CHRISTON, UN ANNO PASSATO TRA GENIO E SREGOLATEZZA

Brescia. L’arrivo di Nikola Ivanovic alla corte di Giuseppe Poeta ha ufficializzato la notizia che, di fatto, era già una certezza da alcune settimane: Semaj Christon non farà parte della Germani nella stagione 2024-2025. Tra alti e bassi e un incastro non facile in una squadra con tanti altri realizzatori, come valutare l’annata appena conclusa del play-guardia statunitense?

I numeri. E’ stato l’ultimo acquisto della campagna estiva della Germani nell’estate 2023 e il primo giocatore di Brescia a concludere la stagione con un infortunio patito nella gara 2 di Milano che lo ha costretto all’operazione e i cui tempi di recupero potrebbero prolungarsi per qualche mese. Questi i numeri della sua stagione regolare: 11.1 punti di media in 26 minuti abbondanti di gioco, 55% da 2 (su un numero di conclusioni da 2 punti inferiore solo a quello di Miro Bilan), 29% da 3 punti, 4.4 assist e 2 palle perse.

Il talento a livello realizzativo non è di certo rimasto nascosto e non sarebbe follia riconoscerlo come uno dei più grandi realizzatori all’interno del pitturato della storia recente di Brescia. Ottima la sua capacità di assorbire i contatti in penetrazione attaccando dal palleggio e di crearsi un tiro in ogni situazione di 1c1, così come la capacità di attaccare spalle a canestro i playmaker avversari (spesso costretti a subire un discreto divario in termini di fisico). Non è un caso che il tipico “opening set” della Germani della scorsa stagione prevedesse spesso il suo 1c1 in post e che Christon abbia concluso con 4.1/7.4 da 2 punti in stagione: escludendo i lunghi, solo Tucker di Venezia ha fatto meglio in LBA rispetto al 55% fatto registrare nei tiri in area dal play di Brescia.. 

Alti e bassi. Il contesto della Brescia dello scorso anno, però, era indicato solo fino ad un certo punto per far valere questo tipo di qualità: con tanti altri realizzatori in campo, la sua mole di conclusioni è diminuita molto rispetto agli anni precedenti (8.9 tiri a partita con la maglia di Brescia, 13.4 con quella di Tortona un anno prima) e gli è stato richiesto un ruolo molto più da facilitatore e da giocatore off-ball di quanto non gli fosse spesso capitato in carriera. Questo, unito ad un carattere abbastanza “focoso”, ha portato ad alti e bassi.

Non sono stati pochi gli acuti della sua stagione: ricordiamo, anche se sembrano passate ormai delle ere geologiche, il canestro della vittoria a 15” dalla fine contro Pesaro nella prima giornata. Così come la partita nel girone di ritorno con Venezia e quelle contro Trento e Scafati nel girone di andata: più di una volta la pointguard di Cincinnati si è messa in proprio in attacco sbloccando la Germani in alcuni momenti di difficoltà. Numerosi (e per certi versi eclatanti) sono stati anche i passaggi a vuoto: è nella memoria più recente la gara 2 contro Milano, ma anche le prestazioni in trasferta contro Venezia, Virtus Bologna (addirittura -7 di valutazione) e Cremona sono state molto negative. Quasi tutte partite in cui il nervosismo prendeva il sopravvento e lo toglieva dalla partita.

Ad essere forse un po’ sottovalutate sono state invece le sue buone capacità di sfruttare il fisico e la tenuta in 1c1 sulla palla in difesa, fattori che in un quintetto con difensori sotto la media come Della Valle e Bilan non erano di scarsa importanza. Brescia non poteva permettersi di offrire un target da attaccare in isolamento anche nello spot di “1” e Christon, effettivamente, non lo è stato.

Più ordine con Ivanovic. In una squadra come la Brescia dell’anno scorso nel ruolo di “1” avrebbe forse fatto più comodo un “facilitatore”, un playmaker nel senso più puro del termine, magari con maggiore continuità nel leggere il pick and roll e nell’innescare la batteria di tiratori oppure con un tiro da 3 più affidabile per essere più efficace off-ball e sfruttare le attenzioni rivolte dalle difese avversarie verso Bilan e Della Valle. La sua stagione di Christon è stata nel complesso buona: il talento non è passato in osservato e il sacrificio non è mancato, ma le sue caratteristiche non lo facevano forse corrispondere all’identikit “ideale” per completare il quintetto titolare. Potrebbe incastrarsi meglio nel contesto Nikola Ivanovic, che porterà forse meno talento e meno sregolatezza rispetto all’ex Tortona ma molta esperienza, solidità e un playmaking diverso nello starting five.