LA RUBRICA “ASSIST”: GERMANI, SEI DAVIDE O GOLIA? LA STRATEGIA DI SUN TZU

Brescia. Dopo la grandinata bolognese a cui non era stato possibile trovare riparo, in quel di Varese, un Red Mamba scatenato ha sparso veleno in ogni parte del campo. Complimenti a Mannion, gran giocatore. Ancora non capisco chi non abbia voluto, e non dico potuto, trovare spazio ad un talento simile. 

Sembrava inizialmente che il temporale fosse ancora quello della settimana precedente, viste le tante triple infilate nel solo primo quarto da Varese. La Germani Brescia evidentemente stimola i tiratori. Solo un caso, ripetuto per altro, che sia sempre la partita della vita degli avversari? La sensazione che la difesa non morda più come prima a prescindere dai talenti avversari. Qualunque sia il motivo, cominciando a sentire profumo di play-off, è doveroso pensare anche come affrontare le partite più importanti della stagione. Ottimismo è, nonostante il senso di frustrazione provato con Bologna, cercare letture positive. Mi sono così ricordato della partita con Napoli in campionato dove i Partenopei non riuscirono mai a impensierire seriamente la Germani e invertire il corso del match. Sappiamo che a distanza di 15 giorni, grazie a un ottimo reset collettivo, tanta sabbia e astuzia, fecero collassare per 3 giorni gli ingranaggi di tutte le squadre con il noto  esito finale. Questo deve infondere la speranza che, ritrovando i Felsinei e mettendo in atto gli opportuni accorgimenti, si possa assistere ad una partita diversa.

Proprio quello di cui penso la Germani Brescia abbia bisogno: lasciare alle spalle i problemi dopo Varese e dotarsi di sacchi di sabbia e astuzia per ripristinare imprevedibilità ed efficacia difensiva. Qualche idea in tal senso a Masnago si è già vista, molto bene. 

Scrivere la parola astuzia mi ha ricordato un vecchio libricino, dimenticato da tempo nella libreria: “Sun Tzu e l’arte della Guerra”. Un militare cinese, un generale divenuto famoso per aver lasciato ai posteri il più antico manuale strategico della storia (V secolo a.C.) Rileggendolo ho colto spunti che mi sono parsi interessanti per i possibili parallelismi con la pallacanestro. Stimolano tante riflessioni e domande, come personalmente non avrei saputo fare. Non era certo un guerrafondaio” La suprema eccellenza consiste nel piegare la resistenza del nemico senza combattere” e in questo triste momento mondiale va specificato. 

Basava le sue osservazioni sullo studio dei punti di forza e debolezza, sia  propri che dell’avversario; auspicava la sorpresa e puntava su scelte tattiche inaspettate. Contava sullo spionaggio come prima e irrinunciabile arma. In previsione dei play-off si può prendere ispirazione su come gestire quelle che, sia pur sportivamente parlando, sono battaglie? Ho scelto di commentare solo alcuni passi (in grassetto) quelli confacenti per questa analisi.

La condotta della guerra si basa sull’inganno. Si dovrebbero modificare i propri piani secondo che le circostanze siano favorevoli o meno. Attaccalo dove impreparato mostrati dove non lo aspetta.

In ogni singola partita o serie play-off ci sono situazioni emergenti che vanno colte: “Carpe diem”. Il piano partita è un canovaccio pensato per indicare la strada, ma come un buon giocatore di scacchi, bisogna reagire alla mossa dell’avversario con una risposta adeguata e contraria. Possono essere fatti molti esempi tradizionali e direi consueti (attaccare gli avversari con problemi di falli, pressare portatori di palla con poca velocità, passare ad una difesa di squadra diversa) ma quello che si cela nel messaggio è di andare oltre alle scelte canoniche con strategie sorprendenti, non attese, coraggiose. Creare il panico con scelte fuori dall’ordinario per instillare dubbi e incertezze ricordando che l’onere della risposta è sempre di chi subisce la mossa iniziale.

Non ripetere le armi tattiche che una volta ti sono valse la vittoria, ma fai si che i tuoi modi d’agire siano regolati dalla infinita varietà delle circostanze. Perciò, come l’acqua non mantiene una forma costante, così in guerra non ci sono condizioni costanti.

Prima di tutto e da notare, molti secoli prima, la grande capacità comunicativa dell’uso dell’immagine evocativa. L’esempio dell’acqua spiega il concetto di flessibilità e di varietà molto bene. È presumibile, fatta una mossa, vengano posti in essere correttivi per arginarla. Bene, si può testarne l’efficacia oppure proporre delle varianti, ancora inaspettate, restando sfuggenti come l’acqua. Un semplice esempio, volutamente banale: se si è utilizzata una Zone press, con raddoppi immediati sul primo passaggio dopo la rimessa, proporre in seguito una variazione, portando le trappole difensive solo dopo la metà campo. Analogamente se gli avversari stanno approcciando i difetti dell’attacco in modo proficuo, si devono trovare correttivi che non mettano in difficoltà giocatori e squadra. I sostituti sono una risposta, ma non l’unica, per non rinunciare a potenzialità magari superiori.

Il generale vincitore, prima che venga combattuta una battaglia, fa molte riflessioni nella sua tenda, il generale che perde fa pochi calcoli in anticipo. Pertanto usare molte astuzie conduce alla vittoria, poche alla sconfitta. 

Non sempre si nota grande elasticità nella gestione strategica. Tanta coerenza dogmatica nel seguire i principi base, un faro guida per ogni situazione. Per esempio, la difesa a uomo come risorsa per affrontare ogni avversario. Conoscere se stessi e dotarsi di pilastri e punti fermi è certamente fondamentale, ma non va mai sottovalutata la possibilità strategica dell’avversario. Se sei Golia che incontra Davide in una stanza non avrai problemi, ma se vieni portato contro sole, in uno spazio aperto e l’avversario ha una fionda in mano, puoi anche perdere. Ogni allenatore dovrebbe conoscere la propria squadra per capire quando è Davide e quando Golia rispetto all’avversario e perciò quali armi usare e in che terreno condurre la sfida. Non è una “singolar tenzone” fra gentiluomini che si sfidano a duello, dove prima spara uno e poi l’altro. La responsabilità del comando deve tutelare sia la propria identità, integrità e immagine che quella del proprio gruppo, esercito, squadra. Diverso se, tollerando inciampi e critiche, si sceglie di riservare le strategie per i momenti cruciali e decisivi di una stagione. Questa sarebbe da considerare una coraggiosa e giustificabile astuzia.

Per assicurarsi contro la sconfitta è implicito l’uso di tattiche difensive; la capacità di vincere il nemico significa assumere tattiche offensive.

Esempio usato in precedenza, ovvero Zone Press. Solitamente lo scopo di chi la mette in atto è rubare palla o ritardare il gioco e mangiare secondi. Se la risposta vuol essere conservativa ci si organizza per avere tutte le linee di passaggio in sicurezza, mettendo solitamente il lungo a metà campo che aiuta e fa da sponda. Sun Tzu molto probabilmente metterebbe una guardia molto veloce in grado di attaccare rapidamente il ferro, creando superiorità numerica per punire con un canestro. Vanificare le mosse altrui attaccando dove il nemico si è scoperto.

Il più alto grado che si possa raggiungere nel prendere decisioni tattiche è tenerle celate. In guerra, pratica la dissimulazione e vincerai….Tutti possono vedere le manovre concrete attraverso le quali si giunge alla conquista, ma nessuno può vedere lo stratagemma da cui la vittoria ha avuto origine……La debolezza numerica deriva dal doversi preparare contro possibili attacchi mentre la superiorità numerica dal costringere il nostro avversario a fare questi preparativi contro di noi.

La segretezza è l’effetto sorpresa. Nessuno deve sapere, tutti si devono aspettare quanto visto sempre. Affinché ciò sia possibile, tutto deve essere pensato e programmato con anticipo, senza che nessuno abbia sospetti. Si possono preparare cento soluzioni offensive e difensive ed essere pronti a metterle in atto al momento giusto. In una situazione di Play-off sarebbe oltremodo vantaggioso perché l’avversario, nelle pause tra una partita e l’altra se ne dovrebbe occupare, trovando magari ancora sorprese che vanificano il lavoro.

Il principio sul quale organizzare un armata è di stabilire un livello di coraggio al quale tutti devono riferirsi.

Cosa si intende per livello di coraggio? Come può essere misurato? Penso solo con l’esempio. Individuare fra i componenti della squadra quanti sono in grado di assumere responsabilità senza tentennamenti, capaci di aiutare i compagni, sacrificarsi per il bene comune e portarli ad esempio positivo di emulazione, alzando quindi il livello di coraggio collettivo. Probabilmente saranno anche quelli che trascineranno il gruppo nei momenti di difficoltà. Voto attuale alla Germani Brescia, 8. Quando accetterà con coraggio “la scimmia sulla spalla”, 9. Quando accetterà con coraggio, non solo determinazione, di affrontare Bologna,10. La lode per Gabriel, lo sfondamento preso è stato un atto di intelligenza cestistica e di coraggio bellissimo.

La capacità del buon generale di conquistare obiettivi straordinari è la previsione. Questa prescienza non può essere desunta dagli spiriti e nemmeno dal calcolo deduttivo ma solo attraverso gli uomini, le spie che sono l’elemento più importante in guerra e da loro dipende la capacità di movimento dell’armata.

Lo spionaggio è l’argomento più caro e importante per Sun Tzu perché la conoscenza delle tattiche avversarie permette di condurre scelte opportune, valutare mosse e contromosse, fino a poter anche decidere di non combattere aspettando momenti e condizioni migliori. Va ovviamente contestualizzato il messaggio, se fosse per lui metterebbe spie nella palestra dove si preparano gli avversari….però..!!..sai che…

Scherzi a parte oggi si conosce molto degli avversari con le immagini televisive, lo scouting. Se tutti fanno la stessa cosa il vantaggio si elimina. Forse allora è necessario farlo meglio: più partite in visione e risposte a più domande. Quando hanno perso e perché, quando hanno vinto e come. Chi è il leader? Chi prende l’ultimo tiro? Chi il miglior passatore? Cambiano tattica e intensità difensiva dopo la pausa? Da cosa è infastidito il miglior tiratore? È altrettanto bravo se invitato a penetrare? Su quale lato non gradisce? Che giochi adottano con pochi secondi disponibili? Potrei proseguire all’infinito per cui ritengo sia importante scegliere quali domande porsi e quali risposte cercare per il singolo giocatore e per le tattiche di squadra. Ogni componente ne deve prendere coscienza, va indicata la strada da percorrere ma soprattutto non dimenticare di segnalare come. Far “vedere” con esempi e immagini evocative di natura positiva focalizza meglio l’obiettivo.

Una considerazione finale: sono spesso le difese, più che gli attacchi, che vengono utilizzate come armi tattiche, come strategie per cambiare passo, tra queste la 1-3-1 di Milano anni 80 era lo spauracchio di tante squadre. Per l’effettiva efficacia o per l’impatto psicologico? La “Box and one” una difesa seria o una grande mistificazione? La difesa mista un grande bluff ? Lascio in sospeso il giudizio, anche se penso di intuire cosa direbbe Sun Tzu.

ELLE14