Inopinata, ma meritata, sconfitta a Cremona contro una Vanoli che festeggia la salvezza. Decisivo l’ex Eboua, che a Brescia trovò poco spazio. Ora il primo posto è seriamente in pericolo
Cremona. Il basket è quello sport in cui impieghi ventisette giornate per costruirti il grande sogno, che per la città è (era?) chiudere al primo posto per la prima volta nella storia in regular season, ma dove basta una partita affrontata senza le giuste dosi di concentrazione, cattiveria e motivazione per rischiare di rovinare tutto. Fa male, malissimo il ko della Germani in casa della Vanoli Cremona, che riesce così ad ottenere la salvezza aritmetica con due giornate d’anticipo.
C’è un problema con le piccole. Gli uomini di Magro, che già in questa stagione avevano lasciato punti pesanti sui campi delle piccole Pesaro e Brindisi (probabilmente retrocederanno a braccetto…), steccano la partita che avrebbe invece potuto lanciarli al big match di Milano potendo magari giocare anche sulla differenza canestri del +8 dell’andata. Adesso invece il Grande Sogno si è maledettamente complicato e dopo essere rimasti a lungo in prima posizione, c’è il rischio di finire terzi. Sarà pur vero, come dice Magro, che nel basket il primo posto alla fine della stagione regolare non assegna alcun trofeo, ma vuoi mettere la soddisfazione di entrare nella storia di Brescia chiudendo davanti a tutti, presentandoti alla post-season con il vantaggio del fattore campo in ogni serie? Ecco, al PalaRadi è sembrato che tutto questo a buona parte dei giocatori biancoblù non interessasse. O interessasse poco. Nonostante l’incredibile spinta di quasi 400 tifosi bresciani, che hanno fatto diventare il palasport cremonese una succursale del PalaLeonessa. Cos’altro si può pensare altrimenti di certi atteggiamenti di gente come Bilan o Christon, presi in estate proprio per fare la differenza in partite come queste e messi sotto dal primo Pecchia o dal primo Eboua che passavano di lì? La prestazione dell’ex Germani (nel primo anno di Magro ha scaldato a lungo la panchina perchè non meritava di più) è stata clamorosa: 21 punti e 10 rimbalzi, high in carriera.
Il match. Brescia non ha mai dato l’impressione di poter (voler?) vincere questa partita. In tutto il match si contano solo cinque vantaggi esterni: 16-18, 18-20, 22-23, 22-26 (il massimo margine a inizio secondo quarto), 25-26. Da lì in avanti ha sempre guidato la Vanoli, scappata a +8 a metà secondo quarto (36-28 poi ritoccato nel 41-34) e capace di allungare nel terzo fino al + 9 del 61-52 e 63-54. Vedere Brescia rientrare sul -2 (67-65) d’inizio ultimo quarto è stata solo un’illusione. La Germani stavolta ha giocato al contrario, facendo di tutto per non vincerla anche quando sembrava ancora possibile.
Lo scenario. Cremona ha sempre avuto il controllo dei rimbalzi (+ 8 alla fine) con cui in area ha fatto quello che ha voluto e in questo dato c’è un dettaglio capace di fare la differenza. Non è il caso di rimpiangere l’assenza di Petrucelli e le condizioni non ancora ottimali di Cobbins perchè altrimenti bisognerebbe aprire un capitolo sulla Vanoli senza Denegri e con Adrian in campo versione Enrico Toti. Hanno avuto più voglia loro. Sono stati più bravi. E soprattutto più umili. La Germani non ha onorato il ruolo di capolista. Ora non resta che sperare ci sia ancora la possibilità di una rivincita (oggi Milano giocherà in casa con l’ormai tranquilla Scafati e domenica prossima c’è Milano-Brescia, la Virtus Bologna ospiterà la più ostica Reggio Emilia) per ripartire da quella posizione, di leader del campionato, che i biancoblù si sono conquistati faticosamente. Ma giocando così si rischia di rovinare tutto e il Grande Sogno può diventare un Grande Boh.