“ASSIST”: BURN, BURN, BURN, LIKE… BURNELL

È stata, quella con Tortona, la classica partita del chissenefrega come: vinta e tanto basta. Partita nervosa in cui si è rivista la difesa che morsica e sa porre correttivi (… Che permalosi! Avevo appena detto che non mordeva come prima…). Era scontato puntare Ross dopo i primi due quarti, non altrettanto fermarlo. Gli avversari non avevano questa lettura perché tanti dei nostri sottotono che però, piano piano, sono usciti a turno con una mentalità da playground. Questo è l’aspetto più importante, avere interpreti che sanno come vincere partite sporche, che sanno fare le scelte offensive  e difensive con aggressività e determinazione da campetto, che non vogliono uscire perdenti, che hanno “mestiere e ci sanno fare” e bravo chi l’ha intuito e lasciato fare con quintetti anomali.

Buon segno per coach Magro per altri due motivi: Il primo che saper giocare da playground non si insegna quindi fatica risparmiata, il secondo che nei play-off sarà molto utile avere questa qualità. Se metteranno in vendita biglietti per un torneo interno di 3 c. 3  mi prenoto, deve essere uno spettacolo imperdibile. 

Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. Ammetto di esserlo, lo stolto intendo, quando guardo le fotografie, soprattutto dedicate allo sport. Sono incuriosito dal “dietro le quinte” rispetto al soggetto principale. Non posso fare a meno di allargare l’immagine del cellulare con le dita per scoprire dettagli strani, buffi, a volte gioiosi, oppure arrabbiati sia di giocatori che pubblico. Così facendo ho scoperto un particolare di Miro Bilan che mi ha colpito.

Non conoscendo le persone ci si organizza spesso con il proprio vissuto per decodificarle, ma con i nostri preconcetti o come si dice oggi “mindset”, spesso sbagliamo clamorosamente.

Con il suo basso profilo, le dichiarazioni senza enfasi, nessuna esultanza particolare (l’eccezione alla regola il tiro da 3 con Milano) e nemmeno grande rammarico per gli errori, induce a ritenerlo un giocatore poco coinvolto emotivamente. Impassibile e indecifrabile. Poi, come ho detto, curiosando nei dettagli fotografici della partita giocata contro Varese ho visto, lontano dal soggetto inquadrato dove era stata immortalata l’azione, il volto di Bilan contratto in una espressione di esultanza, la bocca spalancata in un grido di gioia e i pugni protesi e serrati a sottolineare grinta e determinazione. In una partita in cui se avesse “dato fuori di matto” per la sua prestazione incredibile l’avremmo capito, lui esultava di nascosto per il compagno e per la squadra.

E’ stata una piacevole sorpresa e la riprova che, come dice Semaj Christon: ” Non serve essere il più rumoroso della stanza perché ti vedano”. Lo spirito di gruppo non si decanta a parole, bastano i fatti.

Complimenti M1RO B1LAN.

Contro Tortona sarà certo stato felice di vedere un Akele così bravo da non farlo per nulla rimpiangere. Non ha ripetuto la prestazione precedente, per cui teniamo ancora negli occhi l’immagine di Varese, come buon auspicio per le prossime battaglie. Teniamoci stretto anche questo Akele che dimostra una resilienza incredibile nello svolgere il ruolo affidato di “jolly “. In sala stampa è stato menzionato Pozzecco, sono certo che commenterebbe la sua prestazione con il consueto “Clamoroso!” 

La mano… pesante di Massinburg. Quando prendevo un brutto voto a scuola i miei genitori non accettavano il “mal comune mezzo gaudio” con cui spostavo l’attenzione sui tanti che avevano toppato e mi invitavano a guardare i più bravi, non gli asini come me (sono l’unico?..).  

Massinburg è senza dubbio quello che ha la migliore percentuale nel tiro da 3 della squadra (in particolare dal passaggio ricevuto lo vedo sbagliare pochissimo) e quindi penso sia un ottimo e virtuoso esempio da seguire. Mano morbida? Ottima meccanica? Certo! ma tutto però nasce dai…piedi…Prima di ricevere il pallone effettua molto velocemente un piccolo saltello piegando le ginocchia, come un arresto a 1 tempo. Questo gli garantisce equilibrio, spinta di gambe e velocità di esecuzione che sono fondamentali per la corretta parabola e movimento di tiro. 

Si può sempre migliorare la meccanica di tiro e a chi dice impossibile, rispondo con l’esempio di Belinelli che ha “reso funzionale il suo tiro” (parole sue) grazie ai consigli di un assistente dei Chicago Bulls, con una migliore posizione del busto nel salto e del movimento del polso al rilascio della palla. 

CJ il miglior tiro l’ha fatto però dichiarando che, prima di passare in Eurolega, vorrebbe vincere lo Scudetto con Brescia. In Italia siamo abituati, per una stupida scaramanzia ereditata dal calcio a non nominare mai quella parola (visto? non l’ho fatto!) Un tabù incomprensibile ad uno straniero che, probabilmente guardando la classifica, si dice “Perché no? Se sono primo in classifica perché non posso pensare di riuscire? Chi ne ha più diritto? 

Appunto, ben detto, la mano questa volta è un poco più pesante, ma pur sempre un ottimo tiro da 3 …

Passeggiata con il capitano. Amedeo Della Valle, il capitano, nelle ultime partite, Tortona compresa, è sembrato un pò nervoso perché si vede che vorrebbe di più da sé stesso e non è soddisfatto del rendimento. Ha confessato che nei momenti di crisi segue una ricetta molto semplice per ritrovarsi: una bella passeggiata con le persone care ed immagino che ciò sarà un opzione che prenderà in considerazione. 

Lo stimolo a farlo per i risultati di uno studio recente dell’ Università dello Utah che ha misurato, tramite rigorosi test, la capacità di concentrazione e lucidità dei partecipanti prima e dopo una breve passeggiata condotta in due luoghi distinti: immersi nel verde oppure nel pieno asfalto. Notevole è stata la differenza a favore dei primi che indica come camminare sia sempre opportuno, meglio se fatto immersi nella natura. Non è più il tempo del team-building con le arrampicate in cordata e il rafting sui fiumi. Quel che è fatto è fatto e direi pure piuttosto bene. Forse più utile, in previsione dei play-off, per tutti quelli che hanno bisogno di ritrovare tranquillità, concentrazione e fiducia, una bella passeggiata nel verde. 

Vivo in una casa nel bosco e posso confermare che gli inevitabili grovigli della vita quotidiana si sciolgono prima. Esiste una sorta di magia delle cose semplici: il meno diventa più. 

Burn, Burn, Burn, like ..Burnell

The only people for me are the mad ones, the ones who are mad to live, mad to talk, mad to be saved, desirous of everything at same time, the ones who never yawn or say a commonplace thing, but burn, burn, burn like fabulous yellow roman candle exploding like spiders across the stars”

“Per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle”

Sono cresciuto nel mito della “Beat Generation” grazie a Jack Kerouac e il suo libro più famoso: “On the road”(Sulla strada). Ho riempito un quadernetto delle sue frasi e quella riportata è in assoluto per me la più bella. Identifica la tipologia di persone con cui sono più in sintonia, con le quali la vita non è certo monotona o banale. Quel ripetuto burn, burn, burn like.. ” mi ha riportato per assonanza fonetica al Burnell di nostra conoscenza. Non posso e non voglio avventurarmi in paragoni sul Jason uomo, ma devo dire che come giocatore di basket identifica colui che non è mai banale, che non si tira mai indietro, che esprime l’energia positiva e la luminosità di un fuoco d’artificio che brucia, forse per questo, lo confesso, ho un debole per lui. Nell’ultima partita ha acceso ancora una volta la miccia, è stato un esempio trascinante, con la sua grinta ha indicato la strada da percorrere per venire a capo di una situazione complicata. 

E’ una frase che spero venga colta anche dalla squadra nella sua interezza in previsione dei play-off. Ci vuole un poco di sana pazzia, bisogna lasciarsi spingere dalla stessa per provare ad andare oltre i limiti per raggiungere un risultato che, leggendo le cronache sportive, nessuno pensa possibile. Bravi ma.. primi ma… ottimo percorso ma… 

Una squadra di pazzi vogliosi di ogni cosa, pazzi di vita vissuta al massimo, senza sbadigli e luoghi comuni e, perché no, il sorriso sulle labbra, può bruciare ogni scettica previsione e offrire un grande spettacolo pirotecnico. 

ELLE14