità, cosa che Venezia e Bologna non si sono mai sognate durante la gara con la squadra isolana. Ciò indica che dire oggi che c’è grande equilibrio, che si può vincere o perdere con chiunque, non vuol dire cercare scuse. È un dato di fatto.
Forse dopo un’analisi più a freddo anche coach Magro sarà più sereno e ottimista. Un po di dolce dopo l’amaro?
Quella carezza…
Mi è rimasta negli occhi un immagine. Siamo alla partita con Scafati e nell’ultimo quarto Christon viene richiamato in panchina. Avvicinandosi scambia alcune parole con Coach Magro che lo ascolta con interesse e, dopo avergli risposto, gli passa affettuosamente una mano sul capo, una sorta di buffetto. Mi piace pensare che la perfetta e splendida gestione avvenuta al rientro in campo(anche a Sassari molto bene per larghi tratti) non nasca dal riposo, ma da quel gesto pubblicamente condiviso di affetto e accettazione delle emozioni che Christon stava vivendo.
Un gesto consolatorio e rassicurante volto a tranquillizzare e rinnovare la fiducia. Lo stato d’animo non è stato banalizzato. Ho visto molti manager, dirigenti, genitori, allenatori, costruire relazioni su concetti e comportamenti molto rigidi, categorici, insindacabili. Sempre incazzati, spesso urlanti, incapaci di tollerare opinioni ed errori. Rapporti dove la parola ascolto suscita fastidio e la rappresentazione delle emozioni un attestato di debolezza. Tutt’al più la carota alternata al bastone, orrenda logica pensata, voluta, certamente non spontanea. Le emozioni costruiscono ponti di contatto, comunicazione, empatia.
Sto azzardando troppe cose? Tutto questo solo per una carezza, un buffetto? Mi piace pensarla così. Voglio credere che ancora oggi si possa mettere al centro i sentimenti e che i gesti valgano ancora più di mille parole. Il genere umano è sempre più “artificialmente intelligente”, mentre dovrebbe tornare a coltivare e perseguire la più importante forma di intelligenza di cui è dotato, quella emotiva. Coach Magro, questa è la strada giusta anche se non la più facile, non la metta in discussione per la sconfitta. Si faccia tutte le domande che deve per trovare le risposte, ma per favore, niente altri calci al secchio, ne basta uno.
Fischiacci
Non hanno (forse) deciso la partita ma se qualcuno mi dice che i primi in classifica sono tutelati dagli arbitri gli mostro il video. Alcuni fischi veramente inventati, alla ricerca di contatti banali lasciando invece correre spintoni e mani addosso.
Se la carezza di Magro ci sta, l’abbraccio prolungato di Markovic ad un arbitro non si può proprio vedere, così come le proteste che gli hanno concesso.Non voglio attribuire troppi significati, ma non è professionale, non mi è piaciuto per niente.
C’è una buona notizia per chi non ama le trasferte lunghe perché il campionato diventa regionale. Quattro squadre arriveranno al PalaLeonessa e non si esce più dalla Lombardia: Varese, Cremona e Milano.
Arrivano le V nere!!
Sassari è il passato, dimentichiamo in fretta. La Germani Brescia è ancora numero uno, un fatto.
Vedo la partita con Bologna come l’opportunità di una sorta di “Festa del Ringraziamento”
Quando mai è stata regalata al pubblico bresciano una partita così importante a questo punto della stagione regolare e con un avversario così blasonato? Quando mai un gruppo di giocatori, staff e dirigenza compresi, sono stati così seguiti, apprezzati e ripetutamente sostenuti?
Non è ancora il momento della tensione, c’è tempo per quella, è il momento del piacere di riunirsi con reciproca soddisfazione, di condividere il piacere di un evento così bello e importante.
La squadra e i tanti tifosi si meritano il piacere, la felicità di giocare questa partita con tanto orgoglio, gratitudine e zero timori.
Va bene la V nera, ma Brescia ha la V bianca, come simbolo non solo calcistico, scopriamo quale sarà il colore vincente.
ELLE14