DELLA VALLE ESCLUSIVO: “I CAMBIAMENTI NELLO SPORT E NELLA VITA SONO NECESSARI. NON VOGLIO PARLARE SOLO DI SALVEZZA, PROVEREMO A STUPIRE BEN SAPENDO CHE BISOGNA VINCERE PER MANTENERE L’HYPE CON LA PIAZZA. FERRARI E’ CARICO, POETA ERA IL COMPAGNO IDEALE, BRESCIA PER ME STA DIVENTANDO COME REGGIO EMILIA”

Il capitano della Germani dagli Usa dove è in vacanza: “Ho avvertito un po’ di negatività dopo i tanti adii, è un anno di ricostruzione, ma non mi spaventa perchè gioco sempre per vincere il più possibile. Ivanovic mi ha insegnato le letture del pick and roll, persona e giocatore straordinario. Di Rivers sono stato tifoso nel vederlo giocare: elegante, bello da vedere. Dowe porta talento ed esperienza, Bilan garantisce per lui. Anche se avessimo tenuto la stessa squadra non sarebbe mancata un po’ d’ansia: avremmo dovuto riconfermarci sul campo”

Brescia. In esclusiva per Bresciacanestro.com, Amedeo Della Valle si è sottoposto a una chiacchierata di metà estate, nella quale sono stati toccati diversi punti. A cominciare dalla rivoluzione tecnica decisa dalla società. Da capitano, la guardia della Germani si prende nuove responsabilità e tranquillizza i tifosi preoccupati del fatto che si possa andare incontro a un ridimensionamento.

Ciao Amedeo, come stai?

“Sono negli Stati Uniti. Sto facendo il giro dei parchi naturali: Arizona, California, Utah. Posti meravigliosi, solo natura. Posso fare le mie famose passeggiate, quelle delle quali vi ho raccontato altre volte e dove rifletto, mi ricarico, faccio valutazioni.  

A cosa stai pensando in questo periodo?

“Guardo cosa succede, è il tempo di staccare e ricaricarsi. Se volete sapere che pensieri sto facendo sul basket e sull’annata che ci aspetta, vi dico che sono ottimi pensieri”. 

Sarà comunque una stagione molto impegnativa per tutta la piazza, non ti spaventa un po’?

“Non credo lo sarà più degli altri anni già vissuti a Brescia. Il primo anno siamo partiti con 3 vittorie e 9 sconfitte, il secondo dopo la Coppa Italia ci siamo giocati la salvezza a Napoli e Reggio. Quest’anno pur essendo stati a lungo primi, restarlo è stato dispendioso e faticoso”. 

E’ comunque un anno zero?

“Direi di si. Tanti cambiamenti e riprogrammazione, con un nuovo allenatore. Tanti giocatori cambiati, che stanno cambiando”. 

Nella piazza bresciana aleggia un certo pessimismo…

“Ci sta che il tifoso si faccia prendere dal momento. Ho avvertito anche io un paio di settimane fa della negatività. Vedi gli addii e hai paura, tutto questo può essere fuorviante. Visto le basi della società e la caratura dei giocatori che sono rimasti e che stanno arrivando, io dico che la tifoseria bresciana può stare tranquilla”. 

Peppe Poeta capo allenatore viene visto come una grossa incognita, tu che ne pensi?

“L’ho avuto da compagno, ora lo avrò da allenatore. Da compagno era il migliore possibile, l’ideale, sempre una buona parola per tutti. Queste cose lo aiuteranno clamorosamente anche da allenatore, ne sono certo. Non sarà facile perchè Brescia è diventata piazza ambiziosa, vuoi sempre di meglio e cerchi di vincere. Riuscirà a creare empatia con la tifoseria e sarà un valore aggiunto. Sul piano tecnico non so dire, non avendolo mai avuto come allenatore”. 

Immaginiamo che tu ti stia sentendo con Ferrari, come lo stai trovando?

“Carico. I cambiamenti sono tanti, ma ogni tanto bisogna farli. Per mille motivi diversi. A volte i giocatori stessi vogliono cambiare. E’ la vita, lo sport. Anche la favola dei Chicago Bulls che vinsero tutto finì per essere smantellata, è normale. Sto trovando anche un Mauro Ferrari molto curioso, di capire cosa possiamo fare. Non l’ho affatto percepito stufo, stanco, di guidare la Pallacanestro Brescia. Tutt’altro”. 

Che campionato vi attende?

“Decisamente competitivo. Trieste e Trapani alzano il livello, Reggio Emilia sta facendo una buona squadra, saranno tutte partite toste. Poi si creeranno le gerarchie, ma all’inizio l’equilibrio regnerà sovrano. Io gioco per vincere, non vorrei parlare di salvezza, anche se Mauro Ferrari da imprenditore è giusto faccia i suoi calcoli e sa che la categoria mantenuta è già un bene enorme per la città. Tutti gli anni siamo partiti così: facciamo i punti salvezza e poi vediamo dove andiamo, dovremo farlo anche stavolta. Se ci pensate bene, il secondo anno se non stiamo attenti rischiamo davvero di retrocedere, eravamo in bilico. Con le due retrocessioni non sai mai cosa succede in Italia. Pistoia e Cremona un anno fa dovevano essere vittime sacrificali: una ha fatto i playoff, l’altra si è salvata con una giornata d’anticipo, tra l’altro battendo proprio noi. Brindisi ha fatto il percorso opposto: in un anno dai play off scudetto alla serie A2”.  

Tu che lo conosci bene, che tipo di giocatore e di persona è Ivanovic?

“Ragazzo straordinario contro il quale ho giocato tutte le giovanili in Nazionale visto che ha solo un anno meno di me e veniva fatto giocare anche coi più grandi. E’ la persona da cui ho imparato meglio le letture dei pick and roll. Ha testa e tecnica di alto livello. Non a caso ha giocato in Eurolega. Al Buducnost abbiamo fatto una bellissima annata insieme. Sa passare bene ed è buon realizzatore. Un mix di Nikolic, Caupain e Christon. E’ un giocatore aggressivo, che fa la scelta giusta”. 

Dowe? 

“Lo conosciamo tutti bene. Giocatore esperto, buona taglia fisica, copre più ruoli, si è abituato a partire dalla panchina andando ad incidere. Quando era Sassari ci aveva fatto male in campionato, Tortona ha vissuto un anno difficile tutta la squadra, ma lui ha fatto registrare comunque buoni numeri. Bilan, che ci ha giocato insieme, sostiene che si tratti di un giocatore straordinario”. 

Rivers?

“Mi piace tanto. Ero suo tifoso quando lo vedevo giocare a Scafati. E’ elegante, fa le cose semplici. E’ un buon atleta, si muove bene. Ha un bel linguaggio del corpo. Lo reputo un sottovalutato”. 

Adesso non bisogna sbagliare il numero quattro?

“Dipende che tipo di italiano si riesce a firmare, sia Diouf che Caruso sono prospetti interessanti, la società poi si muoverà di conseguenza. Ancora una o due pedine e siamo a posto. Il terzo italiano è importante, anche perchè se dovesse capitare qualcosa a me o Cournooh, occorre che ci sia un altro che può tenere il campo e che non va a referto tanto per”. 

Il quarto anno a Brescia per te cosa significa ?

“Questa città sta diventando quello che è stata Reggio per me, da capitano mi dà ancora più stimoli, mi sta facendo crescere molto. Brescia è una piazza fantastica, con un tifo incredibile. Quando faccio due passi in città, c’è sempre l’appassionato che mi ferma e mi dice qualcosa, mi chiede. Non avvertivo tutto questo quando arrivai”. 

Cosa bisogna fare per non perdere l’hype costruito in questi anni?

“Bisogna vincere. La storia del “perdiamo, ma giochiamo bene” non la vedo fattibile. Purtroppo o per fortuna siamo legati al risultato. Cercheremo di giocare un basket emozionato, bello da vedere. La gente si emoziona per le giocate di Bilan, le mie triple in transizione, le schiacciate, i passaggi, ma se la squadra non vince è tutto inutile e tifosi felici quando si perde non ne ho mai visti. Vogliamo stupire, siamo pronti a farlo”. 

Anche tre anni fa, quando tu arrivasti, si avvertiva quest’aria e poi le cose sono invece andate benissimo…

“Io firmai già a febbraio e feci il primo colloquio con Buscaglia perchè con Magro non c’erano ancora stati contatti quindi Poeta è come se fosse il mio terzo allenatore a Brescia. E’ normale che il cambiamento porti ansie e paure. Tutti insieme le faremo passare. Anche se avessimo tenuto tutta la squadra dell’anno scorso, il campo avrebbe dovuto parlare di nuovo”.