MOBIO: “CI HO SEMPRE CREDUTO ED E’ BELLO POTER ESSERE ISPIRAZIONE PER TANTI BAMBINI BRESCIANI CHE INIZIANO A GIOCARE A BASKET”. FERRERO: “ESSERE UN UNDERDOG MI HA SEMPRE ESALTATO, PORTO PROFESSIONALITA’ E INTENSITÀ IN ALLENAMENTO”

Presentazione ufficiale per due dei nuovi acquisti della Germani: “Trasformeremo la diffidenza in ottimismo”. Joseph: “Poeta mi ha chiesto di portare tanta energia“. Giancarlo: “Avevo pensato di smettere, ma fin che trovo una sfida vado avanti e Brescia lo è”

San Zeno. Sono cominciate le presentazioni ufficiali alla Germani Pallacanestro Brescia. Ad inaugurare le fila Giancarlo Ferrero e Joseph Mobio. 

Ferrero: “Sono contento ed emozionato. Avere l’opportunità di giocare per Brescia è speciale per ogni giocatore, tornare in serie A per me è una grande sfida. Nei primi allenamenti ho già visto grande entusiasmo”. 

Mobio: “Sono molto contento di giocare per la squadra dove ho iniziato e di giocare vicino alla mia famiglia. In estate mi sono sempre allenato con Cotelli e Alberti, anche mio fratello ha esordito qui. Non ho mai perso i contatti con questa società”. 

Mobio, la tua è una bellissima storia… Ritorni da dove tutto è partito e finalmente ti puoi giocare la serie A, che hai saputo conquistarti. Dove puoi ancora crescere?

“Scoprirò a stagione in corso su cosa ancora devo lavorare. Sono entusiasta di scoprire quali sono le nuove sfide. Voglio essere una scommessa positiva”. 

Domanda ad entrambi: a Brescia che ambizione volete esprimere in campo?

Ferrero: “Quando Poeta mi ha chiamato è stato molto chiaro. Mi ha chiesto di essere aiuto in campo e fuori. Sono al decimo anno in serie A, dovrò essere perfetto fisicamente, come energia, punterò ad alzare ogni volta il ritmo degli allenamenti e farmi trovare pronto quando arriverà il mio momento. Brescia ormai è un club di ambizione, una squadra contro la quale siamo stati avversari in A2 quando ero a Casale Monferrato e poi quando ero a Varese. Ho visto che è cresciuta molto anche come struttura”. 

Mobio: “So che dovrò essere il più professionale possibile. Le ambizioni della squadra le scopriremo a stagione in corso e dipenderà da quanto faremo gruppo e ci impegneremo in allenamento”. 

Mobio, quando hai detto ai tuoi che avresti giocato qui cosa hanno detto? Che giocatore sei adesso?

“I miei genitori sono stati super contenti, anche perchè tranne Cremona ho sempre giocato lontano da casa. Poeta mi ha chiesto di portare energia, tanta energia. Poeta è stato seduto in spogliatoio fino a poco tempo fa, questo aiuterà a creare una connessione con noi. Stessa cosa vale per Moss, che sul campo ha fatto cose importanti e che mi piacerebbe ricreare”. 

Mobio, senti che buona parte dell’esito di questa stagione della squadra dipende anche dalla tua crescita?

“E’ un privilegio sentire questa pressione. La volevo da anni. Il contributo di ognuno di noi sarà importante. Ho preso il 21 perchè mi piace esteticamente”. 

Ferrero, che fotografia fai della squadra appena nata?

“Sono qui da tre giorni, difficile fare una foto. A Brescia ho giocato al San Filippo poi a Montichiari, ho assistito alla crescita di questo club”. 

Ferrero, come pensate di trasformare la diffidenza in ottimismo?

“Capisco ci sia la diffidenza in un gruppo nuovo. Posso garantire che ci siamo. Mobio ad esempio posso dire che è già un giocatore di serie A al 100% e non ha bisogno di dimostrare chissà cosa. Vedrete grande voglia di stare insieme, di superare le difficoltà. A giugno tirerete le somme. Joseph ha firmato prima di me e ha scelto giustamente il 21, che dopo 15 anni lo lascio volentieri. Io ho preso il numero 3 perche è… 2+1”. 

Ferrero, è vero che stavi pensando di smettere?

“Il basket è amore per il gioco. Non sono uno che giocherà all’infinito, ho 35 anni, ma ho sempre detto che fin che arrivano grandi sfide continuo. Lo è stata Trieste, idem Brescia. La trattativa con la Germani è durata tre secondi. Non ci fosse stato questo avrei pensato sì di smettere. Ho bisogno di stimoli, senza quelli divento un giocatore decisamente mediocre. Quando parto da underdog poi mi esalto”.

Mobio, ti senti un modello per tanti bambini bresciani che iniziano a giocare adesso ?

“Mi piace questo ruolo. Io sono uno che c’ha sempre creduto. Se tu hai la luce dentro, credi e pensi in grande ci puoi arrivare. Non c’entrano altezza, skills o cos’altro. Se ti poni dei limiti non arrivi. Aspetto tanti ragazzini al palazzetto, devono credere in quello che fanno. Anche la storia di mio fratello è molto bella: è cresciuto a Brescia, ha esordito e segnato. Io mi ispiro ad ogni persona che incontro e che sento può dare qualcosa. Ho imparato tanto anche dalle situazioni negative, anzi forse sono quelle da cui ho imparato di più”.