FERRARI: “LA SCELTA DI POETA E’ FUNZIONALE AL TIPO DI CLUB CHE SIAMO, E’ GIUSTO CHE MAGRO PUNTI PIU’ IN ALTO. IL NOSTRO SCUDETTO E’ IL SEGUITO DEL PUBBLICO. DOPO IVANOVIC, CERCHIAMO UN QUATTRO CON PUNTI NELLE MANI”

Il patron della Germani Pallacanestro Brescia: “Ridimensionamento? Non ho mai parlato di budget, ma l’importante è salvarci. Nel progetto iniziato in Senegal è prioritaria l’istruzione, il discorso cestistico si vedrà. Poeta sarà coadiuvato da De Benedetto, Cotelli, Moss e Alberti nella costruzione della squadra. Con il Cda abbiamo deciso di tenere fasce medio-basse per i prezzi dei biglietti“

Brescia. Ospite dell’ultima puntata stagionale della trasmissione Basket Time di Teletutto, condotta da Jacopo Bianchi, il numero uno di Germani Pallacanestro Brescia Mauro Ferrari parla del nuovo ciclo iniziato per la prossima stagione, della scelta di lasciare Alessandro Magro e di scommettere su un altro esordiente da capo allenatore come Peppe Poeta.

Quale è il tuo bilancio, la sensazione su questo ultimo anno di pallacanestro, in cui sono arrivate altre 21 vittorie, una semi finale play off, altre soddisfazioni e più di 68000 spettatori portati in totale al PalaLeonessa?

“E’ stata una ottima stagione. Io dico che il nostro scudetto è stato il pubblico. E ciò significa avere lavorato bene. Dico che Alessandro Magro ha espresso, col suo gruppo e il suo staff una ottima pallacanestro. Vincere non è mai abbastanza ma ci si deve accontentare e noi si è fatto bene in questo progetto durato tre anni”.

Da un certo punto di vista emotivo, un po’ credevi a un potenziale asset su una serie contro Milano?

“Col senno di poi, penso di avere sbagliato a non aspettarmi lo stato di forma di Milano come l’abbiamo trovata alla semifinale. Però in fase di preparazione a questo appuntamento, mi aspettavo una Milano meno in forma e sono stato portato ad attendermi qualcosa di straordinario. Ma Milano era troppo in forma”.

Al di là della stagione singola e dei play off di Milano, secondo te la serie con loro ha dato idea di quella che può essere la distanza con 20milioni di investimento?

“C’è troppa differenza, Devi trovare la loro peggior serata e la tua migliore purtroppo. In gara1 a Milano, con un Amedeo Della Valle straordinario, ci siamo andati vicino, ma poi si è spenta la luce. Poi con le triple di Voigtmann là e quelle di Ricci qui, non c’è stata storia”.

Ti senti di fare un bilancio dell’ultimo triennio giocato, dove hai dato vita a un nuovo ciclo con Magro, Cotelli e un gruppo di giocatori importanti. Due terzi posti, una Coppa Italia, una semifinale scudetto, due volte record di vittorie pareggiato…

“Ci vuole tempo. Questo è il risultato di programmazione impegno sacrificio e investimento. Un po’ come nelle aziende si fanno piani di almeno tre anni. Abbiamo trovato in Ale Magro la voglia di fare qualcosa di straordinario, abbiamo confermato, con grandi sforzi, un roster per quasi il 70-80%. Lavori bene e poi come lo misuri? Sull’accesso a palazzo e sui giovani che si avvicinano al gioco. Oltre 84% di riempimento del palazzo è considerato un risultato di altissimo livello. Importante è ripartire con questo spirito e numero di presenze. Con il Consiglio di amministrazione anche lo scorso anno abbiamo deciso volutamente di tenere una linea di costo dei biglietti medio-bassa per aiutare le famiglie e poi i risultati si vedono. Vedere le persone uscire dal palazzo felici ti ripaga dei sacrifici”.

Nell’under 17 c’è un ragazzo senegalese che abbiamo avuto l’opportunità di incontrare all’inaugurazione di Germani West Africa in Senegal e del progetto sociale del basket. C’è la possibilità di svilupparla maggiormente questa connessione tra la società senegalese e l’Accademy?

“Sì c’è una grande possibilità. Prima di tutto però, partendo dalle scuole, prevediamo e vediamo delle figure che potrebbero essere interessanti per il basket, li introduciamo alla scuola, li facciamo studiare, essendo di solito situazioni difficili e poi si vede. Per ora la priorità è l’istruzione”.

Come mai la scelta di non proseguire con Magro?

“Abbiamo deciso di comune accordo che per lui e per il club fosse il momento di lasciarci, dopo un percorso incredibile come esordiente capo allenatore nella massima serie. Alessandro, a nostro avviso è pronto per una squadra di livello che possa competere anche ai massimi vertici in Europa, con un budget di un determinato tipo. Qui a Brescia difficilmente avrebbe potuto fare meglio di quello che ha fatto in tre anni. Ripartire con nuove motivazioni sarebbe stato difficile. E dopo una ulteriore chiacchierata, perché si è creato tra noi anche un rapporto stretto, a proposito condoglianze per la perdita del padre, di comune accordo si è deciso così… Siamo convinti che sia meglio così per il club”.

C’era uno scenario possibile per cui si sarebbe potuto reiniziare un ciclo con Magro?

“Non ce lo siamo chiesti, non è tanto il discorso scudetto. Oggi noi abbiamo partecipato a creare una figura di allenatore di un certo tipo e di un certo livello grazie al suo lavoro e al suo sacrificio e alla sua predisposizione in questo sport. Sono cicli che iniziano e finiscono e sono sicuro che lo ritroveremo su palcoscenici ben più importanti”.

E ora passiamo alla scelta di scommettere invece su un esordiente come Poeta? Da dove nasce questa scelta?

“Come tutte le scelte che possono sembrare bizzarre, è nata casualmente, durante una cena con un amico e così parlando si è pensato che Giuseppe fosse la persona adatta per questo tant’è che il contratto è di due anni. Abbiamo visto in lui l’entusiasmo che è quello che alimenta lo sport. Per lui è qualcosa di straordinario, più che per noi. Non è un ragazzino. Ha fatto una scelta in cui cade in piedi, anzi non cade proprio. Dopo tanti anni, Brescia si è presa il suo spazio. Ricordiamo che non siamo né Milano né Bologna, dobbiamo sempre tenere presente che dobbiamo salvarci. Un telaio di squadra ce l’ha in mente e non ha fatto fatica a dirmi di sì”.

Che tipo di squadra sarà la Germani del prossimo anno?

“Amedeo Della Valle e Miro Bilan ci sono, Burnell e Cournooh anche, John Petrucelli bisogna vedere cosa decide di fare a fine mese e da lì si capisce come siamo messi con gli italiani. Oggi Giuseppe, insieme a Marco De Benedetto, sta cercando un quattro al posto di Kenny Gabriel. Il play c’è ed è Ivanovic che ha firmato. Dietro dobbiamo cercare un play che sia diverso da Nikola, lui ha giocato con Amedeo e ha un contatto particolare con Giuseppe però oggi siamo sul quattro con qualche punto nelle mani, ma soprattutto che sia fisicato e sappia difendere. E prenderemo un pivot. Attenzione che Giuseppe ha un’idea di pallacanestro leggermente diversa da Alessandro, tant’è che Cournooh lo sposterà subito a giocare in guardia e non da play…”.

Hai nominato Marco De Benedetto che quindi rimarrà come consulente, avete pensato di integrare il club con un direttore sportivo, un GM, un aiuto in più?

“Ora Giuseppe verrà coadiuvato da Cotelli, Alberti e David Moss. Per ora ci si è concentrati sulla ricerca di un quattro adeguato poi la costruzione della squadra e poi si vedrà”.

Si è parlato di riduzione di budget e ridimensionamento, ma dalla squadra che state confezionando non sembrerebbe…

“Io non ho mai parlato di ridimensionamento o di budget. Un’idea diversa da quella che ci ha portato Alessandro Magro potrebbe coincidere con una diminuzione di numero di giocatori, una diminuzione di risorse economiche che non fa male. Non bisogna avere fretta. La micia frettolosa ha fatto i gattini ciechi, bisogna fare con calma.

Secondo te è funzionale che la lega di serie A debba mettersi al tavolo con la lega di A2 e permetta di avere due squadre in modo che i giovani, col doppio tesseramento, possano giocare e farsi esperienza?

“E’ una strada senza uscita, pur essendo una buona idea, che permetterebbe ai giovani di giocare. Avanti così sono tutte figure che vengono pronte troppo avanti negli anni. Qualcosa va fatto perché così i giovani fanno veramente fatica ad emergere”.

In tre anni con più di 60 partite vinte, una coppa Italia conquistata, come mai non si è spinto di più in stile americano con degli eventi che creino ancora più affiliazione?

“Sono buone idee, ma dobbiamo anche crescere come club. Non dimentichiamoci che viviamo dentro una città e una provincia che ha tante possibilità di divertimento perciò trovare un giusto equilibrio tra il creare il piacere e l’emozione e non stancare non è facile, la linea di confine è sottile. Stiamo già lavorando per questo e cercheremo di migliorarci”.

Quest’anno non si parteciperà a nessuna coppa europea. Che progetti avete in tal senso?

“La società non è ancora pronta per fare una coppa europea, per tanti fattori abbiamo ritenuto opportuno non partecipare in quanto oggi, secondo i nostri parametri e canoni, non siamo strutturati per farla”.

Nel progetto preparato con Poeta c’è in previsione di tornare a fare una coppa europea?

“Iniziamo un nuovo ciclo, sarà importante fare un buon anno, sarà importante consolidare il livello che Alessandro Magro è riuscito a portare col suo lavoro e poi si vedrà. La cosa bella è che stiamo dando una ennesima opportunità ad un esordiente per crescere. E Pallacanestro Brescia è questo”.

Ci aspettiamo un campionato molto competitivo?

“Penso proprio di sì, Trapani e Trieste che sono neopromosse hanno ambizioni e ne vedremo delle belle, ma state attenti a Tortona perché farà delle cose importanti la prossima stagione. Sarà un campionato molto competitivo assolutamente, ci sarà di divertirsi. Ci saranno comunque budget impegnativi, non sicuramente sotto i 3,5milioni di euro”.