INFANTE: “VI RACCONTO MIO FRATELLO PEPPE POETA, CON LA SUA CAPACITA’ DI LEGGERE IL GIOCO SAPRA’ SOPPERIRE ALLA MANCANZA DI ESPERIENZA IN PANCHINA”

Il general manager di OrziBasket spiega a Bresciacanestro.com chi è, anche fuori dal campo, colui che diventerà il nuovo allenatore della Germani Brescia: “Era un play di rottura, dava imprevedibilità al gioco e così credo imposterà la squadra da coach. Cercherà subito una connessione importante con il regista titolare. Ci conosciamo da 30 anni, Capobianco il nostro maestro”

Brescia. Evidentemente anche questo incrocio era scritto nel destino. Nell’anno in cui Luca Infante approda in terra bresciana come general manager di OrziBasket, il nuovo club nato dalla fusione tra Orzinuovi e Treviglio e che parteciperà alla prossima serie A2, Peppe Poeta diventerà il nuovo allenatore della Germani Brescia. Tra i due c’è un legame fortissimo e Infante ha accettato di raccontare in esclusiva a Bresciacanestro.com chi è colui che prenderà il posto di Alessandro Magro per iniziare un nuovo ciclo dopo i tre anni che con il coach toscano hanno portato in bacheca una Coppa Italia, due terzi posti e una semifinale scudetto.

Luca Infante, lei crede nel destino?

”Beh, se davvero Peppe diventerà il nuovo coach della Germani qualche domanda comincerò a farmela (sorride, ndr). Sembra davvero che la nostra vita sia fatta per stare legati da un unico, invisibile eppure concretissimo, filo. Anche nell’ultimo anno se ci pensate bene io ero a Treviglio e lui a Milano quindi a pochi chilometri di distanza. Infatti mi sono visto tutte le partite dell’Armani in Eurolega e lui quando ha potuto è venuto al PalaFacchetti”.

Quando vi siete visti l’ultima volta?

”Pochi giorni fa, sono stato a cena a casa sua. Ora sicuramente organizzeremo qualcosa di bello per festeggiare lo scudetto che ha appena vinto con Milano”.

Le ha parlato di cosa ha in mente di fare alla guida della Germani?

”Dai, sapete che non c’è ancora nulla di ufficiale. E’ uno dei candidati, non è l’unico…”.

Suvvia non faccia il diplomatico, ormai manca solo l’annuncio. Come vede suo “fratello” alla guida di una squadra per la prima volta da capo allenatore?

”Anche se molti ritengono che gli manchi l’esperienza, io credo proprio che sia prontissimo. Di sicuro non è uno che si spaventa di fronte alle novità. E a questa mancanza di esperienza può sopperire con la grande intelligenza cestistica, che ha sempre avuto. Sa leggere il gioco come poche persone inoltre è reduce da due stagioni nello staff di uno dei migliori allenatori del Mondo come Ettore Messina. Ha avuto modo di arricchire il suo bagaglio. Se uno non comincia mai, non potrà nemmeno mai fare esperienza. O no?”.

Certo è che prende un’eredità pesante, quella di Alessandro Magro…

”Magro a Brescia ha fatto non bene, ma benissimo. Tre anni di grande basket coniugato con i risultati. Peppe ha comunque un’empatia, una capacità non comune di entrare in un gruppo e queste sono doti che aveva anche da giocatore. Molti allenatori non sono stati giocatori di livello, Peppe ha questo bagaglio e lo aiuterà tantissimo”.

E’ davvero così come sembra ovvero un tipo estroverso, empatico?

”Sono le due parole giuste per descriverlo. Sa farsi volere bene da chiunque e in ogni circostanza. Oltre all’enorme conoscenza del gioco del basket, è una persona generosa, altruista, che mette di buon umore nel frequentarlo”.

Quindi lei si sente di scommettere sul fatto che farà subito breccia nel cuore dei tifosi bresciani?

”Ci conosciamo da 30 anni. Abbiamo iniziato insieme nel settore giovanile di Battipaglia, la sua città. Il nostro maestro è stato Capobianco, allenatore al quale Poeta è devoto. Il basket è sempre stato nel suo Dna, suo padre era il giornalista che seguiva le partite di quella squadra. Io arrivavo da Nocera Inferiore, lui è del 1985, io del 1982 quindi inizialmente non giocavamo insieme, ma poi ha cominciato ad essere aggregato a quelli più grandi, ci siamo conosciuti ed è nato subito un grande feeling. Abbiamo giocato insieme a Reggio Emilia (foto in evidenza, ndr) quando in squadra c’era anche Simone Fontecchio, siamo stati compagni in Nazionale”.

E ora vi ritrovate in terra bresciana…

”Beh, se davvero firmerà (aridaje, ndr) non mancherà occasione di percorrere quei pochi chilometri che separano Brescia da Orzinuovi per continuare la nostra amicizia fraterna”.

Che basket piace a Peppe Poeta?

”Lui era una playmaker di rottura, che giocava tanti pick and roll centrali, entrava e cambiava il senso della partita. Immagino vorrà dare un gioco imprevedibile alla sua squadra e cercherà subito una connessione importante con il play titolare”.

(Da sinistra Fontecchio, Poeta, Infante e Candi)